LE SCOPERTE DI UN ARCHIVISTA
Pubblicato sul n. 49 di PROGRESSIONE – anno 2003
LA STORIA SI RIPETE…
Accadde quarant’anni fa… è tanto? È poco il tempo che è passato? È tutto relativo alle persone, ai fatti successi. Può capitare anche un …déjà-vu! Già visto! Forse è meglio che cominci dall’inizio…
Come sapete io sono l’archivista della “storia passata e recente della Grotta Gigante”, quindi sto scartabellando tra le scartoffie in cerca di notizie e materiale per poi catalogarlo.
Un pomeriggio stavo smistando vecchi articoli di giornali e sotto le mani mi ritrovai un paio di trafiletti riguardanti un matrimonio svoltosi il 22 settembre 1963 all’interno della Grotta Gigante. Sorrisi, mi fece emozione leggere l’enfasi con cui era descritto l’avvenimento, che per l’epoca era uno “scandalo” per alcuni e per altri una “bizzarria” di due giovani che volevano mettersi in mostra.
Incuriosita andai in cerca, tra le carte da smistare, di qualcosa d’altro riguardante l’avvenimento, ma senza sapere di cosa e, soprattutto, se “avrei trovato quel qualcosa?”.
La perseveranza fu premiata e trovai le partecipazioni di matrimonio dove i genitori dei futuri sposi annunciarono l’unione dei rispettivi figli. La cosa che mi sorprese era che sullo sfondo era riportato un vecchio disegno del 1926 dello spaccato della grotta, con inserita nel mezzo la Basilica di S. Pietro. “Quale Cattedrale naturale è il luogo migliore per saldare la propria promessa d’eterna vita insieme?”
Il primo pensiero fu: “Ci tengono proprio tanto a coronare questa loro unione all’interno della Grotta Gigante!”. Una domanda mi venne subito in mente: “Come mai due giovani goriziani erano così legati alla Commissione Grotte “E. Boegan”, tanto da volersi sposare nella Grotta Gigante, in un certo senso “simbolo” del gruppo?
Rimasi con questo dubbio. Avrei potuto chiedere maggiori informazioni ai “veci”, dipanando così questa matassa, ma non lo feci! Avevo forse paura di sentirmi raccontare una storia banale o di poco conto, e forse non era tanto importante sapere come, cosa o perché. Evitai perciò di proposito di conoscere ulteriori particolari, considerando l’evento come una “bella favola d’altri tempi”.
Passarono i mesi, quando …un pomeriggio ci fu comunicato che domenica 21 settembre 2003 in grotta si sarebbe svolto un anniversario di matrimonio, con una piccola cerimonia all’interno, nella Sala dell’Altare.
Al momento non collegai il fatto con gli articoli da me letti parecchi mesi prima e la notizia fu da me appresa come una normale comunicazione di servizio.
Con il passare del tempo, però, un tarlo cominciò a rodermi nella testa e volli così informarmi meglio. Man mano che acquisivo notizie, d’improvviso si aprì nella mia testa la “casella Matrimoni 1963”. Non posso descrivervi il mio stato d’animo quando scoprii che le due cose erano strettamente collegate!
Mille domande mi passarono per la testa: “Com’erano oggi questi sposi? Erano quelli che mi ero immaginata? Due entusiasti della speleologia e dell’ambiente sotterraneo? O due esibizionisti? Mi piacerà conoscerli? Saranno cordiali e affabili …o saranno distaccati e altezzosi?”.
La domanda che avrei dovuto sicuramente farmi era: “Avrò modo di conoscerli?”
Arrivò il giorno in cui “gli sposi” vennero in grotta per accordarsi con il direttore su come e quando organizzare l’anniversario. In quest’occasione ebbi modo di conoscerli …ero titubante e perplessa. Era il momento della verità per me: rimarrò delusa o …?
Mi trovai davanti a due persone speciali, con una carica emotiva e con un entusiasmo da ventenni.
Raccontavano la cerimonia del loro matrimonio di 40 anni fa sul fondo della grotta con gli occhi brillanti per la gioia e l’emozione come se dovessero sposarsi da lì a poco per la prima volta.
L’idea del matrimonio in grotta nacque dalla volontà di essere al più presto uniti per sempre, pur non essendo nella possibilità di comperare nemmeno l’abito da sposa. Quale occasione migliore dunque, coronare quel loro desiderio in un luogo che ricordava i momenti più belli della loro giovinezza passati assieme nelle tante grotte del Carso triestino? Al posto degli abiti tradizionali, gli sposi indossarono delle semplici tute (bianche per l’occasione), imitati da buona parte dei convenuti. Il rinfresco fu offerto dalla Commissione Grotte e quest’ultima, come dono di nozze alla sposa, regalò un medaglione d’oro con inciso lo spaccato della Grotta Gigante. Fu una splendida festa!
Nel racconto di quella celebrazione venivano nominati con simpatia gli speleologi della Commissione Grotte allora intervenuti. E voi vi ricordate di questi sposi? Sono Laura e Rinaldo. Sono passati 40 anni, ma nulla è cambiato per loro!
Troverò ancora qualcosa di così emozionante nel mio scartabellare?
Poa (Maria Pia Zay)