ALLA RICERCA DEL TEMPIO PRE-INCA SOMMERSO
Pubblicato sul n. 56 di PROGRESSIONE – Anno 2009
Erano i primi giorni di aprile del 2009 e ricevo una telefonata dal dott. Lorenzo Epis, (noto spleosubacqueo, direttore e capospedizione del AKAKOR GEOGRAPHICAL EXPLORING) il quale mi invitava a partecipare, nell’agosto dello stesso anno, alla spedizione denominata: KON TIKI 2009 in Bolivia. Si trattava di una spedizione nata in base alle prospezioni visive e strumentali ed alle successive elaborazioni e confronti dei dati raccolti negli anni passati, che suggerivano l’individuazione a circa 70 metri di profondità nel lago Titicaca di una città e di un tempio preincaico situato nelle vicinanze dell’Isola del Sol.
OBIETTIVI DELLA SPEDIZIONE
Realizzare una ricerca subacquea sistematica di strutture sommerse in aree predeterminate, per localizzare e studiare siti d’interesse archeologico.
Raccogliere dati significativi in relazione alle immersioni a grandi altitudini.
Raccogliere dati per elaborare una relazione tecnico-scientifica di carattere archeologico.
Realizzare filmati e fotografie di carattere documentale da presentare durante incontri, congressi, conferenze, programmi TV ecc.
Dopo alcuni incontri, sul lago di Como, atti a fare la conoscenza dei 17 artecipanti ed a testare le attrezzature per la buona riuscita della spedizione, decido di far parte di questo “team di matti speleosubacquei archeologi” alla ricerca dei segni e manufatti lasciati da antiche civiltà preincaiche, che risiedevano sulle sponde del lago Titicaca circa 2000-4000 anni prima di Cristo: la spedizione si terrà sempre in quote variabili tra i 3900 mt ed i 5300 mt quindi farò un serio esame logistico e di salute, ma alla fine accetto la proposta.
Il 23 luglio partiamo da Milano alla volta di La Paz ( Bolivia), la città si trova a 4000 mt di altitudine e quindi dedichiamo un paio di giorni all’ambientamento, e finalmente arriva il momento della partenza per il lago Titicaca.
L’organizzazione Italo-Boliviana ci mette a disposizione una “scassatissima” corriera che ci porterà fino alla base della Marina Militare Boliviana, la quale, con dei barconi, ci accompagnerà fino all’Isola del Sol. E’ qui che allestiremo il campo base, ospiti della piccola comunità Pilcokaima (pescatori di trote e pastori).
Alcuni incursori della Marina resteranno con noi per tutto il periodo di permanenza e ci aiuteranno nel trasferimento del materiale fino al campo base, abbiamo con noi oltre alle tute stagne adatte ad immersioni a 11 gradi, bombole e piombi imprestati dalla marina stessa, due bomboloni di ossigeno ed elio per effettuare le miscele, due compressori per caricare le bombole, autorespiratori rebreather, gav, viveri ed acqua in fusti di plastica più tutte le nostre attrezzature.
Allestito il campo base ci riuniamo per decidere una linea di ricerca ed i vari compiti…. e finalmente iniziano le ricerche.
I primi rilevamenti vengono effettuati da un barcone provvisto di sonar, andando su e giù per una superficie prestabilita che comprende più zone vicine all’isola. I primi risultati si avranno dopo 3 giorni di ricerche nei posti indicatoci dai nativi, infatti troviamo delle secche a 12 mt di profondità ed immediatamente i subacquei cominciano le immersioni. Purtroppo si arriva alla constatazione che in quelle zone il fondo del lago è ricoperto da 1-2 metri di fango pertanto è reso impossibile qualunque tipo di ritrovamento archeologico. Si nota però, una folta presenza di alghe e tracce di tronchi e delle colonie di grossi rospi non più anfibi, come viene menzionato da Jacques Costeau e dlla sua squadra di sub, che negli anni sessanta avevano dedicato molte immersioni nel lago Titicaca alla ricerca (anche loro) del Tempio sommerso.
Nei giorni seguenti vengono fatte molte altre ricerche con l’ecoscandaglio seguite da immersioni ma purtroppo l’acqua perde sempre più la sua limpidezza cristallina ed il fango aumenta tanto da dare una visibilità di appena 2-3 metri sotto il livello acqueo.
Tuttavia le giornate non proficue per le immersioni le dedichiamo alla ricerca di tracce sulla presenza umana preistorica, sia sull’isola del Sol che sulle isole vicine. Queste ricerche daranno dei risultati incoraggianti, infatti troviamo una necropoli con circa 12-14 sepolture su un lembo di terra emerso e dei muri molto grossi con la presenza di scalinate che si inabissano verso il fondo del lago sparendo (purtroppo) nel fango. Tutti questi ritrovamenti li segnaliamo all’archeologo boliviano presente alla nostra spedizione.
Altre giornate vengono impiegate nell’eseguire dei corsi veloci per l’uso del rebreather agli Ufficiali incursori della Marina Boliviana, che ne restano talmente affascinati da decidere di acquistare da noi due pezzi completi.
Finito questo periodo di permesso (12 gg) concesso dal governo Boliviano all’ AKAKOR per le ricerche sul lago Titicaca, ritorniamo a La Paz e da lì, con una corriera che effettua un viaggio di notte, ci siamo trasferiamo nella città di Cochabamba, per proseguire poi verso est con mezzi “fuori strada” percorrendo una pista-non-pista verso il Parco nazionale di TORO-TORO allo scopo di visitare alcune grotte che si aprono lungo un canyon in un territorio che sembra si sia fermato all’era dei Dinosauri. Qui sono state eseguite delle esplorazioni con rilevamenti di alcune cavità e nelle vicinanze si sono potute ammirare chiaramente le impressionanti e numerose impronte dei dinosauri, risalenti a circa 65 milioni di anni fa! Camminiamo sempre a contatto con una natura che dal punto di vista geologico è rimasta intatta (o quasi) all’epoca primitiva e affascinante come non avevamo mai visto.
Nell’ultimo giorno della nostra presenza a Toro-Toro gli abitanti del piccolo paese e le guardie del parco, ci hanno preparato in nostro onore una festa di commiato con costumi e canti tradizionali, nonché con piatti della cucina locale e noi, di rimando, contraccambiando facendogli assaggiare la nostra mitica bevanda triestina del “GranPampel” in salsa Boliviana (con l’aggiunta di foglie di coca).
Canti e balli fino a notte tarda hanno tenuto sveglia la popolazione del paese, mucche, capre e maiali compresi! Il giorno dopo, rifacendo tutta la strada a ritroso, con tutto il materiale al seguito siamo arrivati a Cochabamba per imbarcarci sull’aereo che ci portava a San Paolo del Brasile e poi da li a casa a Milano. Tutto sommato è stata una spedizione molto interessante anche se, sul lago Titicaca, i risultati eclatanti (che noi speravamo) sono mancati a causa della pessima visibilità dell’acqua: l’insieme dei fatti avvenuti in ogni caso, hanno consolidato in noi la certezza che, forse con un po’ di fortuna, e con una organizzazione più “professionale”, il prossimo anno i risultati potrebbero non mancare!!
Fabio Venchi