Grotta Scaloria et altre

 

Grotta di Sant’Angelo, 1981. Da sinistra: S. Vecchiet, B. Redivo, M. Delise, F. Finocchiaro, C. Finocchiaro; a terra: N. Bone.

Pubblicato su PROGRESSIONE 100 – Anno 1983
Scrivendo di Sciacca mi sono ricordato della Puglia dove, tanti anni fa, la Commissione ha operato. Nel dicembre 1956 infatti Medeot, Coloni, Vianello e Tommasini esplorarono alcune cavità sull’altopiano delle Murge e tra que­ste la «Grave di Faraualla» che con i suoi 256 m fu, a quel tempo, la più profonda grotta dell’Ita­lia Meridionale. L’esplorazione che presentò parecchie difficoltà tecniche per carenza di materiali, fu seguita con grande entusiasmo da tutta la popolazione di Altamura, nella spe­ranza si trattasse di un’altra Castellana, tanto che vi partecipò l’intera giunta comunale, sin­daco in testa, alla manovra della corda di sicu­rezza mentre i consiglieri di opposizione si occupavano del recupero delle scale. Parte del gruppo stanco e lacero si trasferì poi a Sciacca.
Nel settembre del 1967 poi, invitati dal prof. Tiné, la Commissione effettuò la completa esplorazione e rilievo della grotta Scaloria nei pressi di Manfredonia. Questa notevole caver­na conserva le testimonianze di antichi riti del primo neolitico (IV-V millennio) dove un culto dell’acqua o della pioggia, si esprimeva con la collocazione di grossi vasi, alle volte dipinti, sotto le stalattiti per raccogliere lo stillicidio. Abbiamo trovato tutto così come era stato sistemato a suo tempo, solo che dai vasi erano spuntate stalagmiti alte sino a 2 m. L’ambiente, ricco di bellissime concrezioni, finiva in alcuni laghetti ricoperti da veli di calcite mentre ovun­que vi erano tracce delle visitazioni preistoriche come: vaschette scavate nel pavimento, tracce di fuochi e soprattutto uno scheletro con i femori spezzati, forse testimonianza di una tra­gedia speleologica di 6000 anni fa. Mentre Davanzo e Duda procedevano con il rilievo, decidemmo sul momento di fissare il ricordo di quello spettacolo suggestivo tentando, dopo aver impiantato sino al fondo della grotta una linea elettrica a 220V, di girare una documenta­zione cinematografica. Modestia a parte ne è uscito un filmetto che è tra i più belli mi sia capitato di vedere.
Purtroppo tutto il materiale archeologico è stato ormai asportato per cui questo unico, eccezionale, tempio preistorico non esiste più.
                                                                                                         Giulio Perotti