JOSEF GIUSEPPE MARINITSCH – TRIESTE 7.10.1838 – TRIESTE 6.12.1915
Giuseppe (Josef, Joseph, Josip, Jozef, e Marinic o Marinich a seconda della nazionalità di chi lo cita o del periodo in cui viene nominato) Marinitsch è stato uno dei più grandi – se non il più grande – speleologi triestini dell’Ottocento, e non solo per le sue caratteristiche fisiche (quasi 2 metri di altezza ed il peso in proporzione).
Commerciante, aveva il negozio nella piazza San Francesco, angolo della via del Crocevia (l’attuale via Zanetti). Trentacinquenne, nel 1873 è stato fra i fondatori della Sezione Litorale della Società Alpina Austro Tedesca (Section Küstenland des Deutschen und Oesterreichischen Alpenverein – DÖAV) ove, assieme ad Anton Hanke, Friedrich Müller ed altri, nell’autunno del 1883 fonda il gruppo per l’esplorazione delle grotte (Abtheilung für Grottenforschung), struttura in cui opererà per 32 anni. Nel 1895 è tra i 119 soci fondatori della Société de Spéléologie di Parigi, società al cui bollettino – Spelunca – collaborerà per anni, informando il nascente mondo speleologico sui risultati esplorativi ottenuti nel Carso Classico.
Marinitsch inizia ufficialmente la sua attività speleologica, nelle Grotte di San Canziano, il 30 marzo 1884 allorché, dopo un primo sopralluogo effettuato in gennaio e varie uscite impiegate per attrezzare il percorso sino al Duomo Rudolf, assieme a Hanke e Mager scende con delle imbarcazioni di fortuna lungo il Recca-Timavo nelle grotte (da poco acquisite dal DÖAV che intende renderle turistiche) raggiungendo la VI cascata. Il 4 maggio, durante un’esplorazione successiva, il rovesciamento dell’imbarcazione su cui navigava lo costringe ad un bagno non previsto: trascinato dalla corrente per un buon tratto riesce infine ad aggrapparsi ad uno scoglio su cui attenderà per dodici ore l’arrivo dei soccorsi.
E’ questa l’inizio di un’epopea che si concluderà il 6 settembre 1893 con il raggiungimento del fondo della grotta al Lago Morto e al sifone terminale. Nei nove anni di esplorazione M. cura personalmente tutti i lavori volti a rendere sicura la visita e l’eventuale ritirata in caso di piena del fiume: la costruzione del Rettungsweg, sentiero alto scavato nella roccia e reso maggiormente sicuro nei punti più esposti con la posa in opera di passamani di ferro.
Gli anni 1891-1896 vedono Marinitsch impegnato pure nell’esplorazione della Kacna Jama / Grotta dei Serpenti, abisso che inizia con un pozzo di 213 metri, in cui viene raggiunta quota -305. Dopo la morte di Hanke (1891) dirige i lavori, soprattutto nel grande pozzo iniziale i cui 213 metri vengono resi agibili con la sistemazione di scale di legno fisse, con l’intagliatura di gradini nella roccia, con la sistemazione di corrimano nei passaggi più esposti ed infine un verricello per la parte finale della verticale, ove il pozzo scampana.
Il 2 gennaio 1896, durante una di queste spedizioni, vi discende assieme a Novak e a tre operai; giunto alla profondità di 270 metri deve scendere in arrampicata gli ultimi due metri di un pozzo di una ventina. Il cedimento, sotto il suo peso, di un masso, lo fa cadere procurandogli una ferita alla testa, la frattura della clavicola sinistra e la dislocazione del braccio. Immobilizzato con una corda il braccio al torace, risale aiutato dal Novak e dagli operai, penando non poco in quanto il percorso è caratterizzato dalla presenza non solo di pozzi ma anche di passaggi angusti, spesso allagati.
Fibra molto robusta, dopo l’incidente continua ad andare in grotta; l’ultima esplorazione di cui si ha notizia è quella del 30 settembre 1904: a 66 anni risale a San Canziano, assieme alle guide comandate dal capoguida Cerqvenik, per sessanta metri una parete raggiungendo una nuova grande galleria allora chiamata dapprima Grotta delle Sorprese, poi Grotta Lutteroth e oggi conosciuta come Grotta del Silenzio – Tiha Jama.
Di notevole sensibilità e drittura morale è apprezzato non solo nella sua associazione ma anche al di fuori. Nella Trieste di quei tempi, in cui le tensioni fra le tre principali etnie presenti in città – italiana, tedesca e slovena – erano all’ordine del giorno producendo spesso gelosie, dispetti (se non scontri aperti), Marinitsch è rispettato da tutti. Desta ammirazione negli uomini del Club Touristi Triestini (notoriamente austriacanti), considerazione in quelli dell’Alpina delle Giulie (di matrice chiaramente irredentistica) e nella comunità slovena (che nel 1988 inserirà la sua biografia nel Lexikon degli speleologi sloveni). E’ il caso ancora di accennare che nel 1895 presta sue scale di corda ai giovani del Hades impegnati nell’esplorazione della Grotta dei Morti, 15 VG; nello stesso anno invita il C.T.T. ad un’escursione nell’abisso dei Serpenti. Quindi nel 1905 versa al C.T.T. 10 corone per il fondo “Vedetta giubileo imperiale”, nel 1907 invia all’Alpina delle Giulie i dati di 32 grotte da lui investigate e che Eugenio Boegan inserisce nel Catasto con i numeri che vanno dalla 315 al 346. Nel 1908, all’inaugurazione da parte del C.T.T. della Grotta Gigante quale cavità turistica, dona al Club un candelabro da 100 candele da calare dall’Ingresso Alto.
Però Marinitsch non è soltanto un forte e bravo esploratore, concentrato sul percorso del Recca sotterraneo nelle grotte di San Canziano e nella Kacna Jama, i due problemi speleo più interessanti del Carso Classico nella seconda metà dell’Ottocento. Molto attento alla gestione turistica del complesso di San Canziano, si reca ogni domenica alle grotte “per ispezionare il fatto, dare disposizioni per il da fare e lavorare egli stesso indefessamente per tutta la giornata” come ha riportato G. B. Urban in uno scritto pubblicato su un numero del Tourista del 1896. A San Canziano, oltre che alla sistemazione dei sentieri turistici, Marinitsch conduce ricerche archeologiche nella Grotta Tominz ed esplora e rileva molte cavità; nel 1894 visita (assieme a Putik, Müller, Novak, Diez) la Grotta di Falkenheim, nel 1896 accompagna E. A. Martel dapprima alla Foiba di Pisino e quindi alle Terme di Monfalcone ed alle risorgive del Timavo. Settantunenne, nel 1909 fa da guida a San Canziano al professor Timeus, impegnato con gli esperimenti di marcatura del Recca – Timavo con la fluorosceina.
Il 26 febbraio 1897 il Congresso Generale Ordinario del D.Ö.A.V. lo nomina Socio Onorario “in riconoscenza degli importanti lavori sotterranei da lui compiuti”; una targa lo ricorderà poi nelle grotte di San Canziano a cui ha dedicato, in pratica, tutta la vita. Muore a Trieste il 6 dicembre 1916, nel pieno svolgimento della prima guerra mondiale.
Bibliografia speleologica
1890
– Il Recca sotterraneo, nuove scoperte, Il Mattino, Trieste 30/7, 6/8, 13/8, 21/8, 18/9, 8/10/1890
1895
– Le Gouffre des Merles (Kosova Jama), près Trieste (Autriche), Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 1 (1): 31-35
– Caverne de Trebic, Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 1 (2): 75
– Caverne de Trebic, Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 1 (4): 148-149
1896
– La Kacna Jama (Gouffre des Serpents) en Istrie, Mémoires de la Soc. de Spél., Paris, 1 (3): 67-84
– La Kacna Jama (Istrie) – Nouvelle exploration (9 aout 1896), Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 2 (6-7): 80-86
– Les hautes eaux dans la Kacna Jama, Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 2 (8): 148
1897
– Un vétéran des cavernes (Dominique Battelin), Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., Paris 1897, 3 (11): 139-140
– Les absorptions de la Recca à Saint-Canzian (Istrie), Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., Paris 1897, 3 (9-10): 37-43
– Caverne de Saint-Canzian am Karst, Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 3, (12): 202
1898
– Effets des crues souterraines de la Recca (Istrie), Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 4 (16): 187-188
– Gli assorbimenti del Recca a S. Canziano, Il Tourista, 5 (7): 50-51
1899
– Nouvelles du Karst. Cavernes de la Recca à Saint-Canzian (Istrie), Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 5, (17-20): 30-35
1900
– Crues de la Recca, Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 6 (21-22): 50
– Grottes de la Recca à Saint-Canzian et à la Kacna-Jama, Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 6 (23-24): 146-148
1904
– La Grotte des Surprises à Saint-Canzian, Spelunca, Bull. et Mémoires de la Soc. de Spél., 5 (37): 287-290, Paris 1904
1907
– Erforschung der unterirdischen Reka im Jahre 1893, Triest 1907
Ulteriori notizie su Giuseppe Marinitsch si possono trovare in:
- – – Triester Tagblatt, 7 e 12 dic. 1916
- Balazs d., 1992: Some oustanding persons of the speleological and karstological research in the Alps, Carpathian and Dinaric regions before 1914, Proc. ALCADI ’92, Budapest 1992: 125-129
- Benco S., 1989:Trieste tra ‘800 e ‘900. Una città tra due secoli, Massimiliano Boni ed., Bologna 1898, pp. 298
- Boegan E., 1907: Prima aggiunta alle grotte del Carso, Alpi Giulie, XII (2): 50-51
- Finocchiaro C., 1979: Die Höhlenkundlichen Vereinigungen in Triest bis zum Jahr 1918, Akten des Internationalen Symp. zur Geschichte der Höhlenforschung in Oesterreich, Wien 1979, Suppl. 31 a die Höhle, Wien 1984: 24-26
- Forti F., 2004: Adolf Schmidl, l’Abate Richard, Pietro Kandler, Alpi Giulie, 98/2: 57-74
- Galli M., 1971: Antonio Hanke e l’esplorazione delle grotte di S. Canziano, Alpi Giulie, 66:70-85, Trieste 1971
- Galli M., 1993: La Grotta di Padriciano, Simposio Internazionale sulla Protostoria della Speleologia, Città di Castello, sett. 1991: 105-111
- Galli M., 1999: Timavo. Esplorazioni e studi, Suppl. n. 23 di Atti e Memorie CGEB, Trieste 1999, pp. 198
- Guidi P., 1993: I lavoratori delle grotte, una speleologia parallela, Rassegna della Fed. Spel. Triestina, 1993: 16-22
- Galli M., 2000: La ricerca del Timavo sotterraneo, Museo Civico di St. Nat., Trieste 2000, pp. 174
- Guidi P., 1995: Cenni sull’attività dei Gruppi Grotte a Trieste dal 1874 al 1900, Atti e Memorie Comm. Grotte E. Boegan, 32: 85-127
- Marini de Canedolo D., 2010: Le grotte del Carso triestino dalla preistoria ai giorni nostri, vol. I, Duino Aurisina, 2010, pp. 168
- Martel E. A., 1894: Les abimes, Delagrave, Paris 1894 [Cap. Le Karst, pp. 432-489]
- Müller F., 1896: Accident de M. Marinitsch dans la Kacna Jama, Spelunca, Bull. de la Soc. de Spél., 2 (6-7): 77-80
- Müller F., 1916: Personalnarichten. Josef Marinitsch, Mitth. des DÖAV, 47 (7-8): 67-68
- Novak D. et al., 1988: Gradivo za slovensko speleolosko biografijo z bibliografijo, Nase Jame 30, suppl.: 1-192
- Pazze P. A., 1893: Chronik der Sektion Kustenland des Deutschen und Österreichische Alpenvereins 1872-1892, Triest 1893, pp. 351
- Petritsch E. F., 1952: Der “Hades”. Jugend als Bahnbrecher der Höhlenkunde, in Montanus H. H. & Petritsch E. F. “Die Welt ohne Licht”, J. Habbel ed., Regensburg 1952: 83-163
- Pirker R., 1973: Marinitsch Josef, Höhlenforscher, Oesterreichisches Biographisches Lexikon, Bd. 6: 93
- Savnik R., 1955, Razvoj domace speleologije in nekatere njene aktualne naloge – L’evolution de la spéléologie slovène et quelques-unes de ses taches actuelles, Acta Carsologica, 1: 5-23
- Shaw T. R., 1992: History of cave science, Sidney Speleological Society, pp. 338
- Shaw T. R., 2007: The Classical Karst and its caves as known to the rest of the world befor 1914, Atti e Memorie Comm. Grotte E. Boegan, 41: 47-64
- Shaw T. & Cuk A., 2012: Slovene caves & karst pictured 1545-1914, Zalozba ZRC, Ljubljana 2012, pp. 230
- Svk (Savnik R.), 1983: Marinitsch Jozef, speleolog, Primorski slovenski biografski leksikon, Gorica, 9: 360-361
– – , 1916: [—], Bericht der Sektion Küstenland des D.Ö.A.V. für die Jahre 1915 und 1916, pagina 4