Raspo / Raŝpor 1925 – 2025, 100 anni di esplorazioni

Il programma della manifestazione.

Il 25 agosto 1925, nel corso di una spedizione all’abisso Bertarelli degli speleologi dell’Alpina, una piena improvvisa trascinava nella voragine, uccidendoli, due giovani del posto, Carlo e Biagio Bosich, impiegati per le manovre sul grande pozzo interno.

La rappresentanza della CGEB a Raspo

Sabato 23 e domenica 24 agosto 2025 si sono svolte, dopo frenetiche settimane di preparazione, le cerimonie rievocative indette dalle due società di Trieste (Società Alpina delle Giulie e Associazione XXX Ottobre che allora avevano dato vita alla ‘corsa al primato’) e dal Hrvatski Speleološki Savez, l’Associazione degli speleologi croati, che ha proseguito le esplorazioni oltre il sifone che aveva allora fermato gli speleo italiani più che raddoppiando lo sviluppo della grotta.

Frenetiche settimane in quanto realizzare dieci banner, una ‘vela’ e una dozzina di pikoglass per allestire una mostra concordata con i colleghi croati, nonché una targa metallica da apporre sul sito dell’incidente è stata un’opera che ha impegnato non poco la nostra bibliotecaria Serena nella ricerca dei documenti e il responsabile dell’archivio fotografico Giuliano dapprima a individuare le foto da utilizzare per i banner e quindi alla realizzazione degli stessi.

La targa in memoria di Carlo e Biagio Bozic

Il mattino di sabato 23 una sessantina di speleologi triestini e croati si sono trovati davanti al piccolo cimitero di Raspo, sito a pochi passi dall’ingresso della grotta, per lo scoprimento della targa su cui, a fianco del rilievo di allora della grotta, brevi parole in croato e italiano ricordano la tragica scomparsa delle due giovani vite.

La commemorazione è stata aperta dalle parole della sindaca di Lanišće Marijan Poropat, cui sono seguiti gli interventi di Dalibor Res, rappresentante degli speleologi croati, e dei Presidenti della Società Alpina delle Giulie Paolo Toffanin e della Associazione XXX Ottobre Maurizio De Angelis che hanno tracciato a grandi linee il susseguirsi degli avvenimenti di cent’anni fa mettendo l’accento sul fatto che le generazioni di speleologi si susseguono cambiando uomini e tecniche mentre la Grotta è sempre lì, immutata. Quindi allo scoprimento della targa sono stati chiamati il più giovane ed il più vecchio dei grottisti presenti: un diciottenne Aron Viezzoli del Gruppo Grotte della XXX Ottobre ed un ottuagenario Pino Guidi della Commissione Grotte “E. Boegan” dell’Alpina.

Al termine della cerimonia alcuni speleologi italiani e croati sono scesi in grotta, mentre parte della folta rappresentanza della Commissione Grotte si sono trasferiti a Baredine, dove negli spazi espositivi della grotta turistica,  messi a disposizione da Silvio Legovic, viene allestita la parte italiana della mostra rievocativa sistemando i dieci banner, i  pikoglas con le riproduzioni dei vecchi rilievi e documenti e alcuni attrezzi usati allora. La mostra è completata da una serie di foto delle esplorazioni recenti fatte dagli speleologi croati, dal gigantesco nuovo rilievo della grotta e dall’esposizione di attrezzatura antica e moderna.

Domenica 24 ci si ritrova tutti a Baredine per partecipare all’inaugurazione della mostra e alla presentazione del libro che Lovell Kukuljan sta preparando su 100 anni di esplorazioni nella grotta di Raspo. Alle 14, davanti ad un folto pubblico, dopo un breve saluto della  rappresentante della Comunità locale, del rappresentante della Comunità Italiana di Parenzo, dei Presidenti dell’Alpina e della XXX Ottobre, del Presidente dello Hrvatski speleološki savez, e di Silvio Legovic patron della Grotta Baredine e nostro anfitrione, accompagnati dalla musica di una piccola banda viene tagliato il nastro – per l’occasione un cordino usato numerose volte durante le  recenti esplorazioni – e inaugurata ufficialmente la mostra.

Conclusa la parte formale della manifestazione ai convenuti è stato offerto un saporito piatto di  “minestra de bobici”, offerto dalla comunità di Baredine, e un prosciutto cotto, ancora fumante, in rappresentanza della triestinità. La parte mangereccia concludeva, spazzolate anche un paio di guantiere di dolci caratteristici della cucina triestina, così le due giornate dedicate al ricordo dell’esplorazione dell’Abisso Bertarelli avvenuta cent’anni prima e alla celebrazione delle nuove scoperte messe a frutto negli ultimi anni.

La mostra rimarrà aperta nel comprensorio turistico di Baredine sino a fine estate, per essere poi presentata ad altri eventi in Italia.

Pino Guidi