UNGHERIA ’87

Pubblicato sul n. 18 di PROGRESSIONE – Anno 1987
«Cossa? Tornar in quei cantieri edili? Ma gnanca per ideal!»
Questo era il commento che risuonava tra i partecipanti della precedente escursione dell’86. Ma nel maggio ’87 i soliti «drogati» si ripresentano e fanno anche nuovi proseliti. Sono ben 7 alla partenza da Trieste (partenza allietata dalle litanie del solito Jumbo, adirato per il ritardo di alcuni dei partecipanti). Viaggio fino a Budapest senza storia (salvo i soliti commenti sulle istrianità delle autostrade iugoslave costruite in economia). Qui ci incontriamo con Peter che ci comunica che il campo sui Monti Bilkk non c’è (meno male) e che saremmo andati in giro con lui nelle varie zone speleologiche. La domenica, quindi, ci spostiamo ad oriente (dopo un incredibile ingorgo di 20 km sull’autostrada) verso la zona di Aggtelek, che raggiungiamo nel pomeriggio. Incontro con i dirigenti della Baradla Barlang e cena in un bel ristorante a Josvafo per la folle cifra di circa 4000 lire a testa. «E dove si dorme?» chiede qualcuno. «No problema» risponde Peter. «In Speleo-maison». Si scende così nell’amena cittadina di Bodvaszilas che conserva ancora tutto il fascino dei palazzi dei faraoni (case costruite con mattoni di fango, coperte con zolle di terra, illuminate da ecologiche lampade a petrolio e con l’acqua corrente …sulla strada). Dopo una rapida riparazione alle valvole saltate, la luce rischiara la casa speleologica (ciò, xe la più bela casa del paese).
Il 18 prima grotta: Szomboly Alsò Hegy. Ovviamente è quella già vista l’anno scorso, localizzata a un’ora di marcia dalla strada e a una distanza incredibile dal confine cecoslovacco (quasi attacco su cippo di confine e attenzione a dove si va a fare i bisogni fisiologici per non sconfinare). Si tratta di una tipica grotta carsica tutta verticale (P. 70-20-90), armata con allucinanti corde cecoslovacche da 14 mm (discesa impossibile e risalita modello Jo-jo), e terminante nell’immancabile mare di fango. Meravigliosa cena nel ristorante paesano «All’antica piscina» (dal tipo di rivestimento murario) e notte con nubifragio.
Dopo una impari lotta tra tre povere automobili e un mare di fango, generoso regalo dell’onnipresente Giove Pluvio, al mattino del martedì visitiamo la Beke Barlang, certamente una delle più belle grotte della zona. Totalmente orizzontale, salvo qualche breve arrampicata e qualche saltino (peraltro attrezzati con le immancabili scale a tipo cantiere), con un ingresso in alto e una uscita in basso, lunga attorno ai 4 km, la Beke è caratteristica per la presenza di un corso d’acqua che forma tutta una successione di laghi che si attraversano a guado. «Meno mal, cussì lavo la roba». E invece no, perchè proprio negli ultimi 200 metri si striscia nel fango, che conferisce agli esploratori un colore uniforme, qualsiasi sia il loro abbigliamento. Attimo di panico all’incontro con il cancello d’uscita: «Non el se. verzi; oddio non el se verzi; savevo che restavimo blocadi qua dentro». E invece con aggiustati colpi di stivale il miracolo si compie e …ci si trova nella clinica per malattie respiratorie ubicata all’uscita della cavità. Rapido cambio di vestiario, veloce visita alla parte turistica della Baradla e poi via verso Miskolc, verso una favolosa cena e, il giorno dopo, una stupenda sguazzata nelle Terme a Tapolca.
Ospiti di un gruppo di speleosub di Debracen (ma residenti a Miskolc per lavoro), veniamo accolti molto calorosamente e, nelle migliori tradizioni locali, obbligati a trangugiare incredibili quantità di Tokaj, Palinka, Unicum e ogni altro prodotto alcoolico. Passando per i Monti Biikk visitiamo la Diabaz Bariang, la più bella cavità della zona, famosa per le bellissime concrezioni che alla luce del flash brillano, per qualche secondo, di luce fluorescente. Quindi si ritorna a Budapest.
Venerdì dedicato alla visita della città, alle compere di ricordi (salami e salsicce, salami e salsicce, salami e salsicce ecc.; ebbè no xe melo salami che ingrumapolvere?). Cena con Peter e Rosi in un locale caratteristico con musica ungherese (ciò, qua i me spela), sempre alla folle cifra di 4-5000 lire a testa. Sabato si ritorna a casa nonostante qualcuno, con i suoi show confinari, faccia di tutto per conoscere più a fondo l’Ungheria.
Hanno partecipato: Caporetto, Tolo, Topo e Signora, Fabio, Elena, Giove Pluvio (che ci ha fatto buona compagnia per tutta la settimana) e Jumbo.
Umberto Tognolli