Grotta Ferroviaria

GROTTA FERROVIARIA PREISTORIA DELLA “GUALTIERO”

Pubblicato sul n. 36 di “PROGRESSIONE” – Anno 1997
Molte grotte del Carso – anche alcune delle più belle – sono state trovate per caso. Non cosi è stato per la Gualtiero, 5730 VG, la seconda per le dimensioni, con i suoi quattro chilometri di sviluppo e oltre cento di profondità.
Non è stata trovata per caso, si diceva, ma da Giuliano Zanini, che s’era messo in testa di trovare dove uscisse l’aria che con impeto rilevante entrava nella 4352 VG, Cunicolo sulla riva destra del Rosandra che, dopo i lavori che ne hanno raddoppiato lo sviluppo, è chiamata pure “Grotta Ferroviaria”.
Nella storia della Gualtiero deve quindi entrarci pure la storia della “Grotta Ferroviaria”. Sul fianco della valle, pochi metri a monte della ex linea ferroviaria e non lungi dalla seconda galleria si apriva uno strettissimo pertugio aspirante (ora reso notevolmente più comodo da opportuni lavori di allargamento) che immette in una galleria non molto larga, concrezionata, lunga una ventina di metri (punti 7-1), aperta da Franco Florit e rilevata da Sergio D’Ambrosi nel luglio 1965). Varie prove con fumogeni artigianali davano sempre lo stesso responso: aspirazione continua. Cercando con attenzione al fondo della galleria venne individuato uno stretto pertugio aspirante, allargato e reso agibile con numerose giornate di lavoro da Giuliano Zanini e Ciano Filipas. Alla sua fine l’aria si perdeva in alto, in un camino intasato da argilla e materiale lapideo vario: altro scavo – stavolta in verticale –  e dopo un paio di metri si giunge in un cunicolo (pp 1 1-14), evidente prosecuzione della galleria precedente. Al suo termine altri duri scavi e si scende in una grossa frana in cui si aprono tre passaggi: uno orizzontale (pp 15- 16), che conduce al termine della parte visitabile della cavità, ove uno stretto e impercorribile camino (p 18) inghiotte parte dell’aria che percorre la grotta. Un secondo (pp 15- 22) conduce ad una bassa saletta sormontata da un camino concrezionato, mentre l’ultimo, che porta al punto più fondo della grotta, è un cunicolo angusto, dal suolo fangoso al cui termine da una fessura alita una ben distinta, anche se non notevole, corrente d’aria. Ulteriori prove con fumogeni, questa volta non più artigianali, hanno permesso di constatare che gran parte del fumo si è infilato nel cunicolo più basso, in cui argilla e suolo hanno preso una caratteristica colorazione rossastra.
La cavità si sviluppa su di una frattura orientata secondo NE-SW, parallela quindi ad una paretina che dalla ferrovia sale verso L’altipiano di Draga; la parete sinistra si presenta sempre solida e ben concrezionata mentre quella opposta spesso è formata da massi di varie dimensioni cementati da concrezione, a volte intervallati da materiale di riempimento (sabbia, argilla, ciottoli). In alcuni tratti della cavità sono state notati degli scallops, testimoni forse di un’antica attività idrica.
                                                                                                       Pino Guidi
GROTTA FERROVIARIA (Cunicolo sulla riva destra del Rosandra), 4352 VG CTR 1:5000 Draga Sant’Elia; Pos. 73” 63’ 73” 6 – 45” 37’ 04’ 7; quota ingr. m 320; lungh. m 77; prof. m 7;
Ril. Pino Guidi, Giuliano Zanini, SAG, 14-11-1992, Luciano Luisa, Claudio Dedenaro, SAG, 7-7-1997.