01 – FARAONE E., RADACICH M.: Nota bibliografica sulla Grotta di San Servolo
La grotta di San Servolo (Socerbska Svela Jama), ora in territorio iugoslavo, si apre 10 km a Sud Est di Trieste, presso l’omonimo castello. Secondo la tradizione, in essa il giovane Servolo passò un periodo di meditazione e di preghiera prima di scendere in città a predicare la fede cristiana ed a subire il martirio. Nel 17° secolo la grotta divenne meta di pellegrinaggi e vi fu costruito un altare dedicato al Santo, distrutto dopo l’ultima guerra. Si presenta una bibliografia riguardante la zona, tratta dagli archivi e dalle biblioteche di Trieste, con la speranza che qualcuno esegua una simile ricerca negli archivi di Lubiana e di Vienna, in modo che la storia della grotta e 4el suo culto possa essere ricostruita integralmente
02 – POLLI E. : Ciistopterisfragilis (L.) Bernh nella Caverna a Est di Gabrovizza (1273 VG) (Carso Triestino)
Viene segnalata la presenza di una slazione di Cystopterisfragilis (L.) Bernh. in un antro del Carso triestino (Caverna a Est di Gabrovizza. 1273 VG).
03 – FLORA O., GALLI G., NEGRINI L., LONGINELLI A.: Studio geochimico-isotopico di alcune sorgenti carsiche. Un nuovo modello idrologico
Una serie di sorgenti carsiche esistenti presso Trieste e tra Trieste e Monfalcone sono state studiate per diversi anni (Novembre 1984 – Luglio 1988) principalmente da un punto di vista geochimico-isotopico. Scopo di questo studio era ottenere un quadro il più rappresentativo possibile della circolazione idrologica ipogea nell’area classica del Carso triestino sfruttando il tracciamento naturale delle acque (rapporti isotopici 180/160). Contemporaneamente a questo studio, è stata tenuta sotto controllo la composizione isotopica delle precipitazioni atmosferiche nella zona, in modo da poter valutare con buona approssimazione sia i valori medi annui ponderati delle precipitazioni stesse, sia i gradienti isotopici verticali dell’area in esame. Per un certo periodo è stata pure misurata sistematicamente la temperatura dell’acqua di numerose sorgenti sia per valutare !e variazioni stagionali di tale parametro, sia per confrontare nuovi dati con quelli a suo tempo rilevati da altri studiosi (Forti e Tommasini, 1965; Tommasini, 1968; Tommasini, 1969). I risultati delle misure effettuate sono riportati nel testo in forma grafica per evidenziare le variazioni rilevate. Il dato più evidente è la quasi sistematica inversione dei valori isotopici stagionali. Abitualmente tutte le sorgenti mostrano <5180 (H2O) più negativi nel semestre freddo e meno negativi nel semestre caldo, a causa di analoghe variazioni che si registrano nelle precipitazioni atmosferiche legate al variare dei fattori di frazionamento H2O vapore / H2O liquida con le diverse temperature stagionali. Nel caso delle acque carsiche, invece, l’andamento è completamente rovesciato dato che i ó180 (H2O) più negativi si riscontrano spesso verso la fine dell’estate. Sulla base di questi dati e di altre considerazioni che vengono sviluppate nel testo, si è giunti a formulare un nuovo modello di circolazione idrologica nell’area del Carso triestino. Questo nuovo modello si basa sulla evidenza di un continuo processo di mixing tra due riserve di acqua isotopicamente molto diverse tra loro. La prima riserva (“locale”) è costituita dalle piogge che cadono sulla fascia costiera del Carso (quota media circa 400 m s.l.m., ó180 (H2O) medio ponderato circa —7,5); la seconda (“regionale”) è costituita dalle acque meteoriche che cadono sull’altipiano carsico interno (quota media 800-900 m s.l.m., Sls0 (H2O) medio ponderato tra —8.5 e 9.5). Nel corso del semestre invernale, le piogge locati, a causa dell’elevata pressione idraulica, fluiscono direttamente dalle sorgenti costiere. All’inizio della primavera, al decrescere della piovosità e quindi della pressione idraulica, la seconda componente comincia a diventare percentualmente più importante fino a divenire dominante verso la fine del semestre estivo. Le prime piogge autunnali determinano un nuovo diretto apporto di acque “locali” ed il ciclo ricomincia ripetendo di anno in anno il medesimo andamento. Si deve rilevare che, in occasione delle piene primaverili del fiume Isonzo (fusione delle nevi nell’alto bacino montano), le perdite in lato sinistro (quasi al contatto con il complesso calcareo del Carso) forniscono un contributo, anche se parziale e limitato, al sistema idrologico carsico come è chiaramente rilevabile nel caso di diverse sorgenti, ivi comprese le tre sorgenti del Timavo. Negli anni con piovosità anomala il sistema risente pesantemente di tali anomalie e l’andamento delle curve isotopiche risulta nettamente disturbato.
04 – BELLEMO L., VAIA F.: Morfogenesi carsica e implicazioni geostrutturali nel Carso isontino
Analizzando la struttura del Carso occidentale (Goriziano e Monfalconese), rilevandovi andamenti discordi, ma omogenei per fasce, delle forme carsiche epigee, in particolare delle doline, se ne pongono in relazione i caratteri morfologici con gli effetti dello schema deformativo che ha coinvolto il blocco.
05 – GUIDI P.: Le ricerche della Commissione Grotte «E. Boegan» in Messico. Breve bibliografia ragionata.
Vengono riportati gli estremi bibliografici ed i riassunti dei 47 scritti di soci della C.G. “E. Boegan” riguardanti le ricerche in Messico; l’elenco delle cavità citate nei singoli lavori completa la nota.