SPEDIZIONE EL MONCADA – CUBA

PREMESSA
La Spedizione ha fatto parte del “Pro-yecto “El Moncada” C.N.E.N. Jimenez”, deliberato dal direttivo della Sociedad Espeleologica de Cuba, per il cui completamento saranno necessarie altre Spedizioni. Questa prima fase nasce con un programma molto ambizioso:
- Esplorazione, accatastamento e rilievo di nuove cavità in una zona inesplorata della Sierra de Los Organos – Viñales.
- Inizio rilievo con sistema tridimensiona le e relativa cartografia della grotta di Santo Tomas-El Moncada, Monumento nazionale.
- Raccolta e relativo studio delle acque, individuazione di organismi viventi e microrganismi nelle acque carsiche delle grotte in esplorazione da parte di biologi dell’Istituto di Carsismo di Postumia (Slovenia).
- Contatti e individuazione del sito per la costruzione di un laboratorio internazionale di Biospeleologia in località El Moncada.
- Incontro di studio ed esercitazioni pratiche per l’integrazione dei diversi sistemi di soccorso in grotta.
La spedizione aveva il patrocinio della S.S.I. (Società Speleologica Italiana), della S.E.C. (Sociedad Espeleologica Cubana), della F.S.V. (Fed. Speleo-Veneta), della F.S.T. (Fed. Speleo Toscana), della C.G.E. Boegan TS e del C.A.I. e ha visto la partecipazione di studiosi dell’Accademia delle Scienze della Slovenia e di Cuba.
Il suo promotore, Galliano Bressan, aveva già effettuato in anni precedenti alcune esplorazioni nel Distretto di Viñales ed aveva preso contatti con gli speleologi locali. La visita in Italia del Presidente della S.E.C. e di tre suoi collaboratori è stata propedeutica al lavoro che si sarebbe svolto a Cuba, principalmente nella grotta Santo Tomas, nella quale si vuole realizzare un polo di studio, con una completa documentazione adeguata ai tempi moderni. Per questo la visita del quartetto a Postumia, S. Canziano, Grotta Gigante ha voluto rappresentare quanto è stato fatto fino ad oggi in tre delle più famose grotte turistiche europee.
LOGISTICA
Il volo aereo per raggiungere Cuba richiede uno scalo intermedio obbligato che può essere scelto in funzione delle variabili preferite tra Madrid, Parigi, Londra, Francoforte. Un’alternativa valida che offre un buon rapporto costo/tempo di volo è la scelta del vettore Aeroflot, con scalo a Mosca.
Il visto d’ingresso a Cuba è facilmente acquistabile presso l’agenzia viaggi al costo di 25 € ma c’è una certa difficoltà ad acquistarlo separatamente dal biglietto aereo. Nel nostro caso è stato possibile usufruire di un visto scientifico procuratoci dalla S

.E.C. che ci è pervenuto poco prima della partenza. Può essere opportuna
un’assicurazione infortuni, di cui al nostro ingresso in Cuba non ci è stato richiesto di esibire la relativa documentazione. Gli spostamenti locali possono essere fatti con auto a noleggio al costo di circa 65 c.u.c./g + benzina, o con servizi di linea che vanno prenotati con anticipo.
Trasferimenti all’interno di una provincia possono essere fatti su pittoreschi camion attrezzati. A L’Avana la S.E.C. dispone di una sede che offre un servizio di foresteria e uso cucina a costo zero per chi è in transito. Bisogna avere un certo spirito di adattamento. Al nostro arrivo a L’Avana ci siamo trasferiti la sera stessa a El Moncada, a una mezz’ora da Viñales, dove ci è stata assegnata una stanza nel complesso della Escuela de Espeleologia “A.N. Jimenez”.
La Escuela, nata nel 1984 con propositi e strutture di livello superiore, è andata sempre più in decadenza in conseguenza delle condizioni socio-economiche sempre più difficili. Al momento riesce a organizzare quasi ogni anno un corso con una quarantina di iscritti. Dispone di un discreto magazzino di equipaggiamento, grazie alle donazioni delle diverse spedizioni estere che vi fanno visita. L’ospitalità offerta va comunque ripagata con un contributo, anche se non richiesto, per affrontare per lo meno le spese vive. Questo in applicazione degli accordi previsti dalla “Carta di Casola”.
AMBIENTE

La Escuela è situata a ridosso di un massiccio mogote dell’altezza di 150 m, la Sierra de Quemado, sul quale si apre, evidente a mezza altezza, uno degli ingressi della Cueva de Santo Tomas, il cui sviluppo si aggira sui 46 km, considerata fino a poco tempo fa la più estesa di Cuba. I Mogotes sono le caratteristiche formazioni calcaree risalenti al Quaternario, che si estendono per svariati chilometri intorno alla rinomata valle di Viñales, uno dei gioielli del turismo cubano. Appaiono come un accatastamento di giganteschi panettoni rocciosi, risultato di un carsismo spinto all’estremo dalla forte piovosità del clima tropicale. Pareti traforate da una quantità di grotte il cui numero e ubicazione non sono ancora esattamente conosciute e tantomeno cartografate. Percorrendo in auto le valli secondarie, le pareti si alzano verticali per 150/400 m, coperte di vegetazione lussureggiante che in parte nasconde alla vista le numerose aperture con concrezioni fossili che a diverse altezze indicano la presenza di cavità sotterranee. Alcune veramente grandiose sono visibili a km di distanza, altre sono brevemente raggiungibili dalla strada. L’accentuato carsismo si rivela con gallerie, ambienti e formazioni di grande dimensione.
La dissoluzione di un altipiano di tipo carsico, oltre alla formazione dei mogotes, ha generato anche ampie doline il cui fondo, coperto da ammassi di grandi blocchi, indica la sicura origine da crolli. Infatti queste doline sono sempre uno snodo di collegamento tra diverse gallerie che vanno a svilupparsi su diversi livelli. Sono chiamate in lingua locale “hoyos” ma anche -dolina- è di uso corrente. Morfologicamente, per le loro pareti scoscese, non ricordano molto il cratere regolare delle classiche doline nostrane, e probabilmente gran parte di esse non sono raggiungibili con percorso esterno.
L’aver incontrato nel Hoyo de Fania tre maiali allo stato brado, ci ha fatto supporre che un accenno di sentiero potesse portare fuori dalla dolina, verso il villaggio, costituendo inoltre la possibile chiusura di un percorso non ufficialmente turistico che permette di vedere l’ingrottamento del Rio Santo Tomas. Le pareti dei mogotes sono l’habitat perfetto per gli avvoltoi collorosso che puntualmente alla mattina oscurano il cielo sopra la Escuela, con il loro geometrico volo planato.
LAVORO SPELEO

Galliano Bressan, partito in anticipo per organizzare la logistica, ci comunicava 25 giorni prima della nostra partenza che la parte esplorativa della Grotta Palmarito, per la quale era previsto l’uso di attrezzatura “acquatica”, non poteva essere realizzata a causa del mancato benestare dell’Autorità del Parco Nazionale e forse per qualche intralcio locale. Il complesso del Palmarito è un boccone prelibato, avendo ormai superato per sviluppo quello di Santo Tomas, raggiungendo lo sviluppo di 60 km, con altri rami che devono ancora essere esplorati e rilevati.
Questo ha portato alla defezione dell’intero gruppo di Malo (4 componenti) e di 2 componenti del gruppo di Lucca. Con-seguentemente tutto il programma è stato ridimensionato e per sommi capi si è svolto in tal modo:
1° giorno – Ricognizione dei rami Antorchas, Incognita, Rivero.
2° giorno – Addestramento di 3 soci S.E.C, volontari sull’uso del teodolite. Visita al ramo “Escarlata”.
3° giorno – Collegamento per mezzo del teodolite dell’ingresso con punti riconoscibili sul terreno e presenti sulla carta al 10.000 disponibile, così da georeferenziare l’ingresso con sufficiente precisione. L’uso del GPS disponibile non dava risultati con soddisfacente approssimazione. Questa operazione permetterà in seguito di effettuare una poligonale strumentale dei rami principali della grotta, orientandola con precisione al Nord geografico.
4° giorno – Tentativo di messa a punto degli strumenti Disto X in collegamento Bluetooth con il computer. I ragazzi della S.E.C. hanno dimostrato ottime capacità nell’uso del computer e dell’applicazione dei software speleo. Ciononostante non si è riusciti a far dialogare computer e Disto al fine di scaricare i dati di rilievo quotidiano e a effettuare le calibrazioni al momento di sostituire le batterie. Questo ha costituito un grave handicap perché, oltre a costringere al trasferimento manuale dei dati di rilievo, non si è potuto finalizzare il lavoro con il programma Pocket Topo. I dati inseriti hanno comunque permesso di visualizzare in computer l’andamento della grotta anche in 3D secondo il programma Compass.
I giorni 23, 24, 26, 27 dicembre sono stati dedicati al rilievo dei rami visitati e a ricognizioni esterne.
Le due squadre di rilievo erano guidate da Galliano Bressan e Nico Zuffi, con i quali hanno collaborato ragazzi e signore cubani in numero di 4/5 componenti per squadra, in alternanza. Uno dei due Disto è stato donato dalla F.S.V. alla speleologia cubana. L’altro è stato cortesemente offerto in uso dalla C.G.E.B.
In complesso sono stati rilevati con tutti i dettagli 2.5 km di grotta. A sorpresa, quasi come “prova d’esame”, i ragazzi della S.E.C. hanno realizzato in modo autonomo il rilievo della parte finale del ramo Incognita, quello che nel volume/bibbia di A.N. Jiménez “La Gran Caverna de Santo Tomas” viene descritto: “Ciento treinta y cuatro metros màs adelante, la cueva al parecer se cierra por incontables formaciones estalactiticas, entre las cuales no podemos pasar hacia adelante. Este lugar es nombrado la Selva de las Estalactitas”.
I ragazzi, forzando un passaggio e proseguendo in ambienti non molto grandi, dopo una cinquantina di metri si sono affacciati da una finestra sulla sottostante valle, scoprendo un ulteriore accesso. Era il giorno di Natale, giorno in cui noi tutti siamo stati al mare a Cayo Jutias.
Nell’ultimo giorno operativo, una puntata pomeridiana in direzione Sud lungo la parete del Mogote, ha portato all’esplorazione di una grotta che si apre in una evidente frattura inclinata e che raccoglie le acque di un rio secondario. La parte iniziale è facilmente accessibile, anche se ingombra di detriti, ma un’ampia pozza d’ acqua maleodorante costituisce una prima sgradevole barriera, superata la quale si prosegue per qualche decina di metri. Da qui si impone un’attrezzatura più adeguata che non quella di un’uscita estemporanea e probabilmente si giungerebbe a qualche scoperta interessante.
A questo punto è opportuna una riflessione di tipo ambientale. A monte del rio appena descritto è ubicato un grosso impianto di allevamento pollame, i cui scarti vengono gettati nella scarpata soprastante il rio, mancando a El Moncada un impianto di smaltimento e un’adeguata rete fognaria e impianto di depurazione. L’originario programma di collaborazione subiva un’ulteriore amputazione in quanto si pensava di proseguire i lavori fino al 4/5 gennaio. La squadra cubana, in buona parte de L’Avana, decideva di rientrare a casa per l’ultimo dell’anno. A questa comitiva si aggregavano Giulia Bartolini e i due sloveni, che avevano completato le loro analisi e campionamenti, per dedicarsi a un più rilassante periodo di vacanza turistico/balneare.
MICROBIOLOGIA
Il lavoro dei microbiologi di Postumia, Janez Mulec e Andreea Oarga è stato portato a termine con successo in tutti i suoi aspetti. In particolare Janez ha applicato una metodologia che lui per primo ha messo a punto per un’analisi rapida, semplice e a basso costo per rilevare la contaminazione delle acque. Il metodo è coperto da brevetto internazionale e si avvale di un mini laboratorio portatile che ha il pregio di dare risposte immediate sul posto. La metodologia si basa sull’uso delle piastre di prova Ridacount (R-Biopharm, Germania) per ottenere una panoramica sui microrganismi quali batteri eterotrofi aerobi-ci, Escherichia coli e batteri coliformi totali convenzionali, salmonella e enterobatteri, lieviti e muffe.
Questi sono utili indicatori per osservare lo stato di salute di determinati habitat sotterranei. Complessivamente sono stati testati 12 diversi campioni d’acqua ed analizzati 5 diversi siti per osservare il numero di microrganismi nell’aria. Andrea ha prelevato campioni di acqua, previo filtraggio con una maglia di 60 micrometri, da diverse pozze d’acqua per identificare la fauna a livello di gruppo e di specie. Il lavoro di identificazione dei gruppi e delle specie necessita di successivi esami di laboratorio con microscopio binoculare da dissezione e l’utilizzo di chiavi di identificazione. In conclusione i ricercatori di microbiologia di Postumia hanno riscontrato valori abbastanza compatibili con la situazione ambientale di vicinanza a un centro abitato, senza coefficienti di particolare gravità. Il lavoro di elaborazione dati deve essere completato.
FAUNA e FLORA IPOGEA
La temperatura media di 26° e la relativa brevità dei tratti di galleria compresi tra le due aperture favoriscono la vita di organismi superiori. Oltre agli immancabili pipistrelli, sono stati visti in zone completamente oscure un serpente di 80 cm, non meglio identificato, diversi ragni di grandi dimensioni, una rana con occhi visibilmente adattati all’oscurità e gamberi di 20 cm di lunghezza. In qualche sala, la volta è particolarmente prossima alla superficie esterna e si possono osservare radici pendule. Sulla verticale delle stesse, al suolo, è curiosa la presenza di un piccolo “giardinetto” che si sviluppa dalle semenze che riescono a filtrare quasi per osmosi attraverso lo spessore della volta. La vegetazione di consistenza erbacea (macagua) che si sviluppa, sottile e in altezza alla ricerca della luce, ha vita effimera. Al contrario, in forma radicata attecchiscono, grazie all’alta temperatura, le spore di Istoplasma che trovano ideale terreno di coltura nel guano dei pipistrelli. È un’insidia che va prevenuta con attenzione, perché le spore, mescolate con la polvere del suolo, possono essere facilmente inalate nei polmoni con la respirazione, e provocare gravi danni.
LE GROTTE
L’accesso turistico a Santo Tomas è a 300 m dal centro del paese, mentre l’ingresso “libero” si raggiunge uscendo dal recinto della Escuela per 30 m su strada. Si attraversa una piccola coltivazione spontanea di caffè e si risale un ripido pendio con fitta vegetazione tropicale. Un portale è occluso in buona parte da grandi massi di crollo che costringono a usare le mani per scendere pochi metri e raggiungere il livello del pavimento della grotta che ha uno sviluppo praticamente orizzontale.
Fitte cortine di stalattiti a cascata, colonne di varie forme e dimensioni che saldano volta e suolo, sale molto grandi di 8 e più metri di altezza e fino a 15 m di larghezza, stalagmiti che terminano con un disco piatto inclinato di 45° (paletas), sono le prime immagini che colpiscono. Vaste zone del pavimento sono costituite dalle caratteristiche formazioni di Pinulitas (piccoli pini) che purtroppo non si può fare a meno di calpestare.
La galleria Antorchas sbocca nella Incognita con un salto di 6 m, che rappresenta un diverso livello delle gallerie successive (El Crucero). Quasi di fronte si risale una rampa che permette di raggiungere il Salon del Caos e quindi con breve e interessante percorso si arriva alla Escarlata, la vera grande attrazione di Santo Tomas, una meraviglia mozzafiato. Qui ci si addentra in un labirinto fitto di passaggi con le più fantasiose concrezioni di bianchissima calcite e aragonite che nemmeno la più raffinata arte vetraria di Murano potrebbe imitare. Formazioni dalle varie gradazioni rossastre, e poi quelle perfettamente incolori che si moltiplicano in un intreccio di fili, ragnatele, cannelli, spirali, contro ogni apparente legge della fisica e della gravità. Uno scrigno di rara bellezza da preservare da una frequentazione selvaggia e dal vandalismo.
La galleria Incognita sbocca dopo circa 800 m nella dolina de Los Derrumbes attraversata la quale ci si può addentrare nella galleria Rivero. Questa dopo 150 m conduce alla dolina Fanìa, dove tra le diverse possibilità, imboccando la galleria del Salon si raggiunge la grande sala in cui si erge la grande stalagmite di 24 m di altezza con ai suoi piedi la curiosa formazione El Gato.
Con un percorso di circa 1 km si raggiunge l’uscita sulla valle di Santo Tomas e la Cueva de las Represas dove il Rio va a ingrottarsi. Qui siamo a 202 m slm, mentre l’uscita delle acque nella valle de Quemado è a 113 m slm. L’intera grotta si sviluppa nel sottosuolo della Sierra de Quemado, interessando una superficie di 1000×2000 m. Lo sviluppo complessivo valutato in 46 km deriva da una moltitudine intricatissima di gallerie sovrapposte su 7 diversi livelli, molte con evidenti segni (scallops, canale di volta) del passaggio violento di acque sotterranee in epoche geologicamente distanti. Tra il livello superiore e quello inferiore è stato misurato nei primi rilievi un dislivello di 89 m. Gli accurati rilievi originali di A.N. Jimenez sono andati persi, da qui la necessità di provvedere a una nuova stesura. La conformazione a tunnel dei vari rami di grotta fa sì che vi sia una quasi permanente circolazione d’aria che va dai 2 ai 4 m/sec. Le rocce di copertura sono caratterizzate dai temuti Diente de Perro, affilate erosioni che ricordano amplificati i nostri “campi solcati”.
L’isola di Cuba è praticamente tutta calcarea per cui è possibile trovare grotte quasi ovunque, alcune di esse molto particolari e sfruttate per uso turistico. Una delle più frequentate è la Bellamar presso Matanzas, nota per gli affioramenti di fossili. Anche nella famosa spiaggia di Varadero è possibile visitare la grotta di Saturno e fare una fresca nuotata.
Certo che per la sua unicità andrebbe visitata la grotta Martin Infierno, dove non si può che restare esterrefatti dalla visione offerta dalla stalagmite più alta finora conosciuta al mondo, che raggiunge gli 87 m. Riempirebbe quasi per intero l’altezza della nostra Grotta Gigante. Purtroppo trovandosi in una zona (Cumanayagua) non molto frequentata dai classici itinerari turistici, la sua visita va programmata con un’agenzia specializzata.
Le potenzialità speleologiche di Cuba sono quasi infinite. Le molte zone sotto vincolo militare, un eccessivo protezionismo ambientale, forse qualche gelosia locale, impediscono un maggiore sviluppo dell’attività esplorativa. Anche la S.E.C., a corto di mezzi, fa quello che può in attesa di finanziamenti e di un appoggio governativo che le consenta maggiori capacità operative.
NOTE CUBANE
Il senso di solidarietà della popolazione si manifesta in ogni occasione, c’è inoltre un alto senso di civismo. Perfetta è l’integrazione tra i vari gruppi etnici.
Le code sono all’ordine del giorno per molti servizi e nessuno fa il “furbo”.
La valuta è sdoppiata in due unità: il Peso convertible (C.U.C.) agganciato al dollaro USA e il Peso, moneda nacional, che vale 1/24. Il C.U.C. (se-u-se) è di uso prevalente per il turista, mentre il Peso è usato principalmente dalla popolazione locale. L’uso della doppia valuta richiede un minimo di rodaggio. I supermercati dove si paga solo in cuc sono forniti di tutto, a prezzi circa europei. I negozi per acquisti in Pesos hanno gli scaffali semivuoti ma quello che si trova è a prezzi irrisori, così come i piccoli punti di ristoro nelle case private, davvero consigliabili.
I luoghi frequentati dai turisti sono mantenuti in perfetto ordine e pulizia. L’edilizia privata è molto spesso in condizioni precarie, ma fortunatamente non esistono bidonvilles.
Gli alberghi hanno prezzi abbordabili e offrono buon servizio. In alternativa una fitta rete di “case particular” (tipo B&B) offre stanze a tre letti per 25 cuc (20).
Non c’è internet ma solo la posta elettronica con connessione spesso altalenante.
Danza e musica rendono la vita meno grigia alla popolazione che non vede grandi prospettive per il futuro, ma avere assicurati a costo quasi zero istruzione, sanità, trasporti pubblici, casa, aiuta a sopportare una situazione politico/economica in progressiva evoluzione.
Nico zuffi
BIBLIOGRAFIA
A. NùÑez Jimenez – La Gran Caverna de Santo Tomas – Giulia Bartolini – Testo pubblicato per il Gruppo Speleologico di Lucca
