
II 2020 si è aperto con una serie di uscite in gennaio, subito bloccate dalla pandemia del Covid19. Come se non bastasse la pandemia, il 2 febbraio si è rotto il Makita mentre le discese alla 87 si sono diradate in ottemperanza alle disposizioni di legge anticontagio. Comunque, anche se a rilento, gli scavi nel cunicolo aperto dopo la pirìa sono proseguiti con determinazione: 73 ziviere e una cinquantina di secchi sono andati ad alterare, quasi occludendolo, l’aspetto del pozzetto che seguiva l’ultimo tratto del cunicolo superiore. Il risultato è stato un nuovo cunicolo in discesa, lungo un decina di metri, alla cui fine si è aperto un P.8 seguito da un ulteriore P.4 alla cui base il rivoletto che ci accompagna da quota -240 sparisce in una fessura alta 30/40 cm e larga una decina. Fessura non entusiasmante, ma il forte soffio del fiume proviene da lì, come ha filmato Spartaco l’undici ottobre in occasione di una piena.
Nonostante le restrizioni che quest’anno hanno ridimensionato ogni attività, nell’estate del 2020 è stata raggiunta quota -256. Nel mentre un gruppetto lavorava sul fondo Ciano e Vasko, con l’assistenza di Fabio, hanno eseguito delle risalite sopra il Pozzo Bagnato, rilevando la sommità dello stesso; un’uscita ha permesso ai due scalatori sociali di raggiungere una finestra sullo stesso.
Il 13 giugno Spartaco e Ciano hanno completato la poligonale con il DistoX di Giannetti e Cristina sino a quota -240, poligonale proseguita il 4 luglio da Spartaco ed Enzo da – 240 al fondo. Le poche uscite di luglio ed agosto sono state utilizzate per portare sul fondo le scale necessarie per armare gli ultimi pozzi (il RIO e il P.4), opera che è stata portata a termine in agosto sotto la direzione di Fabio. Nel mentre che i vari gruppi di lavoro operavano nelle parti basse della grotta. Glauco, reduce di un intervento chirurgico al ginocchio, ha provveduto a recuperare ed eliminare il vecchio impianto di illuminazione, ormai marcescente, ancora presente da quota -20 a quota – 60. Nel corso del 2020 l’87 VG è stata oggetto di una ventina di uscite (contro la cinquantina degli anni precedenti), poche ma che hanno comunque permesso di avvicinarsi al fiume che laggiù ci attende fiducioso da ormai quindici anni.
Hanno preso parte ai lavori Paolo Camerino (SAS), Furio Carini, Enzo Caruso, Dennis Dugulin (SAS), Fabio Feresin, Paolo Gabbino, Pino Guidi, Ciano Luisa, Andrea Miglia, Roberto Prelli, Mario Privileggi, Glauco Savi, Spartaco Savio, Giampaoio Vascotto.
Fra una discesa e l’altra la squadra scavi è tornata sul Carso a più riprese – restrizioni varie permettendo – rinnovando i vecchi amori: scavi a Debela Grisa (undici uscite), dietro la scuola di Banne (mezza dozzina di uscite), presso la 139 VG (quattro uscite), presso il valico di Banne (quattro uscite), presso il nuovo cavalcavia ferroviario di Aurisina (tre uscite). Future grotte da inserire in Catasto, mentre è stata rilevata la grotta presso la 4577 VG, cavità trovata da Glauco e aperta dall’anziana Squadra Scavi nel 2019.
Pino Guidi