Il 4 ottobre 2020 si è svolto presso la Grotta di Padriciano l’Open Day in occasione della Giornata Nazionale della Speleologia organizzata dalla Società Speleologica Italiana e dal Club Alpino Italiano. I partecipanti, accompagnati dai volontari della CGEB, hanno avuto modo di scoprire il mondo della speleologia dal punto di vista storico, ambientale, geologico e con una dimostrazione finale di progressione in corda.
Le visite si sono articolate esternamente con un’introduzione al territorio circostante la grotta, evidenziando le mutate caratteristiche ambientali, le notizie storiche e la descrizione della struttura geologica della zona in questione. La visita è successivamente proseguita all’interno della cavità soffermandosi su punti d’interesse particolare sia di carattere geologico che storico. Su una parete vicino all’uscita è stata effettuata una dimostrazione pratica di progressione speleologica su corda, illustrando gli attrezzi in uso e spiegandone dettagliatamente scopo e funzione.
A conclusione della visita, all’esterno dell’ingresso, è stata fatta una proiezione con spiegazione diretta da parte di un operatore, improntata sul tema Ecologia e Inquinamento dell’ambiente Ipogeo.
L’intero evento aveva come obbiettivo principale la valorizzazione del territorio e degli ambienti ipogei in generale, con particolare attenzione alla promozione della multidisciplinarietà della pratica speleologica.
Il titolo si ispira ad uno dei più illustri proprietari della Grotta, un oste che sopra ad altri profuse notevoli sforzi nella ricerca delle acque sotterranee all’interno della stessa. In seguito attrezzò la prima parte della grotta ad uso turistico.
Seguì le sue orme Giacomo Svetina, uno dei più famosi e controversi protagonisti della ricerca al fiume Timavo.
Svetina si calò all’interno della Grotta di Padriciano assieme al noto ingegnere minerario Antonio Federico Lindner, anche esso protagonista indiscusso della ricerca del Timavo, ed assieme lasciarono traccia del loro passaggio incidendo i loro nomi sulla parete.
Nutrita parte della visita verteva su quello che è l’interessantissimo patrimonio storico della cavità caratterizzato da ardite esplorazioni e grandi nomi della speleologia triestina (e mi sbilancerei dicendo anche dell’allora speleologia mondiale), ma anche di visitatori meno famosi o addirittura ignoti. Moltissimi lasciarono traccia del loro passaggio firmandosi sulle pareti della cavità, ad oggi sono state catalogate oltre 250 iscrizioni leggibili, ma i lavori di catalogazione e ricerca storica sono ancora in corso.
Per tirare le somme della giornata credo si possa ritenere un buon risultato, seppur tranquillamente migliorabile, inoltre abbiamo scoperto d’avere una quantità notevole di materiale da poter esporre e sicuramente lo faremo.