DISTRIBUZIONE SUL CARSO TRIESTINO DI DRYOPTERIS FILIX-MAS (L.) SCHOTT
Pubblicato sul N. 36 di PROGRESSIONE – anno 1997
GENERALITA’
DRYOPTERIS FILIX-MAS (L.) Schott, con denominazione italiana di Felce rnaschio o Felce maschia, è una Pteridofita perenne con distribuzione subcosmopolita (Europa, Asia centrale e settentrionale, Estrerno Oriente, Africa, America settentrionale, Brasile ed Australia), appartenente alla famiglia delle Aspidaceee -. Essa trova il suo naturale habitat nelle radure dei boschi submesofili a clima rnedio-continentale e nei siti selvatici ombrosi montani ricchi di humus, dai 0 ai 2300 m (raramente 2800 ml di altitudine). In qualche bosco di forra, con elevata umidità e penombra, il suo sviluppo può ricordare quello notevole delle felci tropicali. Ne è un tipico esempio, relativamente vicino al Carso triestino, lo sfagneto della Grotta del “Principe Ugo” (119 VG) nel Rio dei Gamberi (Rakov Skocjan), descrivendo il quale già lvancich (1926) e Morton (1938-39) evidenziavano la magnificenza e la rigogliosità della felce, inserita in un paesaggio dai connotati tropicali in miniatura. I contributi classici di Marchesetti (1696-97) e di Pospichal (1898) e quelli più aggiornati di Poldini (1980, 1989, 1991), pur segnalando la presenza di Dryopteris Filix-Mas sul Carso triestino, soltanto in rari casi ne specificano la precisa ubicazione. Non risulta pertanto pubblicato, allo stato presente, una quadro dettagliato dei siti carsici relativi alla presenza di Dryopteris Filix-Mas. In seguito ad indagini e sopralluoghi a cavità, baratri e doline di crollo, effettuati con una certa frequenza in questi ultimi decenni, e stato possibile individuare e quindi delineare un primo areale di distribuzione della felce sul territorio carsico. In questo contributo viene dunque fornito il corrente prospetto delle cavità e dei siti carsici, ipogei ed ipogei, ove Dryopteris Filix-Mas stata sinora accertata, quantificandone la specifica presenza. A completamento, si ritiene opportuno segnalare, in apposita tabella, le altre stazioni della felce in altri ambienti della provincia di Trieste.
CARATTERI MORFOLOGICI
Dryopteris Filix-Mas (L). Schott (Syn.: Aspidium Filix-Mas. in Schrd., Polypodium Filix-Mas L., Nephrodium Filix-Mas (L.) Strempel., Polystichum Filix-Mas (L.) Rothl è una felce alta dai 50 ai 150 cm, munita di un breve rizoma obliquo sotterraneo, fittamente rivestito di residui fogliari e di squame brune membranose. Le fronde, marcescenti durante la stagione invernale, sono di forma ellittica-bislunga e lunghe sino a 1,3 m, spesso disposte in rosetta. Il picciolo, 2-3 volte più corto della lamina, appare compatto e di colore bruno chiaro, rivestito di squame brune (palèe). La lamina e oblunga, gradualmente attenuata verso l’apice, bipennata, con una serie di 20-35 segmenti del primo ordine su ogni lato, lanceolati ed acuminati, pennati o profondamente pennatifidi. I segmenti terminali sono oblunghi, obliqui verso l’alto, ad eccezione di quelli inferiori che confluiscono alla base, arrotondati all’apice ed acutamente dentati. I sori, da 4 ad 8, sono situati sulla pagina inferiore della parte alta della foglia, disposti in due serie su ogni pinnula, e risultano ricoperti da un indusio solitamente glabro, al quale una linea radiale e bassa (la linea d’inserzione) conferisce la forma di un rene (da Nephrorodium, nephros = rene). Maturano da giugno a luglio e la sporulazione avviene generalmente da luglio a novembre. Il numero cromosomico della specie, secondo Ehrendorfer, è 2n = 164. Le varie denominazioni, con le quali in passato veniva indicata la felce, dipendevano dalle numerose varietà e forme che essa assumeva nei territori ov’era presente. Il rizoma cespitoso della Felce maschio, che denota un odore caratteristico e poco gradevole, è insipido ed astringente. Possiede tuttavia alcuni principi attivi, quali composti fluoroglucinici (aspidinolo, filicina, albaspidina), tannini, amido e principi amari vari. In passato fu utilizzato in medicina quale efficace rimedio antielmintico, tenifugo ed antinevralgico. Fresco e pulito, esso veniva applicato presso la parte dolorante per curare i reumatismi e la sciatica. Attualmente impiego del rizoma è in disuso a causa della velenosità e della pericolosità degli effetti collaterali. In omeopatia viene ancora utilizzato in caso di emicrania. Per uso esterno, con le fronde si prepara un decotto caldo contro reumatismi e gotta. Quale passata curiosità, riguardante le fronde della felce maschio, si ricorda come queste venissero poste nelle scarpe per eliminare la stanchezza ed il gonfiore dei piedi e cosi pure per tenere calde le estremità. Inoltre esse potevano venir inserite nel guanciale del letto per alleviare le sordità dovute a colpi d’aria.
DISTRIBUZIONE PASSATA ED ATTUALE DI ORYOPTERIS FILIX-MAS SUL CARSO TRIESTINO
Dryopteris Filix-Mas (ted.: Gemeiner Wurmfarn, Mannlicher Wurmfarm; slov.: Navadne Glistovnica; altipiano carsico: Mozki praprot; ingl.: Male fern; franc.: Fougère Male) è specie caratteristica dei boschi di faggio e di altre latifoglie mesofile (Ordine Fagetalie Sylvaticae Pawl. 27) e la si può quindi rinvenire nella Feggeta submontana (Hacquetioapipaotido-Fegetum) nel Frassineto di forra (Haoquetio epipactido-Fraxinetum) ma anche nell’Abieteto ad Acetosella (Dxalido-Abetatum) ed in quello ad Adenostile glabra (Adenostylo glabree-Abietetum). È pure elemento dei Castagneti. Nella Penisola Italica, in queste associazioni, la specie è presente e relativamente comune sulle Alpi, sull’Appennino Settentrionale ed in Corsica; più rara nella Padania, sull’Appennino Centro-Meridionale, in Sicilia ed in Sardegna. In Regione, si sviluppa dall’Alto Friuli sino al Distretto montano, nel Genziana, sul Carso e nell’Istria. È stata schedata (Poldini, 1991) nella quasi totalità delle 76 aree di base in cui è stato suddiviso fitogeograficamente il Friuli-Venezia Giulia, non risultando rilevata soltanto per alcune zone della Bassa Friulana.
DISTRIBUZIONE PASSATA
Per quanto riguarda la Bassa Pianura Friulana, già L. Gortani la segnalava al principio del secolo – con il nome di Nephrodium Filix-Mas – presso Negare e a Torre di Zuino nei fitti e rigogliosi boschi di Querce, assieme alla Farnia (Quercuspedunculata), al Carpino bianco (Carpinus betulus) al Frassino (Fraxinus omus), al Carniolo (Comus maa) nal Nocciòlo (Cryus avelana), alla Frangola comune o Alno nero (Fragola alnus), all’Olmo (Ulmus campestris), all’Acero (Acer campestre), al Ligustro (Ligustrum vulgares) ed alla Felce femmina [AtyniumFilix-foemina). I boschi di tali ambienti, situati generalmente e latitudini superiori con clima più freddo, presentano nella Bassa Friulana una specifica flora con caratteri continentali con l’inusuale presenza, ed esempio, dell’Elleboro bianco (Veratrum album), del Giglio Martagone (Liummartagon), del Mezereo (Daphne Mezereum) e dell’Erba Paris [Paris quadrifolia), ma anche con quella delle più termofile Viticella (Clematis viticella) e Caprifoglio (Loricena caprifolium)
Ancora L. e M. Gortani (1905) le citavano comune, nella forma più diffusa (nephrodium subintergum) nei boschi e nei luoghi selvatici della regione submontane e montana, dai 175 m di quota di Valeriano e di Lestans ai 1250 m di Cesare Talm e del Monte Pura. Nella forma palaceuma Fara verso Andreis (660m) e nella f. crenatum sul Monte Mar a (690 m), presso Lateis (1100 m) e sotto Casera Talm (1200 m). In altre rare forme la Felce maschio era presente presso Fressenetto (1100 m) e nei dintorni di Rigolato (730-760 m). Nel Goriziano Zirnich aveva individuato e raccolto Dryopteris Filix-Mas f. crenatum nel Bosco di Panovitz presso Gorizia (1932) e nella ver. subintagrum sull’altipiano della Bensica (Bainsizza, 1942) e nella Valle del fiume Vipacco (1941), fra Reifenberg (Rifembergo) e Dornberg (Montespino). Ma già nel 1846 Biasoletto aveva segnalato, copiosissime, la felce (con la denominazione di Aspidium Filix-Mas nelle Caniola e più specificatamente nei luoghi selvaggi ombrosi del Monte Nevoso (Schneeberg). Sull’altipiano carsico triestine Dryopteris Filix-Mas è specie raramente presente nelle zone liminari e sublimineri di cavità e di siti ove si sviluppa il Carpineto delle doline (Asaro-Carpinetum betuli) Lausi 64); a volte la si può pure occasionalmente rinvenire nei boschetti a Sambuco e Robinia (lamio orvalae-Sambucetum nigree Poldini 60). Marchesetti indicava Dryopteris Filix-Mas relativamente frequente – per lo più nelle varietà a pinnule arerete al margine (v. creratum) nei boschi montani di Trebich (Trebiciano) e del M. Cocusso e, in territorio oltre l’attuale confine di Stato, nelle fovèole ombrose di Orleg (Orlek), di Oiveccia, di Nacle, del Monte Cucco, nella Val Resse, sul M. Slaunig (M. Taiano), ad Obrou (Obrovo) e nelle Valle del Rio Pades.
Pospichal, che chiamava la Felce Maschio Aspidium Filix-Mas la suddivideva in due varietà: typicum, alte 7 cm, con 30 pinne e pinnule e crenatum, alta 30 cm, con 20 pinne e 12 pinnule. La prima varietà figurava relativamente comune negli ambienti ombrosi ed umidi, nelle forme e nelle regioni settentrionali. Le seconda l’aveva notata ad esempio sul versante dello Slavnik (Monte TaianoJ verso Presnice (Bresenza), in un sassoso pendio tra Quisca e Vercogliano, sul Collio e sul Morte Maggiore. Sull’altipiano carsico triestino l’aveva rinvenuta, frequente ed in buone condizioni, a Percedol.
DISTRIBUZIONE ATTUALE
Attualmente Dryopteris Filix-Mas – come già sopra accennato – risulta poco diffusa sull’altipiano carsico triestino. È presente occasionalmente in alcuni siti umbratili ed umidi dolinari e talvolta, in modo infrequente seppure con maggior potenzialità, all’imboccatura di cavità o tra i massi di poco profondi baratri o di modesti sprofondamenti. Nella sottostante Tabella N. I vengono riportate le 14 cavità del Carso triestino ove la Felce Maschio è stata sinora individuata. Di ogni cavità sono indicati il numero catastale, la denominazione, le quote d’ingresso, la località prossime e le frequenza della specie (* scarsa, ** discrete, *** buona). Dryopteris Filix-Mas oltre che nelle cavità citate nelle soprastante Tab. N. 1, è stata pure individuata in alcuni altri siti dell’altipiano carsico o degli immediati dintorni della città di Trieste. Tali siti, accertati a partire dal 1983, si ritiene opportuno renderli noti nelle sottostante Tab. N. 2.
TAB. N.1
VG | CAVITÀ | Quota m | FREQ. | LOCALITÀ PROSSIMA |
3 | Abisso del Colle Pauliano (I. na Pauli Vrh) | 280 | + | Colle Pauliano-B.G.Gigante |
27 | Grotte presso Trebiciano (v Mancach) | 337 | + | Trebiciano |
1097 | Grotte di Sgonico | 320 | + | Sgonico |
1204 | Fovea del Messo | 263 | +++ | Prosecco |
1205 | Fovea Rocciosa | 278 | ++ | Prosecco |
1273 | Antro tra Gebrovizza e Sgonico | 236 | + | Gabrovizza |
1776 | Grotte del Bersaglio Militare | 243 | + | Campo Sacro (Bozie Polie) |
2324 | Antro di Medeazza | 50 | ++ | Medeazza |
3144 | Pozzo VII pr. Borgo Grotte Gigante | 262 | ++ | Borgo Grotta Gigante |
3763 | Baratro a N di Bristie (Baretro Phyilitis) | 236 | ++ | Bristie |
3913 | Grotte delle Fonace (Jama Jepavkna) | 258 | ++ | Aurisina |
4000 | Grotta della Doline del Francese | 257 | + | Prosecco |
4208 | Doppio Beratro ed Est di Prosecco | 249 | + | Prosecco |
5583 | Baratro presso San Lorenzo | 403 | +++ | San Lorenzo |
TAB. N.2
DATA | STAZIONE | QUOTA m | FREQ. | LOCALITÀ PROSSIMA |
12. 1963 | Solcato Borgo Grotte Gigante | 254 | + | Borgo Grotte Gigante |
07. 1965 | Sent. ‘N. 3’, a N del Monte Lanaro | 515 | + | Rupinpiccolo |
09. 1966 | Presso Pozzo ‘Rosica’(Scarizze 2156 VG) | 332 | + | Zolla |
08. 1986 | Sentiero N.43, presso 1216 VO | 318 | + | Zolla |
11. 1866 | M. Sedien, pr. Grotte Benussi (4167 VG) | 275 | + | Precenicco |
12. 1886 | Versante NW del Monte Gredine | 310 | + | Ternova Piccole |
12. 1886 | Dolina presso Santa Croce | 201 | + | Santa Croce |
01.1987 | Base muretto, sotto linee elettrice | 325 | + | Trebiciano |
07. 1987 | Presso stagno ‘Terre Rosse’ | 184 | + | Bristie |
10. 1969 | Nel Boschetto, versante Longera | 166 | + | Longera |
05. 1882 | Bosco ‘Vicolo delle Rose – vie dei Mulini’ | 150-175 | ++ | Roiano |
07. 1994 | Margine stagno N. 13 | 355 | + | Rupinpiccolo |
06. 1995 | Versante NW Monte Cocusso | 555-650 | ++ | Basovizza |
08. 1996 | Dolina ‘Osjna” presso 242 VG | 260 | + | Ternova Piccola |
04. 1997 | Rio Orsenigo (Cologna) | 150 | + | Tries |

CONSIDERAZIONI GENERALI
Da indagini vegetazionali, effettuate in questi ultimi decenni sul territorio carsico incluso nella provincia di Trieste, è stato dunque possibile delineare un primo quadro delle stazioni di Dryopteris Filix-Mas. Più significativo e stabile nel tempo risulta l’elenco relativo alle cavità carsiche, visitate con maggior frequenza ed attenzione; più instabile ed incerto può considerarsi invece il prospetto che riporta le presenze della felce negli altri siti, legati a microclimì e topoclimi volubili e di conseguenza sedi sporadiche ed occasionali della specie. In sostanza, oggi risulta poco diffusa sul territorio carsico. Non molte infatti sono le cavità – soltanto 14 – ove essa è stata individuata e solamente due quelle in cui si sviluppa stabilmente con una certa rigogliosità: il Baratro presso San Lorenzo (5583 VG) e la Fovea del Masso (1204 VG), entrambe situate in ambiente di pineta con caratteri acìdofili ed associata alla rara Dryapteris dilatata. Negli altri speleositi Dryapteris Filix-Mas cresce invece con minor esuberanza, evidenziando scarse fronde e condizioni vegetativa non ottimali. Ancor meno frequenti, come già fatto notare, sono le stazioni non legate a cavità. Dalla Tabella N. 2 si deduce come la specie sia stata individuata in citi alquanto eterogenei, comprendenti sia l’immediata periferia della città di Trieste sia i più eterogenei ambienti carsici. Fanno in parte eccezione i boschi freschi ed umidi situati nell’immediata, periferia di Trieste (Vicolo delle Rose – via Molini a Roiano superiore, Moreri e “Boschetto”), ove Dryapteris Filix-Mas presente in alcuni siti, associata a specie d’ambiente ventilato ed umbratile quali ad esempio Lilium Martagon, Circaea Lutetiana ed Aruncus doicus. Alcune stazioni della specie si mantengono nel tempo sull’alto versante nord-ovest del Monte Cocusso. La complessiva scarsa presenza o la rarefazione di Dryapteris Filix-Mas può essere ricondotta – al pari di altre entità appartenenti alla speleoflora carsica (ad esempio Phylitas scolopendrium) – alla variazione climatica in atto che si esprime con una situazione meno umida e più secca, in conseguenza dell’uniformità nella distribuzione delle precipitazioni e conseguente diminuzione dell’escursione annua. Ulteriori precise segnalazioni di Dryapteris Filix-Mas sia nelle cavità carsiche che nel distretto triestine, potranno aggiornare il quadro di distribuzione della specie mettendo via via a fuoco un altro tassello dell’emblematico ambiente speleo-vegetazionale carsico.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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· PIGNATTI B., 1982 – Flora d’italia. Edagricoie, 3 vol., Bologna.
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· POLDINI L., 1889 – La vegetazione del Carso isontino e triestino. Ed. Lint, Trieste: 1-315
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Elio Polli