DRYOPTERIS DILATATA IN UN BARATRO DEL CARSO TRIESTINO
Pubblicato sul n. 23 di PROGRESSIONE – Anno 1990
E stato recentemente rilevato e catastato il Baratro presso San Lorenzo, 5583 VG. Situato in una fitta pineta sulla sommità del versante nord-occidentale di una vasta dolina, è scendibile per una serie di gradoni lungo il versante SE e conduce a due brevi gallerie artificiali. Esso presenta un notevole interesse dal punto di vista speleobotanico. Infatti, già durante la sua individuazione (ottobre 1987), tra le tipiche e varie specie vegetali caratteristiche delle voragini in esso esistenti, è stata notata la singolare ed inaspettata presenza di Dryopteris dilatata (Hoffm.) A. Gray (= D. austriaca [Jacq.] Woynar sensu stricto), una Felce senz’altro anomala per l’altopiano carsico triestino.
Si tratta di un Aspidiacea appartenente al Gruppo di Dryopteris carthusiana, il quale annovera un complesso di stirpi unite fra loro da uno stesso aspetto generale: le fronde sono caratterizzate da margini triangolari ed appaiono 3-4 pennatosette, in quanto le pinnule (divisioni di 1° ordine) risultano completamente, o quasi completamente divise (almeno quelle inferiori) dalle prime basali.
Specie tetraploide, Dryopteris dilatata si distingue essenzialmente per i piccioli provvisti di squame bicolori, nerastre al centro e pallido-ferruginee sui margini, a differenza di quelli di Dryopteris carthusiana, ove le squame sono completamente di colore ferrugineo-rossastro.
Nel baratro, Dryopteris dilatata si sviluppa vigorosamente, in diversi esemplari, lungo la scivolosa ed infida china cosparsa di materiale organico marcescente, emergendo da un quasi continuo e spesso strato costituito soprattutto da foglie aghiformi di Pino nero. Un primo evidente nucleo è situato a 5 m di profondità ed a 11 m dal margine superiore della china; un’altra stazione, più ridotta, è insediata a 7 m di profondità e dopo 16 m scendendo la china stessa, quasi alla sua fine. Le fronde, in taluni casi, raggiungono i 60 cm di lunghezza. Accanto a Dryopteris dilatata si sviluppa anche, poderosa, Dryopteris filix-mas (con fronde di 90 cm di lunghezza) mentre sulle pareti abbonda Asplenium trichomanes, accompagnato da Asplenium Ruta-muraria e dalla ruderale Mycelis muralis.
La presenza di Dryopteris dilatata (specie a distribuzione circumboreale, delle zone fredde e temperato-fredde dell’Europa, Asia e Nord-America), è qui sorprendente in quanto il suo habitat usuale, nella nostra penisola, è quello delle brughiere subalpine e dei boschi di Conifere, dai 200 ai 2400 m di altitudine. Il fatto può essere chiarito precisando che il substrato e le condizioni microclimatiche, venutesi a determinare nel sito, sono analoghe a quelle del tipico habitat primario: si’è in sostanza riproposto, in modo tanto fedele quanto mirabile, l’ambiente classico di sviluppo della specie con tutte le rispettive specifiche caratteristiche. Nè MARCHESETTI, nè POSPICHAL, nelle loro autorevoli Flore risalenti alla fine del secolo scorso, citano la specie presente sul Carso di Trieste.
E questa la seconda segnalazione di Dryopteris dilatata sul Carso triestino: la prima, del 7.11.1986, è relativa alla Fovea del Masso, 1204 VG, cavità ubicata in una fitta pineta di rimboschimento a nord-ovest di Villa Opicina. Nel ridotto ma pur marcato sprofondamento nel quale si apre la Fovea, Dryopteris dilatata si sviluppa abbondantemente in modo molto rigoglioso, quasi lussureggiante. Inoltre, pochi metri distante dall’imboccatura della cavità (segnalatami da quella magica istituzione che è Dario Marini), crescono ottimamente alcuni esemplari di Dryopteris fillx-mas (Felce maschio) e di Athyrium filix-foemina (Felce femmina). Anche in questa cavità le condizioni del substrato e la situazione microclimatica risultano pressochè identiche a quelle riscontrate nel Baratro presso San Lorenzo, simulando anche in tal caso l’habitat primario.
In Italia Dryopteris dilatata appare comune sulle Alpi, sull’Appennino Settentrionale e, più ad ovest, risulta pure presente in Corsica. È stata altresì segnalata sporadicamente sui M.ti Sibillini, presso Anagni e sul Monte Alburno.
Elio Polli
5583 VG – BARATRO PRESSO SAN LORENZO
CTR Basovizza – Long. 13° 52′ 28” 2 – Lat. 45° 38’ 24″ 3; Quota ingr.: m 403; Prof.: m 8; Lungh.: m 10 (+18 art.) – Ril.: 24.12.1989, Pino Guidi, Elio Polli