TRAVERSATA HUNDIDERO-GATO – RONDA (MALAGA)
Una meta interessante ed accessibile anche a spedizioni poco agguerrite o quasi prive di materiale (40 m di corda, battelli o tute) è la traversata Flundidero-Gato a pochi chilometri da Ronda, raggiungibile in automobile o addirittura in treno (Gato).
L’inghiottitoio Hundidero si apre in una grande dolina a 3 km da Montejacque sotto la strada che scende a Benaojan (dove arriva anche la ferrovia). L’ingresso è a 593 m s.l.m., la risorgiva a 423 m. Lo sviluppo totale è di 4760 m.
L’acqua della cavità è quella del rio Gaduares, che presso la risorgiva Gato riceve l’afflusso del Guadiaro e molte altre infiltrazioni più in alto. Nel 1920 si costruì nella vallata a monte una diga per scopi idroelettrici ma … il bacino non si riempì mai! L’acqua sottratta alla grotta dallo sbarramento, vi ritornò attraverso le fenditure della roccia carsica. Si posero in opera dei manufatti, anche nella grotta, per imbrigliare le perdite ma fu tutto inutile ed il progetto fu abbandonato. Ora in magra (estate) gran parte dell’acqua scorre in un sistema impenetrabile di fenditure sottostanti alle gallerie per vie, che però nei periodi piovosi (inverno) vengono invase da piene di violenza incredibile. Già numerosi esploratori vi hanno perso la vita per aver affrontato la traversata con leggerezza ed in periodo sfavorevole. Alcuni anni fa una piena bloccò cinque persone all’interno per una settimana. Per liberarle fu attrezzata una traversata alta di ben 3000 m, ma solo quattro furono tratte in salvo. Pochi mesi prima del nostro arrivo due giovani erano morti per aver tentato la traversata con impianti di illuminazione poco efficienti.
In periodo di magra invece è una grotta facile e divertente per i molti laghi da superare con ambienti spesso ampi e mai claustrofobici.
Con le mute il tempo di percorrenza può essere anche inferiore a due ore.
La grotta è frequente meta di maxi-spedizioni di speleologi andalusi e non, che erigono piccole tendopoli nei prati vicini alla risorgiva e che spesso si fanno accompagnare da mogli e figli. Le squadre entrano in grotta a gruppi a tutte le ore del giorno e della notte.
Nel complesso quindi un’occasione di incontro che non coinvolge solo lo speleologo ma anche la sua famiglia, cosa che in Italia non avviene mai o quasi. Da noi significa quasi sempre l’abbandono della speleologia, almeno di quella esplorativa.
Per visitare la grotta è necessario prendere accordi con i gruppi locali in quanto l’accesso è regolamentato dalle autorità di Montejacque a causa della potenziale pericolosità di cui sopra.
Fabio Feresin
