Fulvio COZZI – Trieste 17.10.1909 – Trieste 10.08.1935
Testo pubblicato su Alpi Giulie, a. XXXVI (2): 122-123.
Assalito nel pieno fiore della sua giovinezza da un insidioso morbo, il dott. Fulvio Cozzi soccombeva immaturamente il giorno 10 agosto 1935.
Il dott. Fulvio Cozzi è stato uno dei soci più attivi della nostra Sezione. Appassionato studioso del misterioso sottosuolo carsico, diede già nell’adolescenza un notevole contributo di energie e studi alla nostra Commissione Grotte, compiendo esplorazioni di caverne, e presentando relazioni compilate con particolare cura, tipiche per l’acuto spirito di osservazione, e per la loro precisione.
Ma anche in montagna egli ha sviluppato una forte attività, degna di menzione. Buon alpinista, conobbe presto e bene le Alpi Giulie, e le Dolomiti; negli ultimi anni aveva compiuto anche ascensioni nelle Alpi Occidentali. Buon sciatore, nell’inverno fece parecchie ascensioni alpine, dando prova di grande resistenza alla fatica.
Dote speciale del dott. Fulvio Cozzi era l’esatta valutazione delle difficoltà, dei pericoli, e delle sue forze; sicché un perfetto equilibrio caratterizzava tutta la sua attività tanto nel campo dell’indagine speleologica, quanto in quella dell’alpinismo. Questo equilibrio gli era proprio anche nel giudizio che egli faceva dell’attività propria; giudizio vigoroso e sereno, improntato costantemente a una severa modestia.
Tale sua attività nel sottosuolo Carsico e sulle Alpi era tanto più degna di elogio, in quanto il dott. Fulvio Cozzi è stato sempre assorbito da una serie di incombenze ed incarichi di pubblico interesse. A tutte le incombenze, a tutti gli incarichi affidatigli Egli ha sempre corrisposto completamente, non concedendosi il più piccolo riposo. Le sue stesse occupazioni professionali, molteplici perché voleva sopperire a tutte le necessità della sua vita culturale con il reddito del suo lavoro, lo obbligavano ad un dispendio di forze non comune. Ma Egli si adattava a tutto, fiducioso nel suo avvenire, certo che il suo lavoro gli avrebbe gradatamente procurato un adeguato riconoscimento della sua dinamica efficenza. E in realtà Egli ormai si era imposto con la sua grande capacità, con la sua larga conoscenza delle più varie discipline, con la serietà e la dirittura del suo carattere. La sua grande ambizione: quella di ottenere una cattedra definitiva all’Università di Trieste, stava per essere realizzata, quando il morbo insidioso falciò la giovane e promettentissima vita alla vigilia della sua prima realizzazione.
Appartenne per un triennio al Consiglio direttivo di questa Sezione. Modesto, quando stato chiamato all’ufficio di segretario, oppose le più vive resistenze, dimostrando la sua materiale impossibilità di dare all’Alpina delle Giulie tutto il tempo che Egli riteneva necessario per adempiere degnamente le funzioni di segretario. Accettò infine, dichiarando esattamente ciò che il tempo di cui disponeva gli avrebbe consentito di fare, ed esigendo l’esplicita promessa che qualora la sua attività risultasse, per la serie delle altre sue occupazioni, insufficiente, lo si sarebbe sostituito senza indugio. Egli ha dato all’Alpina onestamente ciò che assumendo le funzioni di segretario aveva precisato di poter dare. E onestamente, nel momento in cui sentì che il morbo aveva ragione della sua resistenza, presentò le sue dimissioni – che non volemmo rassegnarci ad accettare. – Si spense tre mesi dopo, e la Sua morte è stata sentita da tutti coloro che lo conoscevano come una perdita gravissima.
Alla Sua memoria questa Sezione dedicherà un sentiero alpino, che verrà prossimamente costruito nelle Alpi Giulie: un sentiero di collegamento di due gruppi di montagne, utile agli alpinisti di ogni categoria, così come utile ai cittadini tutti è stata l’opera del dott. Fulvio Cozzi nella città nostra.
CARLO CHERSI
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Fulvio Cozzi abitava a Trieste, in via dell’Istituto 46. Si era laureato in giurisprudenza il 9 luglio 1931 all’Università di Bologna con la tesi “Il fine della società civile secondo Antonio Rosmini”; nello stesso anno risulta aver pubblicato presso l’Istituto di Diritto Internazionale e legislazione comparata della R. Università di Trieste (Pubbl. n. 6, Trieste 1931, pp. 41) “Il fine dello stato secondo Antonio Rosmini”.
E’ stato membro della Commissione Grotte della SAG dal 1926 al 1933 e per un anno anche Segretario della stessa. Nel 1928 ha scritto un memoriale, pubblicato postumo su Atti e Memorie della Commissione Grotte E. Boegan (Guidi P., Sello U., Il fondo Medeot presso l’Archivio storico del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano di Udine, vol. 44/2013: 3-53, Trieste 2014), illustrante le bellezze della Grotta di San Canziano.
Dagli archivi della Commissione Grotte risulta aver, nel corso della sua attività esplorativa, rilevato le seguenti cavità della Venezia Giulia: 1713, 1936, 2020, 2056, 2059, 2338, 2339, 2605, 2765. (PG)