INDICE DELLE PIANTE CITATE

INDICE DELLE PIANTE CITATE

(a cura di Elio Polli)
Nel presente indice sono complessivamente riportate 520 specie botaniche (taxa). La maggior parte di esse, individuate in ambienti freschi, umidi e scarsamente illuminati, quali ampie voragini, profondi pozzi, consistenti depressioni baratroidi, profonde doline di crollo e vasti ingressi di caverne con pareti generalmente strapiombanti, possono rite­nersi appartenere alla fora cavernicola o, con termine più appropriato, alla speleofora. Ed in effetti gran parte delle specie qui considerate, siano esse Piante Vascolari (Angiosperme e Gimnosperme) o Briofte (Muschi ed Epatiche), si addicono ad associazioni che trovano le loro ottimali condizioni di sviluppo proprio in questi particolari ambienti in cui la tem­peratura, l’umidità e la luminosità assumono un ruolo assolutamente preponderante. Le specie citate provengono, quasi tutte, dagli 8 contributi a carattere speleovegetazionale pubblicati dal 1992 al 2005 nelle Memorie della Commissione. Essi prendono in conside­razione alcune particolari cavità, indagate sotto l’aspetto vegetazionale proprio per i loro marcati caratteri cavernicoli. Gli ipogei si aprono sia sul territorio carsico italiano triestino (Grotta Ercole 31/6 VG, Grotta Gigante 2/2 VG) che in quello sloveno (Zelške Jame nel Rakov Škocjan-Rio dei Gamberi, 119 VG/576 S e Jama Dimnice-Grotta del Fumo di Marcovščina, 626 VG/736 S).
Ulteriori entità provengono da un contributo che tratteggia la storia della Speleobotanica del Carso classico e da un lavoro che integra le caratteristiche botaniche di alcune cavità precedentemente non esaminate. Poche di esse sono state desunte da pubblicazioni in cui la botanica è stata considerata in maniera del tutto occasionale.
Riassunte in un prospetto sistematico, le voci – comprendenti pure quelle generiche relati­ve alle varie categorie tassonomiche considerate – possono essere così suddivise:
379 riguardano Piante Vascolari, delle quali 96 sono Pteridofte. Si ritiene opportuno ricordare che le specie di felci (Filicales), attualmente presenti negli ambienti ipogei del Carso triestino, ammontano a 16.
91 si riferiscono a Briofte (Muschi ed Epatiche).
Un ulteriore apporto è dato dai Funghi (circa una decina di voci), quasi tutti individuati in siti d’impronta prettamente cavernicola; scarso, seppur presente, risulta invece il numero di voci che si riferiscono a batteri, virus, muffe ed alghe (Clorofcee e Cianofcee). Sono inoltre riportate 14 fra associazioni ed unità vegetali appartenenti a categorie tasso­nomiche di ordine inferiore e superiore. Sono pure citati i nomi delle Famiglie considerate nei vari contributi: sono una decina abbondante.
Come già segnalato nel precedente Indice (1981-1991, dal N. 21 al N. 30 di Atti e Me­morie), molte entità – al momento della pubblicazione – sono state descritte con una ter­minologia scientifca ormai sorpassata, desueta o in certi casi, per sopravvenute revisioni, abbandonata del tutto. Anche nella compilazione del presente Indice si sono rilevate nu­merose entità dalla termonologia sistematica mutata e ciò in rapporto al rapido sviluppo della tassonomia e della nomenclatura. Di conseguenza, per le specie appartenenti alla Flora Vascolare si è seguita sia la nomenclatura adottata da PIGNATTI in “Flora d’Italia” (1982), sia quella, più recente, proposta da POLDINI (“Nuovo Atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli Venezia Giulia”, 2002) e da POLDINI, ORIOLO e VIDALI (“La fora vascolare del Friuli Venezia Giulia – Catalogo annotato ed indice sinonimico”, 2002).
A quest’ultima ripartizione sistematica si rinviano pure i casi di specie in sinonimia tra loro e quelli di specie indicate con nome volgare. Complessivamente i rimandi, per tali motivi, sono una sessantina. Si sono pure considerate le entità citate in altre lingue, prin­cipalmente in inglese, tedesco, sloveno e francese: esse sono nel complesso una cinquan­tina.
Per quanto riguarda la sistematica delle Briofte, si sono seguiti SCHUMACKER & VANA (“Identifcation keys to the liverworts and hornworts of Europe and Macaronesia – Distri-bution and Status”, 2000) per le Epatiche, ci si è invece attenuti a CORTINI PEDROTTI per i Muschi (“New Check-list of the Mosses of Italy”, 2001).
Nei casi di entità con terminologia non più in uso, si sono riportate, a seconda delle circo­stanze, le voci: desueto o obsoleto e corrente per quella attualmente adottata. Da un’attenta analisi delle specie riportate sia nel presente Indice che in quello precedente (1981-1991) è possibile delineare, con maggior precisione, la situazione della fora e della vegetazione cavernicola esistenti negli ambienti sotterranei carsici triestini ed in quel­li dell’adiacente territorio sloveno. Quest’ultimo risulta più vario di morfologie ipogee con caratteri decisamente più continentali-alpini rispetto a quelli, relativamente termofli, dell’altipiano situato alle spalle della città di Trieste.
I nomi latini, vale a dire il binomio corrispondente alle regole del Codice Internazionale di Nomenclatura, sono riportati in corsivo, quelli in una delle lingue moderne (italiano, tedesco, sloveno ed altre) in tondo. È stata, in alcuni casi, omessa la dicitura s. l. (sensu latu) che correda, nei testi seguiti, la nomenclatura ivi adottata.
Per completezza d’informazione, nell’elenco si è ritenuto opportuno inserire anche i taxa generici (ad esempio querce, pino mugo, abete, batteri) citati in italiano: sono in totale una sessantina di segnalazioni che si ritiene non appesantiscano l’elenco stesso. In rari casi si è mantenuta la dicitura aggr. (= aggregato, sensu Ehrendorfer, 1967) che assembla, di norma, un complesso di piccole specie o di gruppi critici di problematica distinzione.