Gilberto Alberti

GILBERTO ALBERTI – Trieste 14 feb. 1932 – Trieste 16 dic. 2014

G.T.E. – Alberti Gilberto in grotta Noè

Ritengo siano pochi, ormai (forse bastano le dita di una mano) gli speleo che si ricordano di Gilberto Alberti, detto Timo, grottista attivo per un decennio nella metà del secolo scorso.
Nasce a Trieste il 9 febbraio 1932 da genitori originari del trentino, ove avevano una casa in cui passavano le vacanze estive. Fin da piccolo Gilberto comincia a percorre ed amare quelle montagne, ricevendo un imprinting che segnerà la sua vita: le salirà sino a che le forze glielo permetteranno, e nei primi anni anche con arrampicate sue vie non del tutto banali.
Rimasto orfano del padre a dodici anni, dopo aver completato gli studi (triennio alle Scuole Commerciali), inizia a lavorare come apprendista nella salumeria di uno zio. Ci rimane, apprendendo il mestiere di salumiere così bene che nel 1958 apre, con un socio, una salumeria in via Parini; due anni dopo convola a nozze con Laura, una bella ventiduenne conosciuta durante una delle escursioni domenicali sul Carso. Una svolta nella sua vita avviene nel 1965 anno in cui avvia un suo esercizio (sempre di salumi) in piazza Garibaldi, negozio che terrà aperto assieme alla moglie Laura sino al 1996, anno in cui chiude la fase “lavorativa” della sua vita.
Il decennio a cavallo dei due secoli vede Gilberto, ottima forchetta, amante della buona tavola e dell’allegra compagnia, percorrere ancora, con un ristretto gruppo di amici, tutti i sentieri del Carso, dell’Istria e delle montagne di quest’angolo di mondo, mantenendosi in ottima forma sino a quando nel 2014 il solito male incurabile ne stronca la forte fibra.
Gilberto, dagli amici chiamato Timo (o anche Timoscenko, nome di un noto esponente della Russia di quel tempo) aveva iniziato ad andare in grotta nel 1951 assieme a coetanei del rione di Rozzol. Nel 1953 ufficializza la sua attività fondando, assieme ai fratelli Fiorenzo e Renato Bratos, il G.T.E. – Gruppo Triestino Escursionisti, compagine che sarà attiva sul Carso triestino sino al 1958. Inizialmente questi giovani si riuniscono nella casa di Gilberto, poi trovano sede dapprima in via del Muraglione n. 6 e quindi, affiliandosi al Gruppo Sportivo San Giacomo, in via dell’Industria 11. Del gruppo fanno parte, fra gli altri, anche Vincenzo Obersnel e Adriano Stok, grottisti che continueranno la loro attività anche dopo l’uscita di scena del GTE.
Il gruppo, di cui Gilberto è una delle anime trainanti, svolge la sua attività principalmente sul Carso triestino, non disdegnando però uscite nel Friuli e perfino nel Trentino (regione in cui Timo era di casa), ove viene rilevata la Busa del Mar della Val Rendena, 45 VT.
A differenza di quanto avviene oggi, il Gruppo non si limita ad esplorare le grotte (in quegli anni la prima visita di una grotta – anche se già catastata – era vissuta come un’esplorazione), ma amplia la sua attività con escursioni sul Carso e gite in montagna. Al punto che ne fanno parte anche giovani, ragazzi e ragazze, che in grotta ci vanno poco o niente: il collante, per la maggior parte di loro, è dato non tanto dall’amore per le grotte ma dall’amicizia, dalla compagnia, dal piacere di stare insieme. Sono gli anni in cui a Trieste ci sono quasi più Gruppi Grotte che chiese, gruppi di cui solo una minima parte faceva speleologia come viene intesa nel ventunesimo secolo.
Nonostante l’eterogeneità dei suoi soci e la diversificazione della sua attività, sul Carso il G.T.E., grazie al suo nocciolo duro di cui Gilberto è parte essenziale, colleziona una serie di buoni risultati esplorativi. Al Gruppo si devono una ventina di nuove grotte, quasi tutte rilevate dall’Alberti, e alcune revisioni di grotte già presenti nel Duemila Grotte ma con il rilievo ritenuto non confacente, tutte inserite in Catasto con il contrassegno G.T.E.; a questa attività va aggiunto l’inizio di alcune ricerche paletnologiche nella Caverna ad Est di Gabrovizza, 1273 VG, e nella 3896 VG.
Ma il maggior successo è dato dalla individuazione, apertura e successiva esplorazione, nel 1953, dell’Abisso dei Cristalli, 3960 VG, il secondo -200 scoperto sul Carso triestino nel dopoguerra, abisso il cui rilievo, pubblicato su Rassegna Speleologica Italiana, porta la firma di Gilberto Alberti.
Alla fine del 1956 molti soci del G.T.E., fra cui anche l’Alberti, passano alla Società Sportiva Edera, nel cui seno viene costituito il “Gruppo Grotte del Carso”; dal gennaio al maggio del 1957 Gilberto rileverà altre sette nuove grotte, che consegnerà al Catasto dell’Alpina con la sigla “Edera”.
Saranno gli ultimi rilievi speleo di Timo, che continuerà ad andare in grotta, ma sempre più saltuariamente sino a trasferire la sua attività e la sua esuberanza sui sentieri del Carso e dei monti vicinori.
Pino Guidi

Cavità V. G. rilevate da Gilberto Alberti

Con il Gruppo Escursionisti Triestini – G.T.E. : 3960, 3966, 3967, 3968, 3972, 3973, 3974, 3975, 3976, 3998, 3999
Con il Gruppo Grotte del Carso – Edera : 4013, 4014, 4018, 419, 4020, 4021, 4026

 Ulteriori notizie su Gilberto Alberti si possono trovare in

  • Bratos F., 1955: Attività del Gruppo Triestino Escursionisti, Rass. Spel. It., 7 (3): 171-172, Como ott. 1955
  • Guidi P., 1982: Le società speleologiche minori a Trieste, Atti del 5° Conv. Reg. di Spel., Trieste ott.-nov. 198, Trieste 1982: 301-313
  • Guidi P., 1988: Fra cronaca e storia: due gruppi speleo degli anni ’50-’60, Rassegna della Fed. Spel. Triestina, n. u., Trieste 1988: 39-45
  • Guidi P., 1995: La speleologia organizzata nella provincia di Trieste dal 1945 al 1970, Mondo Sotterraneo, n. s., XIX (1-2): 37-91, Udine
  • Guidi P., 2000: Le associazioni speleologiche del Friuli Venezia Giulia dagli inizi al 2000, Fed. Spel. Triestina ed., Trieste nov. 2000, pp. 64