Vita speleologica 1937 – 1963

VENTISEI ANNI DI VITA SPELEOLOGICA: 1937 – 1963

Carso 1948 – Viene ripresa l’attività

Pubblicato su PROGRESSI0NE 100 – Anno 1983
Eugenio Boegan pubblicava nel 1937, su Grotte d’Italia, «Cinquantaquattro anni di vita speleologica», telegrafico compendio dell’atti­vità della Commissione Grotte dal 1883 al 1936. Considerato il notevole interesse che presentava – pur nella sua sinteticità – per la storia della speleologia di questa città Marino Vianello aveva preparato, nel 1963, il presente aggiornamento che avrebbe dovuto apparire in una monografia dedicata ai Gruppi Grotte del C.A.I., poi mai pubblicata. 1937 — 1944

  • L’attività della Commissione Grotte prose­gue intensa sulla Selva di Tarnova e nell’Istria.
  • Il 4 settembre 1938 viene esplorato l’Abisso di Leupa, un pozzo unico di 285 metri perfetta­mente verticale. Il pozzo viene armato con un’unica campata di scale e l’esplorazione, rilievo compreso, viene compiuta nel tempo record di 8 ore.
  • Il 18 novembre 1939 muore, ancora in età relativamente giovane. Eugenio Boegan, Presi­dente della Commissione Grotte fin dal 1904. La Commissione Grotte riceve un incredibile numero di messaggi di cordoglio per la perdita del suo Presidente da ogni parte d’Italia e dall’e­stero, imponente testimonianza della larghis­sima stima di cui godeva l’illustre esploratore e studioso; in segno di lutto i soci decidono di astenersi per un anno dall’elezione di un nuovo presidente.
  • Si iniziano le esplorazioni sud versante meri­dionale del massiccio del Monte Canin.
  • Con lo scoppio della guerra l’attività della Commissione Grotte subisce un progressivo rallentamento per la mancanza di numerosi soci, richiamati sotto le armi.
  • Nel 1944, quando all’orizzonte si profilano minacciosi i tristi eventi che più tardi purtroppo si avvereranno i pochi soci rimasti a Trieste decidono di sospendere ogni attività e mettere in salvo i materiali, il Catasto e tutti i documenti storici di dodici lustri di attività.
Sciacca 1957 – Misurazioni psicrometriche nelle Stufe di San Calogero

1945 — 1947

  • I soci si riuniscono e raccolgono il materiale disperso. Molti sono impegnati nella pietosa opera di recupero delle salme degli infoibati.

1948

  • L’attività viene ufficialmente ripresa . Si decide di riattivare la Grotta Gigante, valoriz­zandola al massimo.

1949 — 1951

  • La situazione politica particolare di Trieste, il nuovo confine che toglie alla Commissione Grotte la disponibilità delle Grotte di San Can­ziano e che impedisce di svolgere l’attività esplorativa nelle zone tradizionali (Bainsizza, Selva di Tarnova, Istria) ne rallenta la ripresa. Questa deve svolgersi nel ristretto territorio del Carso Triestino e si esplica nella revisione del Catasto, nella ricerca sistematica di nuove cavità, nello studio morfologico delle cavità maggiori.
  • Nel 1950 hanno inizio le ricerche sistemati­che di meteorologia ipogea nella Grotta Gigante.
  • Riprendono gli scavi preistorici nella Grotta dell’Orso.

1952 — 1953

  • Giudicando insufficiente il Carso Triestino, la Commissione Grotte decide di estendere la sua attività nelle Alpi e Prealpi Friulane ed inizia le ricerche nella zona compresa tra le valli del­l’Arzino e del Meduna e sull’elissoide calcareo del Bernadia; ciò è possibile grazie alla conces­sione dei mezzi di trasporto da parte delle Autorità Militari. Tra le esplorazioni principali va ricordata la Cevola della Presa, un com­plesso di gallerie percorse da diversi torrenti, lungo 2 km.
  • Vengono organizzate, con l’appoggio del­l’E.P.T. di Salerno, due campagne speleologi­che alle falde del monte Alburno, che vengono a ricollegarsi a quelle del 1926 e 1930; le ricerche sono rivolte soprattutto alle grotte di Castelcivita.
  • Vengono eseguiti esperimenti sulla possibi­lità di effettuare collegamenti radio in cavità.
  • Viene eseguito il rilievo fotogrammetrico della Grotta Gigante.

1954

  • In collaborazione con altri gruppi speleolo­gici di Trieste, la Commissione Grotte organizza il VI Congresso Nazionale di Speleologia.

1955

  • Viene organizzata una spedizione in Sarde­gna, nella zona di monte Albo, in collaborazione con il Gruppo Speleologico di Nuoro. Durante la campagna vengono esplorate varie cavità, fra cui le celebri «Sa Tumba e Nurai» e «Sa Tumba e Nudorra»; nella grotta di San Giovanni d’Ispinigoli viene raggiunto per la prima volta il torrente ipogeo.
  •  Proseguono le esplorazioni nelle Prealpi Friulane (Bernadia, Ciaorlecc),
  • Viene decisa l’istituzione di una stazione sperimentale di meteorologia ipogea ed a tale scopo si acquista la cavità 3875 VG.
  • Nella Grotta Gigante entra in funzione un impianto sperimentale e provvisorio di illuminazione elettrica.

1956

  • L’attività esplorativa si estende al massiccio Cansiglio-Cavallo.
  • Viene organizzata una campagna in Puglia, nelle Murge e presso Ostuni. Tra le varie cavità esplorate e rilevate particolare interesse riveste la «Grave di Faraualla» che con i suoi 256 m di profondità risulta la più profonda dell’Italia Meridionale.
  • La grotta sperimentale 3875 VG viene attrezzata per gli studi meteorologici, inaugurata e battezzata «Costantino Doria» in ricordo di uno dei pionieri della speleologia triestina.
  • Si decide di illuminare elettricamente la Grotta Gigante. L’impianto provvisorio viene tolto e appaltato quello definitivo,

1957

  • L’anno si apre con una spedizione alle Stufe di S. Calogero di Sciacca con la quale viene ripresa l’esplorazione iniziata nel 1942. Nelle gallerie inferiori vengono scoperti vasi preistorici; nello stesso tempo si constata che per le proibitive condizioni ambientali l’esplorazione con i mezzi usuali non è possibile.
  • Si intensificano le ricerche sul Cansiglio.
  • Viene inaugurato l’impianto elettrico defini­tivo in Grotta Gigante.
  • Inizia il ciclo triennale di misure meteorolo­giche nella grotta sperimentale Costantino Doria.

1958

  • L’attività si svolge con un ritmo particolar­mente intenso sul Carso, dove vengono ripe­tute le esplorazioni di tutte le più profonde cavità, sul Cansiglio e nelle Prealpi Friulane.
  • In gennaio e febbraio due brevi campagne nelle grotte di La Val (Friuli) portano alla scoperta di circa 500 metri di nuove gallerie, alla profondità di 250 metri.
  • In marzo viene effettuata un’altra spedi­zione alle grotte di Sciacca (Sicilia). La spedizione è dotata di particolari tute-scafandro, appositamente costruite, alimentate con aria pompata dall’esterno. Grazie a questa attrez­zatura si può rimanere in cavità per più ore con una buona sicurezza; però gli scafandri, ingom­branti e pesanti, limitano la possibilità di lavoro degli esploratori. Viene esplorata una nuova galleria, viene eseguito una parte del rilievo ed i vasi vengono accuratamente esaminati da uno specialista e fotografati.
  • In luglio viene iniziata l’esplorazione di un nuovo abisso scoperto presso Pontebba, dedicato poi alla memoria di Silvio Polidori, socio della Commissione disperso in Russia nel corso della seconda guerra mondiale.
  • In agosto una squadra partecipa all’esplora­zione della Spluga della Preta, compiuta dal G.E.S. «Falchi»; la spedizione accerta che il rilievo precedente è errato, segnando 594 metri contro i 368 effettivamente rilevati; viene inoltre scoperto il proseguimento della cavità.
  • In settembre viene esplorato in collabora­zione con il Circolo Idrologico e Speleologico Friulano l’Abisso di Vigenti.
  • L’Istituto di Geodesia dell’ Università di Trieste inizia nella Grotta Gigante le ricerche sulle maree terrestri.

1959

  • Viene completata l’esplorazione dell’Abisso Silvio Polidori.
  •  Una squadra partecipa alla II spedizione alla Spluga della Preta del G.E.S. «Falchi».
  • Viene proposta al C.A.I. l’istituzione di una Scuola Nazionale di Speleologia. Il Comitato Scientifico del C.A.I. approva l’iniziativa ed in settembre viene organizzato a Trieste il I Corso, al quale partecipano giovani di ogni parte d’Italia.
  • Una squadra partecipa ad una spedizione di soccorso per un incidente successo in una forra presso Salò.
  • L’Ente Provinciale per il Turismo assume l’iniziativa della costruzione presso la Grotta Gigante di due fabbricati da adibire a bigliette­ria e museo di speleologia.
  • Hanno inizio gli scavi preistorici nella Grot­ta dei Ciclami.

1960

  • In collaborazione con il G.E.S. «Falchi» viene organizzata una spedizione alla Spluga della Preta in cui si raggiunge la profondità di circa 450 metri e viene scoperto un grosso torrente sotterraneo.
  • Sul Carso triestino la Commissione Grotte si dedica con particolare interesse alla ricerca di nuove cavità e di proseguimenti in cavità note; vengono eseguiti lunghi e pazienti lavori di disostruzione ed allargamento di fessure.
  • Si tiene il II Corso della Scuola Nazionale di Speleologia.
  • Una squadra compie una lunga ricogni­zione sull’Altopiano dell’Alburno per cercare alcune cavità di cui si sospetta l’esistenza.
Preta 1960. Da sinistra: M. Della Valle

1961

  • In seguito ai dati raccolti nella campagna del 1960 si effettua una spedizione sull’Alburno; vengono esplorate totalmente o parzialmente 10 nuove cavità, tre delle quali superano i 200 metri di profondità; nella Grava del Fumo viene scoperto un torrente ipogeo che nasce da un sifone a 200 metri di profondità, alla base di un pozzo di 112 metri.
  • La Commissione Grotte decide di racco­gliere i risultati delle ricerche svolte dai soci in un periodico, aperto anche alla collaborazione di altri studiosi, che si chiamerà «ATTI E MEMORIE» come il primo bollettino della Società Alpina delle Giulie, uscito nel 1885.
  • Viene decisa la creazione di una nuova sta­zione sperimentale da affiancare alla Costan­tino Doria. La scelta cade sulla cavità No 12 VG, lunga 700 metri e profonda 242. Iniziano subito le pratiche per ottenerla in affitto dal Demanio e ottenere un contributo dal C.N.R. per attrezzarla.

1962

  • La Commissione Grotte riceve l’incarico di organizzare il III Corso della Scuola Nazionale di Speleologia; vi partecipano 12 allievi prove­nienti da varie parti d’Italia.
  • Proseguono, con un’altra spedizione, le ricerche sull’Alburno; il torrente della Grava del Fumo viene esplorato per 1 km di lunghezza e 270 metri di profondità, vengono eseguite misure di portata ed una prima ricognizione al sifone d’entrata del torrente; si esplorano altre 5 nuove cavità e si completa l’esplorazione della Grava di Melicupolo, profonda 257 metri.
  • Ha inizio lo studio geologico del massiccio dell’Alburno e viene all’uopo organizzata una breve campagna geologica.
  • Esce il primo numero di «Atti e Memorie» con i risultati del primo ciclo triennale di misure eseguite nella Costantino Doria.
  • Iniziano gli scavi preistorici all’ingresso alto della Grotta Gigante.
  • In concomitanza con una campagna arche­ologica, viene fatta una campagna speleologica a Sciacca per provare scafandri leggeri di nuova concezione che danno ottimi risultati.
  • Viene inaugurata la biglietteria della Grotta Gigante e coperto il fabbricato del museo.
  • Viene decisa una serie di ricerche in colla­borazione con l’Osservatorio geofisico Sperimentale; allo stesso Istituto viene concesso di installare nella Grotta Gigante una coppia di sismografi e di costruire a ridosso del museo un piccolo fabbricato per gli apparecchi di registrazione a distanza.
  • La Grotta 12 VG viene chiusa e si predi­spongono i progetti per la sistemazione interna.

1963

  • Ricorre l’80° anniversario della fondazione della Commissione Grotte.
  • Vengono eseguiti importanti lavori di siste­mazione e miglioria dei vecchi sentieri e dell’im­pianto di illuminazione della Grotta Gigante.
  • Entrano in funzione gli strumenti dell’Os­servatorio Geofisico Sperimentale.
  • Hanno inizio i lavori per l’impianto della seconda stazione sperimentale nella grotta 12 VG.
  • Viene effettuata la III campagna speleologica sull’Alburno, durante la quale, fra l’altro, viene completata l’esplorazione della Grava dei Gatti, profonda 402 metri.
  • Iniziano, nel luglio, le ricerche sul massiccio del Monte Canin.
  • In occasione del Centenario del C.A.I., assieme alla Sezione Grotte della consorella Associazione XXX Ottobre, la Commissione Grotte organizza il IX Congresso Nazionale di Speleologia, il terzo tenuto a Trieste, confer­mando ancora una volta l’importanza di Trieste nella speleologia italiana; tra le manifestazioni in programma per il Congresso vi è l’inaugura­zione del Museo di Speleologia a Borgo Grotta Gigante.

                                                                                                     Marino Vianello