La Genziana continua lungo ” GLI OMINI VERDI “

 

LA GENZIANA CONTINUA LUNGO ” GLI OMINI VERDI “

Passaggio tipico del Ramo degli Omini Verdi – Bus de la Genziana ( foto Ezio Anzanello)
Pubblicato su ” PROGRESSIONE N 54 ” anno 2007

Come scrive Filippo Felici in una email su Speleoit questa volta la realtà ha superato la fantasia. Lì, a meno 180 metri di profondità sotto quella affascinante piana del Cansiglio, finalmente nel dicembre 2007 il mostro è stato svelato e la porta di accesso verso il sistema di gallerie di oniriche fattezze è stata spalancata. Si parla del Bus de la Genziana 1000VTV.
Negli anni ‘70 viene esplorato dal Gruppo di Vittorio Veneto e da alcuni della AXXXO di Trieste un nuovo ramo, chiamato poi degli “Omini Verdi”, un lungo meandro che sembra non finire mai (poco meno di un chilometro) e talmente sinuoso che ad un certo punto della progressione sembra di vedere appunto omini verdi. Poco si sa sulle sue prosecuzioni. Un punto interrogativo alla sua fine, stampato sul rilievo fa pensare ad alcune strettoie da disostruire. Il ramo cade più o meno nel dimenticatoio fino ai giorni nostri.
Maggio 2007: il gruppo di Vittorio Veneto riarma i due pozzi iniziali (un 8 e un 10 metri) del ramo con l’intenzione di ridare un’occhiata a quel punto interrogativo.
Agosto 2007: durante il campo in Cansiglio organizzato dai gruppi di Ferrara, Urbino, Pordenone e Sacile si rientra in quel ramo, portando materiale da disostruzione. Superati i 30 metri di strettoia finale ci si accorge che quegli ambienti erano già stati superati nel 1975, ma che nel rilievo non compaiono. Due giorni dopo si è già giù di nuovo. Si rilevano circa 300 metri di gallerie, mentre vengono perlustrate nuove possibili prosecuzioni. Ci si ferma per sopraggiunta stanchezza. L’aria è tanta.
Settembre 2007: viene fatta chiarezza tra il Gruppo di Vittorio Veneto e gli organizzatori del campo estivo sulla “paternità” delle esplorazioni e si decide di proseguire le esplorazioni con squadre miste.
Ottobre 2007: Andrea e Valerio di Vittorio Veneto raggiungono le parti nuovi ed esploreranno circa 500 metri di un’enorme forra ed una zona riccamente concrezionata.
Novembre 2007: Valerio di Vittorio Veneto ed Filippo del G.S. Urbino esplorano circa 700 metri di gallerie (a tratti enormi) rilevandone circa 500. La cosa più importante è, però, l’essersi accorti che si è entrati in un reticolo di grandi forre, sovrastate da un dedalo di gallerie fossili che “galleggiano” a circa 150 metri sotto i prati del Pian Cansiglio. La direzione predominante di queste gallerie è giusto verso ENE, direzione del Bus de la Lum, e guarda un po’ dell’Abisso del Col della Rizza, noto per essere il meno 800 del massiccio.
Dicembre 2007: partecipano Valerio di Vittorio Veneto, Roberto Corsi di Ferrara, Simone Scarselli e Luigi Russo di Città di Castello, Giovanni Bardino di Urbino e Filippo Felici. L’obiettivo è spostarsi sotto la piana il più possibile. Cosa che si è avverata, eccome. Il forrone che si percorre è lungo, sembra infinito. “Cansiglio Mon Amour” sarà il nome di quella forra. I bivi sono molteplici, tutti neri. Al di là del nero, il bianco. Sopra occhieggiano le gallerie freatiche. Una di queste sarà chiamata “A dopo”.
Ci si ferma di nuovo per sopraggiunta stanchezza con la consapevolezza che non è finita.
Non ho avuto la fortuna di partecipare fisicamente alle esplorazioni qui descritte da Filippo, ma ricevevo sempre informazioni dettagliate ad ogni punta e mi pareva di essere stata là con loro. Lui puntualmente per farmi gola mi scriveva tre semplici messaggi subito dopo le sue emersioni dai corridoi (ormai tali sono!) del Pian Cansiglio:
16 agosto ore 12:57:05. “Omini Verdi alla grande!”. Ho commentato come Arnold della famosa serie televisiva a suo fratello Willis: “Che cavolo stai dicendo Felpe?!”. Beh…si sapeva in fondo in fondo… Dopo averlo sentito sembrava mi fossi fumata tutta l’erba del giardino …
18 novembre ore 20:44:57. “Altro chilometro nuovo agli omini verdi”… Reagisco in modo più composto dell’altra volta… Incredula però non riconosco più la grotta che mi descrive… lui parla sempre in modo calmo e tranquillo come quasi fosse normale quel che dice…
10 dicembre ore 06:56:22 “Genziana al di fuori di ogni immaginazione! Il mostro si è svegliato. Per comprendere questo l’unica possibilità è vederlo con i tuoi occhi. Non c’è alternativa!”.
Rincoglionita dal sonno leggo, capisco poco… rileggo… gli scrivo che lo chiamo più tardi ma il fatto che abbia scritto di più (di solito è sintetico) significa che è COSA GROSSA, non mi ricordo più cosa dovevo fare, subito dopo con voce da oltretomba lo chiamo….Mi fa sparando metri “Aaooh, continua… forroni, forroni, mica una cosina così, non cosine insomma maaaa gallerie da camion”… Ho pensato: “Come non cosine ma camion?! oddio che figata! “.
Ho avuto modo anni fa di visitare più volte quel lungo meandro percependo sempre la sensazione che continuava, non era finita la grotta laddove finiva il rilievo. Le voci sulla difficoltà di progressione, veritiere e fondate anche se relative alla dimensione della persona, poi si sono moltiplicate fino a trasformare quella parte di grotta in un mito e a “privare” la gente della voglia o del coraggio per esplorarla … posto infame, troppa fatica insomma. E’ un luogo selettivo e tecnico certo, come tanti altri d’altronde, e per questo forse più affascinante.
La realtà ora ha magicamente superato i confini della nostra mente. Dopo l’ultimo messaggio quella mattina di dicembre ho guardato con occhi pieni di entusiasmo e soddisfazione il Cansiglio mezzo innevato, immaginando tutto quel che Filippo e company avevano trovato e quanto questa montagna abbia ancora da svelarci.
Barbara Grillo