SISTEMI PER L VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO

Pubblicato sul n. 48 di PROGRESSIONE – anno 2003
Come già esposto nei precedenti articoli apparsi su questa ed altre pubblicazioni del settore, (alle quali rimandiamo gli eventuali interessati), le gallerie mediane del complesso ipogeo conosciuto come Stufe di San Calogero sul Monte Kronio di Sciacca (AG), conservano, praticamente intatto, grazie all’ambiente ostile, un notevole patrimonio archeologico costituito da gruppi di vasi preistorici, corredi di inumazioni della prima età del bronzo. Purtroppo, a tutt’oggi nulla è stato fatto per rendere fruibile al pubblico questo eccezionale. ed unico monumento archeologico, associato tra l’altro ad un altrettanto eccezionale ed unico fenomeno geotermico; che potrebbero costituire un ulteriore grosso richiamo per questa zona, destinata a diventare un nuovo moderno polo di attrazione turistica. Se, all’inizio, l’idea poteva sembrare quasi irrealizzabile, causa l’ambiente non favorevole alla permanenza umana, oggi, dopo quasi cinquant’anni di lavori ed esplorazioni del complesso, con l’esperienza acquisita ed i mezzi moderni intervenuti, possiamo dire che l’impresa è fattibile ed anche senza eccessive difficoltà. Va comunque da tenere sempre presente l’estrema delicatezza con la quale bisogna operare in tale ambiente, dove anche piccoli interventi, che non tengano conto dei molteplici fattori che determinano la costanza termica e temporale del flusso vaporoso, potrebbero causare danni irreversibili a quest’ultimo. Persone trasportate dell’entusiasmo ma poco attente, nell’auspicare soluzioni del genere, potrebbero avanzare con estrema leggerezza idee alle volte impossibili ed alle volte addirittura disastrose per l’integrità del fenomeno. Questo nostro ultimo lavoro intende quindi mettere in guardia chi di competenza dal prendere decisioni affrettate ed a leggere attentamente quanto è stato, sino ad ora, pubblicato sulla dinamica del flusso vaporoso, articoli che sono stati da tempo messi a disposizione di tutti gli interessati alla Biblioteca Comunale di Sciacca Dopo questa premessa intendiamo esporre come, secondo noi, si potrebbe rendere turisticamente fruibile la cavità e quanto in essa contenuto. Tre sono le priorità da dover tener presente nel progettare le eventuali opere.
1)SALVAGUARDIA DELLE CARATTERISTICHE DEL FLUSSO
La dinamica e le caratteristiche del flusso vaporoso, che proviene dalla falda di acque termali, situate circa 300 m più in basso, sono condizionate da molteplici fattori, tra i quali i più importanti sono, per quanto riguarda la quantità in circolo (e quindi il tiraggio): Le sezioni dei condotti che allo stato attuale consentono un afflusso continuo ed abbondante nelle caverne destinate alle cure termali, e ciò non ostante l’irrisorio sbalzo pressorio che fornisce l’energia al fenomeno del tiraggio; per quanto riguarda la costanza termica: che si mantiene fissa a 37°C., non ostante le variazioni di temperatura dell’aria aspirata dall’esterno, regolata da un delicato scambio calorico che si instaura tra l’aria, il vapore e la sua condensa con e la superficie complessiva delle pareti interne che vengono da questi lambite. Ciò esclude a priori qualsiasi intervento atto a modificare, anche in minima parte, le sezioni e le superfici delle pareti interne. Non è possibile quindi effettuare alcuna deviazione del flusso. A tal proposito ricordiamo che, per consentire gli scavi archeologici, nel 1962, era stato isolata una notevole porzione dell’Antro di Fazzello, riducendo così notevolmente la sezione del condotto, la situazione avrebbe dovuto essere rimessa in pristino a scavi ultimati; cosa che sino ad oggi non è stata fatta. Non possiamo escludere che la diminuzione della temperatura nell’Antro di Dedalo, da noi ripetutamente segnalata, sia dovuta a tale fatto, ciò in quanto l’inconveniente ha iniziato manifestarsi solo dopo tale opera.
2) INTEGRITÀ DEL MATERIALE IN SITO
Sia il materiale fittile che i resti ossei sono, in alcuni casi, molto fragili, probabilmente causa l’atmosfera che li ha conservati per millenni, quindi è opportuno vengano maneggiati il meno possibile. Nel caso si decidesse di portare i visitatori direttamente nelle gallerie e non potendo, a loro protezione, realizzare schermi trasparenti (non solo si appannerebbero subito ma potrebbero turbare il flusso), non vi sarebbe quindi altra soluzione che effettuare le visite solo con piccoli gruppi, naturalmente con la presenza di un accompagnatore. È da tener presente che quest’ultimo poi, dato le condizioni ambientali, avrebbe la possibilità di operare non più di due o tre volte al giorno, a meno non fosse attrezzato con tuta e relativo rifornimento di aria. A proposito di integrità dei vasi è opportuno ricordare che gia nel 1974 avevamo riscontrato un notevole stillicidio che interessava le deposizioni poste nella seconda parte della galleria Di Milia, acqua certamente proveniente dai soprastanti impianti idraulici del convento e dell’alberghetto e probabilmente anche dalla vasca di raccolta. Tutto questo non giova certamente alla buona conservazione dei materiali, per cui sarebbe il caso di provvedere in merito. Dobbiamo congratularci con la Direzione delle Terme che ha finora disposto e mantenuto la proibizione all’accesso, cosa che auspichiamo venga fatta anche per il futuro. Nel caso di visite particolari o riprese televisive, come finora attuato, le persone devono poter entrare solamente con l’accompagnamento di personale fidato e più che esperto. Non va dimenticato che l’ambiente è sempre pericoloso, ed in caso di incidente il recupero di una persona non è una impresa semplice ed inoltre, in tal caso, non si può badare a quello che vi è attorno, con il rischio di fare danni irreparabili.
3) INCOLUMITÀ DEI VISITATORI
Poiché il tempo limite di permanenza nelle gallerie mediane, senza protezione, è di non più di 20/30 minuti, volendo portarvi dei visitatori senza correre il pericolo di gravi malori, è necessario venga eliminata la non indifferente fatica che oggi incontra chi fa uso della scala montata nel pozzo; e ciò escogitando un sistema che, oltre trasportare le persone sino al fondo, dia pure la possibilità di recuperare, con la massima celerità, un eventuale infortunato. Naturalmente, all’esterno, dovrebbe essere in atto l’assistenza e l’attrezzatura normalmente in funzione quando sono aperte le cure alle Stufe, dato che, durante la visita, l’organismo verrebbe sottoposto ad uno stress notevolmente superiore a quello di un normale ciclo di cura. Inoltre, essendo il percorso interno alquanto disagevole, è pure indispensabile l’installazione di passamani e balaustre nei punti pericolosi come pure la costante presenza di un accompagnatore, come già detto. Lo sfruttamento turistico potrebbe avvenire seguendo due soluzioni:
A) Portare le immagini della cavità all’esterno
Si tratterebbe di organizzare una sala di visione dove i visitatori avrebbero la possibilità di vedere, proiettate su di uno schermo, riprese, in contemporanea, della gallerie mediane e dei reperti in esse esistenti. Ciò potrebbe essere realizzato, secondo noi, con uno dei seguenti sistemi:
b) Installazione di due telecamere, una per galleria, appese e scorrenti su rotaia, sempre comandate dall’esterno, sia per il percorso che per il loro movimento. Impianto di illuminazione ed aria come per il precedente. Per questo il problema da risolvere sarebbe il rifornimento di energia ai sistemi mobili di ripresa e spostamento.
c) Realtà virtuale computerizzata ricostruente tutta la cavità con il suo contenuto. Le immagini potrebbero essere, per un gruppo di visitatori, proiettate su schermo in funzione di un sistema di comando che consenta: non solo di simulare una percorrenza interna ma anche la visione di qualsiasi elemento, reperto o particolare della grotta, sotto vari punti di vista e distanza. Ad un singolo visitatore invece. potrebbe essere offerta inoltre la possibilità, tramite occhiali monitor, la visione dei particolari ambientali comandando la visione col solo movimento della testa. Un programma del genere richiede un preventivo rilievo tridimensionale delle zone che interessano, così da costituire un reticolo di base sul quale poi devono venire inserite una serie di fotografie particolareggiate delle quattro pareti e dei reperti; in modo così da ricostruire nel computer la cavità in tutti i suoi particolari. Delle tre soluzioni la prima sarebbe la meno costosa, mentre il costo delle altre due, più o meno, dovrebbe essere dello stesso ordine di grandezza. A nostro avviso la più opportuna sarebbe la terza in quanto non solo più affascinante ma anche perché, una volta installata, contrariamente le altre due, richiederebbe solo irrisorie spese di gestione. È da tener inoltre presente che la scelta di qualsiasi delle tre soluzioni sopra esposte eviterebbe la presenza umana nelle gallerie, costante pericolo per l’incolumità dei reperti (e delle persone stesse).
B) Portare i visitatori nelle gallerie
Benché non d’accordo con una soluzione del genere, dobbiamo comunque esporre quale, secondo noi, sia l’unico sistema per realizzarla. Partendo dal fabbricato Stufe ed entrando dal Buco del Fico, attraverso l’Antro di Fazzello, può essere raggiunto l’orlo del Pozzo Medeot; non sarebbe di difficile progettazione una funicolare che da qui scenda sino a raggiungere la strettoia all’inizio della Gallerie Di Milia. Con tale mezzo, che dovrebbe essere concepito in modo da mantenere sempre la posizione verticale qualunque sia la pendenza del percorso, sarebbe possibile portare, velocemente e senza fatica, due o tre persone alla volta, sul fondo. Sarebbe necessario inoltre provvedere alla sistemazione dei percorsi previsti con sentierini e scalette; l’angusta strettoia all’inizio della Galleria Di Milia costituirebbe comunque un grosso problema. In tal modo potrebbe essere guidato, da un accompagnatore in tuta (vedi b), un gruppetto di 6/9 persone per una visita ai reperti della durata di 20/30 minuti, ma non più. Precisiamo che sarebbe del tutto impensabile dotare i visitatori di tute, come quelle impiegate nelle esplorazioni, dato che il loro impiego, alquanto complicato, può essere efficace solo se usato da non più di due o tre persone al massimo. Si dovrebbe comunque prevedere, come già citato, un insieme di servizi all’esterno ed anche sul fondo, di un piccolo riparo, alimentato dall’impianto d’aria, da usare in caso di emergenza. Risulta evidente che una soluzione del genere, che a nostro avviso avrebbe un costo almeno pari a quello della realtà virtuale, presenterebbe sicuramente spese di esercizio notevolissime, senza dare una assoluta garanzia di sicurezza per i visitatori (per esperienza sappiamo che anche i più banali imprevisti, in ambiente tanto ostile diventano difficilmente gestibili). Per qualunque calcolo di spesa si voglia fare, va tenuto sempre presente che i lavori da eseguire all’interno possono essere paragonati a lavori subacquei a media profondità, con quindi costi simili, e che una persona, naturalmente con tuta, non riesce lavorare costantemente più di tre ore al giorno.
ULTERIORI OPERE
Di facilissima realizzazione sarebbe, in attesa di opere più importanti, attrezzare l’orlo del pozzo in modo di poter portare, attraverso il Buco del Fico ed Antro Fazzello, sino qui i visitatori ad ammirare questo abisso, dal quale provengono caldi vapori, e che, opportunamente illuminato, costituirebbe una scena dantesca. Si tratterebbe di sistemare il percorso a partire dal fabbricato, sostituire le attuali pareti che isolano la parte dell’Antro Fazzello interessata dallo scavo archeologico, con altre fornite di aperture e l’impianto di illuminazione. Per i visitatori nessuna preoccupazione se non fornirli di mantelle di plastica, in modo di non farli uscire con gli abiti completamente bagnati. Altra nostra idea, già avanzata, era la costruzione di un plastico, vuoto per pieno, scala 1:100, di tutto il sistema ipogeo, da collocarsi alle Stufe o all’Antiquarium. Questo è quanto la nostra passione per il Kronio ed il suo eccezionale fenomeno ci suggerisce allo scopo di rendere partecipe una maggior massa di persone alla sua conoscenza ed ammirazione. Se mai una di queste nostre idee sarà realizzata, avremmo la soddisfazione di sapere di non aver sudato invano là dentro per quasi cinquanta anni!
Giulio Perotti, Roberto Prelli