Catasto speleologico

 

CATASTO SPELOLOGICO

CONTRIBUTO DELLA “SQUADRA SCAVI”

Pubblicato sul n. 37 di PROGRESSIONE – anno 1997

“E forse un giorno qualcuno inciderà sulla roccia della Valle dei Morti la figura di questo sconosciuto repubblicano. Quel giorno, finalmente, la Guerra di Spagna sarà veramente finita”.
Ho chiuso con venerata delicatezza la copertina dell’ultimo volume della Guerra Civile spagnola che mi sono appena rilet­to e, toccato dalle struggenti parole po­ste in epilogo, ho abbassato le palpebre per estraniarmi un po’ dal mondo circo­stante. Meditavo sulle inaudite sofferenze patite dal popolo spagnolo in quei tre lun­ghi anni di lotta fratricida. Nel mio stato di assopimento mi sembrava persino di udire il grido di battaglia “Arriba Espana” dei nazionalisti, al quale faceva eco il “No passaran” dei repubblicani. Queste grida si inseguivano, si scontravano, si spezza­vano, laggiù, lontano, a Guadalajara, sul­le sponde dell’Ebro, a Guernica, sugli ari­di altipiani centrali. Già! Gli “altipiani”. Questa parola e il ronfare del gatto che mi si è accoccolato vicino, quasi a tiro di carezza, hanno avu­to il potere di infrangere il mio effimero distacco dal presente per riportarmi nella consueta realtà di ogni giorno, fatta di noie (tante), soddisfazioni (poche), illusioni (drasticamente soffocate) e, “dulcis in fun­do”, al tanto temuto momento da dedica­re alla stesura dell’articolo per la nostra rivista “Progressione”. Tale momento fa­talmente è arrivato: il pensiero rivolto agli “aridi altipiani” me lo ha fatto ricordare.Da dove comincio? Cosa scrivo? Lo­gicamente del “pomposo articolo” che nel numero precedente della rivista ho pro­messo di compilare, non se ne parla nem­meno per due validi motivi. Il primo motivo è dato dal fatto che per svolgere il lavoro inerente a tale arti­colo si rende assolutamente necessario che la vegetazione si metta a riposo con­gedando in tal modo le foglie che ospita sui rami. Stiamo andando sì verso la sta­gione propizia, però, interpellando l’ami­co Pino, è venuto alla luce il secondo motivo: la redazione sociale è già satura di manoscritti (accidenti, quanto scrivono gli amici consoci, e che sollecitudine!) per cui la consegna di altro materiale è in fase di chiusura. Così mi vedo costretto (hi-hi) a butta­re giù alla buona e, per il motivo sopra esposto, anche piuttosto affrettatamente, qualche riga per rendere noto a chi inte­ressa il lavoro svolto dalla “Squadra Sca­vi” nell’arco di tempo di un anno (dall’au­tunno 1996 all’autunno 1997). Le cavità individuate e poscia aperte con lavori di mazza, scalpello, secchio, trapano demolitore e chi più ne ha più ne metta, sono state in totale undici e sono rappresentate da infimi pozzetti, da una graziosa cavernetta, dal “Pozzo dell’infar­tuato”, malefica ed orrida cavità profonda 74 mt, della quale possiedo dei poco sim­patici ricordi (vedi Progressione n.36), e del più considerevole fenomeno ipogeo che fa capo all’Abisso Zar con i suoi 90 m di profondità. Logicamente, per tirare fuori un arti­colo decente, ora dovrei mettermi a de­scrivere minuziosamente la morfologia delle citate cavità, ma, e forse il lettore attento se ne sarà già reso conto dagli altri miei scritti , che questo tipo di lavoro a tavolino, per quanto sia paradossale, mi urta terribilmente: “Si scende in un poz­zetto… si risale… cavernetta… strettoia.” Uffa, che palle! Pardon: che barba. Pertanto, per non incappare in questi lavori di descrizione, continuo a girarci attorno, proprio come sto facendo ora, tirandola un po’ per le lunghe, cercando la maniera opportuna di non asfissiare di noia i miei “affezionati” lettori. Enumererò qui sotto le grotte relative a questo articolo, ringraziando l’amico Pino che ha dovuto compilare il loro elen­co. Non si tratta certamente di cavità che possano interessare ne la speleologia nazionale ne tanto meno quella interna­zionale. Comunque, chi vuoi saperne di più, si rivolga all’efficientissimo Catasto Speleoiogico della “Commissione Grotte E. Boegan”. Ringrazio la redazione sociale per io spazio “scritturale” concessomi e mi permetto di ricordare alla stessa, a voler in­serire nel prossimo numero della rivista la prima puntata riguardante le mie disav­venture speleologiche. Vi ringrazio e saluto affettuosamente il vostro “B.N.B”.
Bosco Natale

N° VG NOME QUOTA PROF. LUNGH. LOC.
6029 Grotta in proprietà Skerij 251 8,7 13
6030 Abisso Zar 239 88,5 15  Baita
6031 Pozzo dei Pomigadori 240 11,5 2  Baita
6032 Pozzo dei Muro 240  5 3  Baita
6033 Pozzo a SW di Baita 236  5 3,5  Baita
6034 Pozzo presso a 3886VG (lnfartuato) 237 74 14  Bristie
6038 Pozzo dei Rimbombo 184 17,5 16 Malchina
6039 Pozzo nei Bosco Fornace 245 15,3 7 S. Croce
6040 Pozzo dei Due Asparagi 233 15 8  Sales
6048 Grotta presso a Grotta Antica 240 24 26 Prosecco