VLADIMIR KISSELJOV – Russia 1954 – 11.03.1995

La speleologia russa ha perso uno dei suoi esponenti di punta, noi abbiamo perso un’altro amico, un amico di terre lontane, Vladimir Kisseljov. 41 anni, la metà dei quali dedicata con estrema serietà alla speleologia. Noi triestini lo avevamo conosciuto nel 1980 a Sofia, Bulgaria, in occasione di un Convegno speleologico europeo, manifestazione cui aveva partecipato interessandosi per la parte tecnica, al seguito di Vladimir Iljukhin. lo speleologo russo allora più conosciuto e stimato all’estero.
Buona impressione fece a tutti questo giovane biondo dall’aria timida e seria, che ascoltava attentamente tutte le relazioni discusse durante il convegno e che seguiva fotografando e annotando le dimostrazioni pratiche di tecniche e attrezzi. Il rapporto d’amicizia con “Volodia” (così lo chiamavano gli amici) fu immediato e duraturo cementato poi in occasione degli incontri alle varie assise speleologiche internazionali a cui partecipava assiduamente interessandosi soprattutto di tecnica e di soccorso, sostituendo in pratica Iljukhin, morto nel 1982 (alla cui memoria venne dedicata la Grotta Perovskaya, -960 approfondita superando vari sifoni sino a -1020 proprio dal Kisseljov e quindi portata poi a -1240).
Negli anni ’80 Kisseliov ha collaborato – in tempi in cui le notizie speleologiche dalla Russia erano piuttosto scarse – con alcune riviste speleo regionali (“Progressione” e “Sopra e sotto il Carso”). Nel maggio 1991, nostro ospite, ha avuto modo di conoscere le nostre terre e le nostre grotte (Noè, Genziana). Problemi dovuti a visioni diverse su costi, modi e tempi dell’organizzazione non eccessivamente brillante di una nostra spedizione nel massiccio dell’Arabika effettuata nell’agosto dello stesso anno avevano creato qualche dissapore con nostri speleo, ma la cosa poi era finita li.
L’11 marzo 1995 un incidente speleosub nella grotta ZhV-52 (Russia del nord) ha messo fine alla sua carriiera di forte esploratore giramondo.
Pino Guidi