– 960: Allegri sotto lo Zeppelin

 

-960: ALLEGRI SOTTO LO “ZEPPELIN”

 Pubblicato sul n. 37 di PROGRESSIONE – anno 1997

È passato un po’ di tempo dall’ultima punta, mentre mi ritrovo nuovamente qui disteso su questo pezzetto di verde, at­torno il vociare dei miei amici confonde il rumore di questo altopiano magico, che ogni volta si comporta in maniera diver­sa. Controllo l’attrezzatura, qualcuno si sveste, manca Pappo mentre Giovanni èsu un’altra montagna. L’aria si confonde con l’odore dell’ace­tilene, attacco il discensore per seguire gli altri, noto che la progressione via via prende velocità, l’umore è alto, la deter­minazione pure. Precipito, arrampico, conosco bene la grotta, il sacco è sempre un fastidio in questi posti, come il “mastro di chiavi” che mi inghiotte senza perdono, lascian­do passare l’aria sempre più gelida. Assieme a Gianni aspettiamo gli altri tre scambiandoci frasi scherzose come al solito, abbiamo pure fame, sento le voci lontane mentre il campo è vicino. I teli termici della tenda sono fradici, sistemiamo i dormibene mentre qualcuno mette su un tè; si mangia alla grande fan­tasticando su potenziali allucinanti, quote impossibili, sperando di scendere ancora. A 900 m di profondità escono dai sac­chi dei buffi barattoli dal contenuto ver­dastro, leggo “fluoresceina” e, come dei teppisti arrivati dall’Ovest, coloriamo “‘attivo” che romba sotto i nostri piedi. Arrivati sopra la frana, sistemiamo il pozzo armato da paura e come topi ci infiliamo nel dedalo millenario, gli altri due non ci troveranno mai. Qui sotto è tutto un macello, un siste­ma labirintico di massi instabili dove il contatto con essi è scontato, è meglio segnare qualche freccia, non si sa mai. “Sogno agnostico”? Mi sembra il nome appropriato per questa zona; mentre “‘attivo” si infila tra ghiaie, da un buco insignificante compare il sifone, una gros­sa condotta invasa dall’acqua, impratica­bile. “Guarda lassù’  sembra un finestra ne!” – “Sì, ma sgronda un’acqua “della madonna”!” – ‘Ehi! L’altimetro segna -960!!”. Bene, si aprono le danze, comin­cia il rilievo. Le ore volano e siamo nuovamente in tenda al campo, c’è molta allegria, visto il risultato, e il sonno si fa presente mentre scocca l’ora di risalire. Durante le lunghe ore di corda soddi­sfatto del bel risultato ottenuto, penso agli ostacoli posti nei confronti di chi lavorava con vero impegno, cercando di coinvol­gere persone diverse ottenendo così una vera collaborazione. Risento quel tepore amico nel rimet­termi il maglione, il cielo sembra offrirci tutto il suo splendido colore, facce stan­che consumano le ultime tracce di cibo conservate nello zaino. Scendiamo a valle calpestando il lun­go sentiero del Poviz, testimone di mille e chissà quant’altre avventure!
Massimiliano Palmieri

Hanno partecipato a/la punta di -960 m: Gianni Guidotti (G.S.F.), Daniele Moretti (G.S.M.), Gia­como Casagrande (G. T.S.), Paolo Manca (S.A.G.) e della C.G.E.B. Massimiliano “Maci” Palmieri