ASPETTI VEGETAZIONALI DELLA CAVERNA ZJATICH (PEČINA V ZJATICH, 2708 S/378 VG) PRESSO SKADANŠČINA E DI ULTERIORI IPOGEI DELLA VALSECCA DI CASTELNUOVO (MATARSKO PODOLJE, SLOVENIJA)
Pubblicato sul n. 59 di Progressione anno 2012
LA VALSECCA DI CASTELNUOVO (MATARSKO PODOLJE)
La Valsecca di Castelnuovo (Matarsko Podolje) è un solco molto ampio che, con moderata pendenza, si sviluppa da sud-est a nord-ovest dalla località di Castelnuovo (Podgrad, 550 m) a quella di Erpelle-Cosina (Hrpelje-Kozina, 500 m). Esso si raccorda con l’altipiano carsico a settentrione, insinuandosi nella Val Rosandra (Glinščica) ad est e protraendosi a sud verso l’altipiano di San Servolo (Socerb, Zgornji Kras); raccoglie l’acqua da una serie di torrenti che, da nord-est, scendono dai colli marnoso-arenacei della Birchinia (Brkini). Le rete idrografica più importante di questo territorio è correlata con gli inghiottitoi presenti nelle adiacenze di Bresovica, Odolina, Hotična e Slivje e le cui acque riappaiono, nella maggior parte dei casi, nelle sorgenti del Risano (Rižana) e dell’Ospo (Osapska reka).
I rilievi della Birchinia sono rappresentati dalla formazione silico-clastica del “flysch” (età terziaria), già presente nella provincia di Trieste, nell’Istria e nelle Prealpi Giulie. Le caratteristiche climatiche della Birchinia sono ricollegabili a quelle continentali prealpine, con una temperatura media annuale inferiore ai 10°C e con un assommare di precipitazioni aggirantesi sui 1600 mm all’anno.
La struttura della Valsecca di Castelnuovo – già in passato (a partire dall’inizio del 1900) obiettivo di numerosi studi, ricerche ed esplorazioni speleologiche – è caratterizzata, longitudinalmente, dalla linea di contatto tra la formazione del “flysch” e la compagne calcarea sottostante. Mentre il versante meridionale e l’asse del solco si sviluppano entro i suoli calcareo-dolomitici (mesozoici e cenozoici) con una morfologia carsica, diverso è l’aspetto del versante settentrionale marnoso-arenaceo, costituito d’armoniose ondulazioni, incise da acque a regime torrentizio e con una rigogliosa e varia copertura vegetale. Dai rilievi della Birchinia hanno dunque tratto origine numerosi bacini idrici chiusi, i cui corsi d’acqua s’inabissano nella loro fase terminale in inghiottitoi, in corrispondenza del contatto tra il “flysch” e la formazione calcarea.
Negli Anni ’80 e ’90 alcune più approfondite esplorazioni di tali inghiottitoi appurarono la presenza, ad un centinaio di metri di profondità, di un reticolo idrografico complesso ed in progressiva evoluzione. In particolare, in seguito ad una campagna di ricerche intraprese dagli speleologi di Capodistria (Koper, 1981-1983), venne pubblicata una carta delle relazioni idrologiche del bacino del Matarsko Podolje, qualitativamente accertate con numerosi esperimenti di marcatura.
Nel 2000 venne ultimato il raccordo fra lo Slivarske ponikve, 1160 S (Pozzo-Inghiottitoio a Ovest di Slivia di Castelnuovo, 399 VG) e l’Hotiške ponikve, 1173 S (Inghiottitoio di Coticcina, 126 VG), già precedentemente ipotizzato negli scorsi Anni ‘70.
LE CAVITA’ DI MAGGIOR INTERESSE SPELEOBOTANICO NELLE VALLI CIECHE DEL MATARSKO PODOLJE
Lungo il Matarsko Podolje e sino al confine con la Croazia di Pasjak/Pasiacco, a pochi chilometri da Podgrad/Castelnuovo, è presente un discreto numero di valli cieche, profondamente incise, sul fondo delle quali defluiscono alcuni corsi d’acqua per lo più perenni. Al contatto con il calcare, essi scompaiono in caratteristici inghiottitoi che, in alcuni casi, si manifestano quali semplici avvallamenti imbutiformi nel substrato marnoso arenaceo, fungendo da punti idrovori attivi ma ostruiti talvolta da materiale alluvionale. In altri casi essi celano invece cavità vere e proprie, visibili in piena regola nella compagine calcarea.
Numerosi di questi ipogei, oltre che sotto l’aspetto morfologico e speleologico, appaiono estremamente interessanti sotto il profilo vegetazionale. La speleoflora che vi si sviluppa, nella zona circostante e nei primi metri, risulta infatti molto rigogliosa e varia, includendo non di rado alcune specie dai connotati continentali-alpini che trovano, in questi ambienti, ottimali condizioni vegetative.
Si ritiene opportuno riportare, nella seguente Tabella 1, le cavità maggiormente significative (una trentina abbondante) dal punto di vista speleo botanico, del territorio considerato. Esse sono state indagate, a più riprese, nel corso dell’ultimo quarantennio, evidenziando nel contempo le entità botaniche di maggior spicco vegetazionale in esse individuate.
Sono state inoltre considerate le imboccature e le zone d’accesso d’alcuni altri ipogei del territorio, rilevanti senz’altro sotto l’aspetto speleologico ma di minor importanza sotto quello speleovegetazionale. Fra questi, la Grotta ai piedi del M. Medvedjak (Medvedjak, 70 VG, 881 S), la Jančerejska Jama (Ienceresca, 965 VG, 2703 S), la Grotta Martino (Martinska Jama, 510 VG, 2883 S), l’Abisso pr. Markovščina (Vidalova Jama, 377 VG, 936 S), la Grotta pr. Marcossina (609 VG, Sk 1, 6964 S), la Grotta di Gradischie di Castelnuovo (Jama pri Gradišče pri Materiji, 5360 S), la Grotta presso Cosina (Brezno pri Lipah, 192 VG – 384 VG, 3396 S) e la Blajeva pečina (5310 S).

Nel presente contributo viene specificatamente considerata la “Caverna Zjatich” (Pečina v Zjatih, Zjati), una cavità molto significative sotto l’aspetto botanico- vegetazionale, ubicata nei pressi di Skadanščina (Slovenia, Comune di Hrpelje-Kozina).
Tabella 1: corrispondenze catastali e toponomastiche
Catasto | Catasto | Denominazione italiana | Denominazione slovena |
---|---|---|---|
VG | Sloveno | ||
98 | 1132 | Grotta di Bresovizza | Brimšca, Bresnica jama |
100 | 1134 | Grotta presso San Giorgio, Rescietenza | Rešetnica, Jama pri Resetnici |
117 | 935 | Grotta di Obrovo | Jezerina, Pečina v Borštu, J. v Jezerini |
126 | 1173 | Inghiottitoio di Coticcina, Grotta pr. Coticcina | Hotiške ponikve, Hotičinske ponikve |
127 | 964 | Grotta Larga di Coticcina | Široka jama |
128 | 1395 | Grotta di Odolina, Gr. Lethe | Ponikve v Odolini, Ponor v Odolini |
240 | 1142 | Grotta di Bac | Štefakova pečina, Pečina pri Klancu |
247 | 4871 | Grotta della Civetta | Rokav |
299 | 1133 | Caverna pr. San Giorgio, Caverna di Tabor | Šišca, Greijski hram, Grajski Hramič |
376 | 861 | Grotta di Marcossina | Močinove jame, Mačinove, Prijamak |
378 | 2708 | Grotta pr. Scadansina, Caverna Zjatich | Zjati, Pečina v Zjatich, Jama v Zjatih |
379 | 2710 | Voragine a N di Scadansina | Grda jama, Zala jama |
395 | 2723 | Abisso II a S di Marcossina | Skalonova Jama; Ricotova jama |
399 | 1160 | Inghiottitoio di Slivia | Slivarske ponikve, Hotiško Slivarski Jamski |
512 | 4264 | Grotta del Diavolo | Kaserova jama |
601 | 2724 | Voragine. presso Marcossina | Kramerjeva pečina, Kramerjeva peina |
613 | 942 | Grotta di Racizze di Castelnuovo | Račiška pečina, Jam pri Račicah |
626 | 736 | Grotta del Fumo, Affumicatoio del Diavolo | Dimnice |
955 | 2726 | Pozzo Piccolo Tino | Mali Čeber |
956 | 2727 | Pozzo Grande Tino | Veliki Čeber |
957 | 2733 | Fovea Pozarjeva, | Požarjeva jama, Žerjalova jama |
958 | 2734 | Fovea Peica | Jama v Gostih dolinah Peica jama |
960 | 934 | Pozzo Dersinca | Drsnica, Dersinka jama |
967 | 2705 | Caverna di Polsane | Polžanska pečina, Baruška |
1105 | 938 | Gr. di Poljane, Cav. di Pogliane di Castelnuovo | Polina Peč, Babina pečina |
1106 | 939 | Caverna a N di Pogliane | Pečina na Padezu |
1107 | 940 | Caverna sotto il Monte Stržen (Stersen) | Pečina pod Stržen |
1108 | 941 | Caverna a Sud Ovest di Castelnuovo | Jabčina, Jabucinar, Pečina Jabucinov Stržen |
1110 | 965 | Ulica | Ulica pečina |
1485 | 6918 | Grotta di Golazzo I | Vraničeva jama |
2880 | 1125 | Caverna di Roditti | Rodiška pečina, Pečina v Remenšici |
3020 | 4078 | Inghiottitoio di Racizze | Račiske Panique, Ponor pod Pavlico |
- | 1136 | - | Pečina pri Starih vrtih |
- | 3643 | Caverna ad Ovest di Matteria- | Svidretova |
- | 5308 | - | Albinova ledenica, Pečina pod Hribom |
- | 5307 | - | Gregorečeva pečina |
- | 5310 | - | Blajeva pečina |
LA “PEČINA V ZJATICH” (“ZJATI”, 2708 S – 378 VG)
La “Caverna Zjatich”, (Pečina v Zjatich, Zjatich, Zjatih, Jama v Zjatih, Grotta presso Scadanščina, 2708 S-378 VG) è un suggestivo ed algido ipogeo situato fra le località di Skadanščina (Scadanscina, Scandaussina, 583 m) e Povžane (Pausane, Polsane, 536 m). La prima esplorazione della cavità, con relativo rilievo, risale al 19 aprile 1914 ed è opera di Angelo Ceron (Comm. Grotte). Riferendosi alla Tav. I.G.M. XXX IV. SO Matteria, la situazione era allora di 630 m N +4° NO da Scadansina; la quota d’ingresso stimata 534 m, la profondità 69 m e la lunghezza totale di 220 m.. La grotta venne peraltro visitata, a più riprese, nei mesi successivi (ad esempio il 19 settembre 1914 ed il 14 marzo 1915) ancora da Ceron (che la descriveva come “magnifica per le sue formazioni stalattitiche giallo-nere”) e da Italo Giaccioli e, susseguentemente, da vari altri consoci.

Un rilievo successivo ed aggiornato della caverna fu quello effettuato il 24 luglio 1986 da Umberto Mikolic (CGEB). Secondo il quale lo sviluppo complessivo era di 160 m, con una profondità globale di 26 m e la quota d’ingresso a 520 m.
Lo stesso Umberto Mikolic, nel corso del 14.5.1995, aprì, con un lavoro di scavo, ed a 40 m dall’ingresso in direzione nord, una nuova diramazione lunga una quindicina di metri. Inoltre, a 30 m dall’entrata, veniva offerta la possibilitàm di visitare,nella volta della caverna, un basso e breve cunicolo, raggiungibile tramite una cengia.
Un rilievo della cavità, relativamente recente (2002), è stato pubblicato in Acta Carsologica (2003), da parte di A. Krapež, N. Sterle, F. Šusteršič e T. Verbovšek. La situazione topografica dell’ipogeo, secondo quest’ultima rilevazione, è la seguente: lat. 45°33’23” N, long. 14°00’51” E. Inoltre, le coordinate Est GB (X) sono 5046225, quelle Nord GB (Y), 5423050. La quota: di 505 m.
Il portale d’accesso, rivolto a nord-ovest e largo 18 m, s’apre in una dolina dalle pareti strapiombanti e visibilmente dirupate. Esso consente d’accedere ad una maestosa galleria notevolmente inclinata la cui altezza, in certi punti, è superiore ai 10 m. Dopo essere scesi per una cinquantina di metri lungo una china detritica sassosa, tenendosi preferibilmente sulla sinistra, si piega verso sud pervenendo in breve alla base di un considerevole cono detritico. Superata quindi una salitina sulla destra, s’arriva in una grande galleria, alta e larga oltre i 10 m, che si può percorrere per 65 m. Essa si conclude con un’ostruzione parzialmente calcificata, i cui detriti provenivano in passato dalla una dolina attigua ed il cui materiale, come ipotizzava Ceron, avrebbe occupato ulteriori meandri sotterranei.

Nelle immediate adiacenze della caverna, oltre al susseguirsi di una fittissima serie di doline abissali con particolare vegetazione dagli aspetti prealpini-alpini, sprofondano alcuni notevoli ipogei, fra i quali è opportuno menzionare, 320 m a settentrione, la Voragine a N di Scadanscina (Grda Jama, Zala Jama, 379 VG – 2710 S) e, poco distante a NW, la Grotta ai piedi del M. Medvedjak (Medvedjak, 70 VG – 881 S). Ancora, nelle immediate adiacenze della Zjatich, si aprono: Mala Drsnica (4852 S), Brezno pri Medvedjaku (4853 S), Jama severno od Skadanščine, Sk 1 (6964 S), Sk 2 (6965 S), Sk 11 (7429 S).
ASPETTI VEGETAZIONALI E SPELEOBOTANICI
Soprattutto nella dolina che ospita l’ipogeo, e nei primi metri dell’imboccatura, la vegetazione si presenta alquanto varia e rigogliosa. Qui, in piena “Zona liminare” ed in un caratteristico Asaro-Carpinetum betuli, allignano: Acer campestre, A. platanoides, A. pseudoplatanus, Actaea spicata, Adoxa moschatellina, Aegopodium podagraria, Allium carinatum/pulchellum, Anemone. nemorosa, Asarum europaeum/caucasicum, Asplenium ruta-muraria/ruta-muraria, A. trichomanes, Athyrium filix-femina, Berberis vulgaris/vulgaris, Calamintha grandiflora, Campanula rapunculus, C. trachelium, Cardamine enneaphyllos, C. bulbifera, C. impatiens/impatiens, Cardaminopsis arenosa/arenosa, Carex digitata, Carpinus betulus, Chelidonium majus, Chysosplenium alternifolium, Convallaria majalis, Cornus sanguinea/hungarica, Corydalis cava/cava, Corylus avellana, Cyclamen purpurascens, Cymbalaria muralis/muralis, Cystopteris fragilis, Daphne mezereum, Dryopteris carthusiana, D. dilatata, D. filix-mas, Euonymus europaea, E. verrucosa, Euphorbia amygdaloides/amygdaloides, E. dulcis/dulcis, Fragaria vesca, Fraxinus ornus/ornus, Galanthus nivalis/nivalis, Geranium nodosum, G. robertianum/robertianum, Geum urbanum, Gymnocarpium robertianum, Hedera helix, Helleborus odorus, Hepatica nobilis, Hieracium gr.murorum, Lamium montanum, L. orvala, Lathyrus vernus, Listera ovata, Lonicera xylosteum, Melica nutans, Melittis melissophyllum/melissophyllum, Mercurialis ovata, Moehringia muscosa, M. trinervia, Mycelis muralis, Oxalis acetosella, Parietaria officinalis/officinalis, Paris quadrifolia, Peucedanum oreoselinum, Polygonatum multiflorum, Polypodium interjectum, P. vulgare, Polystichum aculeatum, P. setiferum, Primula vulgaris, Pulmonaria officinalis, Quercus cerris, Q. petraea, Ranunculus ficaria/bulbilifer, R. nemorosus, Salvia glutinosa, Sambucus nigra, Sanicula europaea, Saxifraga petraea, Senecio ovatus/ovatus (= S. fucshsii), Sesleria autumnalis, Solanum dulcamara, Solidago virgaurea/virgaurea, Sorbus aria aggr., Stellaria holostea, S. nemorum, Symphytum tuberosum/angustifolium, Tilia cordata, Urtica dioica, Valeriana wallrothii, Veratrum nigrum, Viola sp.

La vegetazione all’ingresso dell’ipogeo, sotto la volta e sul caratteristico masso emergente, (ove prevale la “Zona subliminare”) si rivela molto selettiva, con la drastica scomparsa di numerose entità presenti nella dolina. Si possono così ancora individuare: Actaea spicata, Adoxa moschatellina, Anemone nemorosa, Cardamine bulbifera, C. enneaphyllos, Cardaminopsis arenosa, Chelidonium majus, Chrysosplenium alternifolium, Corydalis cava, Cystopteris fragilis,, Dryopteris filix-mas, Galanthus nivalis, Oxalis acetosella, Paris quadrifolia, Polystichum aculeatum, Sanicula europaea, Symphytum tuberosum, Urtica dioica. Numerose sono le briofite (generi Conocephalum, Mnium, Fissidens, Eurynchium…) fra cui appare estremamente rigoglioso Thamnobryum alopecurum.
Caratteristico appare l’imponente masso situato poco sotto l’ingresso. Esso ostenta, a livello del substrato, un’esuberante vegetazione nella quale prevale di gran lunga Thamnobryum alopecurum. L’accompagnano, in varia misura, Asplenium trichomanes, Cardamine bulbifera, Cardaminopsis arenosa, Carex digitata, Chrysosplenium alternifolium, Cyclamen purpurascens, Cystopteris fragilis, Dryopteris carthusiana, Geranium robertianum(robertianum, Gymnocarpium robertianum, Hedera helix, Hepatica nobilis, Lathyrus vernus/vernus, Oxalis acetosella, Ranunculus nemorosus, Senecio ovatus, Stellaria nemorum.
Procedendo in discesa lungo la china detritica, si sviluppa ancora un discreto gruppo di specie, pur visibilmente rarefatto, fra le quali spiccano: Adoxa moschatellina, Cardamine bulbifera, Chrysosplenium alternifolium, Cystopteris fragilis, Geranium robertianum/robertianum, Hedera helix/helix, Lamium orvala, Mycelis muralis, Oxalis acetosella, Sanucula europaea, Senecio ovatus e Stellaria nemorum, accompagnate dalle meno nobili Chelidoniumm majus ed Urtica dioica. Tutte queste specie fioriscono tardivamente, con un sensibile dilazione rispetto alle stesse specie presenti all’esterno. In particolare, Hedera helix tende a disporre le foglie con la lamina rivolta verso l’esterno.
A circa 30-40 metri lungo la china detritica, al confine fra la fascia “Subliminare” e quella “Sub oscura” le specie presenti sono estremamente rare. Si rinvengono ancora: Hedera helix/helix, Chrysosplenium altenifolium, Geranium robertianum/robertianum, Lamium orvala e Stellaria nemorum e, fra le Pteridofite, essenzialmente Cystopteris fragilis.
NOTE E PARTICOLARITÀ NELLA VEGETAZIONE CAVERNICOLA DELLA “PEČINA V ZJATICH” E D’ALTRI IPOGEI DEL TERRITORIO
Né all’ingresso della cavità e neppure nella dolina d’accesso è stato, in questi ultimi tempi, individuato Asplenium scolopendrium. Esso era peraltro presente, in poche fronde, negli anni ’80. D’altronde, è già stata a più riprese segnalata la rarefazione di A. scolopendrium dalle cavità carsiche. Ciò è probabilmente dovuto alla variazione climatica in atto, caratterizzata da regimi più secchi e meno continentali, da temperature invernali meno rigide e da minori quantità di precipitazioni, pur meglio distribuite.
La maggior parte delle specie, sia nella Caverna Zjatich che in quelle del Matarsko Podolje, mette in evidenza un notevole ritardo nella piena fioritura. Ad esempio, nel corso di una visita effettuata il 2 luglio 2007, si sono viste in buona fioritura sia Lamium orvala (nei primi metri della china detritica), che Cardaminopsis arenosa, Chelidonium majus e Geranium robertianum/robertianum.
Vengono, qui di sotto, riportate a puro titolo comparativo le misure termometriche rilevate nell’ipogeo nel corso di tre visite (29.05.1990, 02.07.2007 e 04.10.2012).
Data | Ora | Temperatura Esterna (C) | Temperatura Ingresso | Temperatura | Temperatura | Temperatura |
---|---|---|---|---|---|---|
L = legale | (C) | Masso | Base china | Fondo galleria | ||
(C) | (C) | (C) | ||||
29.05.1990 | 11.00 L | 13.6 | 5.4 | 4.9 | 1.2 | 2.5 |
02.08.2007 | 10,00 L | 11 | 10.6 | 10.3 | 07:07 | 8.3 |
04.10.2012 | 10,20 L | 12 | 11 | 10.5 | 5 | 6 |
Tabella 2: misurazioni termometriche in differenti condizioni
SPECIE RARE INDIVIDUATE IN ALCUNI AMBITI IPOGEI DEL MATARSKO PODOLJE

Si ritiene opportuno elencare, di seguito, alcune specie individuate nel corso delle indagini e da considerarsi rare od eccezionali per le cavità del territorio preso in considerazione. Infatti, proprio per le particolari situazioni topo climatiche e microclimatiche evidenziate in alcuni ipogei, le relative associazioni vegetali risultano molto interessanti, presentando non di rado delle entità che si sviluppano di norma appena negli orizzonti montani più elevati, quali faggete e piceete. Accanto a ciascuna entità è riportato il numero catastale delle cavità in cui esse sono state osservate ed identificate.
Aconitum lycoctonum/lycoctonu – (613 VG, 942 S; 626 VG/736 S, 5308 S).
Anemone ranunculoides/ranunculoides – (626 VG/736 S).
Aruncus dioicus – (626 VG/736 S; 127 VG, 964 S; 128 VG/1395 S).
Asplenium viride – (127 VG/964 S).
Athyrium filix-femina – (100 VG, 1134 S; 126 VG/ 1173 S;376/861 S).
Atropa belladonna – (1110 VG/965 S).
Campanula carnica – (128 VG/1395 S).
Cardamine trifolia – (5308 S).
Chaerophyllum bulbosum (= C. laevigatum) – (626 VG/736 S).
Cirsium erisithales – (613 VG/942 S).
Corydalis ochroleuca (= Pseudofumaria alba/alba) – (127 VG, 964 S; 1105 VG; 938 S; 1108 VG, 941 S).
Daphne mezereum – (100 VG, 1134 S; 376 VG/861 S; 378 VG, 2708 S).
Gymnocarpium robertianum – (100 VG, 1134 S; 5308 S; 378 VG, 2708 S, 5308 S).
Lunaria rediviva – (100 VG/1134 S; 127 VG/964 S, 601 VG, 2724 S; 5308 S).
Moehringia trinervia – (5308 S; 127 VG/964 S; 378 VG, 2708 S; 1105 VG/938 S).
Oreopteris (= Thelyptheris) limbosperma) – (128 VG, 1395 S).
Polystichum setiferum – (378 VG/2708 S).
Primula auricula – (626 VG/736 S).
Saxifraga petraea – (127 VG/964 S, 378 VG, 2708 S; 2880 VG, 1125 S).
Saxifraga rotundifolia – (100 VG, 1134 S; 127 VG/964 S).
Staphylea pinnata – (5308 S).
Veronica urticaefolia – (127 VG, 964 S; 5308 S, 613 VG,942 S),- NB.: l’entità si sviluppa nelle voragini di Becca-Occisla (Besko-Ocizeljski Sistem), a ridosso della Val Rosandra, in prossimità di Trieste.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Dall’analisi della vegetazione cavernicola che si sviluppa nella “ Caverna Zjatich”, cavità presa in considerazione per la sua variegata e pregevole vegetazione, ne consegue che essa costituisce un ambiente molto particolare nel quale risulta molto evidente la stratificazione microclimatica e vegetazionale. Di conseguenza, le specie che vi s’insediano tendono ad assumere connotati prealpini-continentali. Analogamente a qualche altra cavità baratroide della zona
- fra le quali esemplare è la Široka jama,
- essa può a ragione considerarsi un tipico ipogeo di studio, soprattutto sotto l’aspetto speleobotanico.
Le osservazioni e le ricerche sulla flora e sulla vegetazione cavernicola, effettuate pressoché continuativamente da una quarantina d’anni nelle grotte del Carso triestino, ma anche in quello sloveno, rappresentano un affascinante settore d’indagine sinora solo in parte esplorato. Ricerche Future ricerche, a più ampio respiro, potranno certamente a contribuire e ad interpretare, in modo graduale e più puntuale, il mirabile rapporto esistente fra i vegetali ed i livelli di temperatura, di luminosità e di umidità che si vengono a definire negli ambienti ipogei di queste cavità.
Elio Polli
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