EGIDIO FERUGLIO Feletto Umberto (Tavagnacco – UD) 24.4.1897 – Udine 14.7.1954
Egidio Feruglio, esponente (assieme a De Gasperi, Gortani e Desio) del gruppo di speleo friulani della “seconda generazione” (dopo quella dei Marinelli, di Musoni, di Lazzarini, ecc.), nasce in un paesino non lungi da Udine, città in cui frequenta il liceo J. Stellini. Ottenuta la matura si trasferisce a Firenze (ove insegna Olinto Marinelli) al cui ateneo si iscrivono pure Desio e di Caporiacco. Dopo la prima guerra mondiale (fatta come ufficiale degli alpini: croce di guerra e medaglia d’argento al valor militare) il 31 luglio 1920 si laurea in geologia, quindi negli anni 1920-1922 lavora come assistente naturalista alla Stazione Chimica-Agraria di Udine. Nel 1922, chiamato da Gortani, ricopre il posto di assistente di geologia all’Università di Cagliari: vi rimarrà sino il 1925; gli anni fra il 1920 e il 1925 sono per Feruglio caratterizzati da ottimi risultati nelle ricerche scientifiche, testimoniate dalle numerose pubblicazioni. Su invito del geologo Bonarelli nel 1925 si trasferisce in Argentina ove rimarrà – con parecchie interruzioni – sino al 1947; qui inizia come “geologo aiutante” con l’incarico di “Responsabile capo della sezione geologica del giacimento Comodoro Rivadavia (Patagonia)” e finirà la carriera raggiungendo nel 1941 la cattedra di Geologia Agraria nell’Università di Cuyo (Mendoza) e la Direzione dell’Istituto del Petrolio.
Rientra in Italia nel 1928 (anno in cui si sposa con Aurelia Magrini), torna in Argentina nel 1930/1931 con una spedizione De Agostini, poi negli anni 1932-1934 di nuovo in Italia (lavora all’Università di Bologna con Gortani); non ottenuta la cattedra all’Università di Torino (non aveva la tessera del PNF) rientra in Argentina a fare il geologo: otterrà la cattedra di geologia all’Università di Torino appena nel 1948/1949. Nel corso delle ricerche in Argentina pubblica oltre 60 studi e 30 resoconti: un fondamentale contributo alla conoscenza geologica di quella terra che, riconoscente, gli dedica il Museo Paleontologico di Trelew, la biblioteca della facoltà di Ingegneria dell’Università di Cuyo, una lapide commemorativa quale “uno dei grandi maestri della geologia Argentina” e il Premio in sedimentologia dell’Accademia Nazionale di Scienze. Non pubblica nulla sulle grotte viste in Argentina, anche se le descrive sui suoi libretti di appunti.
Fin da ragazzo frequenta, a Udine, sia la Società Alpina Friulana che il Circolo Speleologico e Idrologico Friulano e visita tutti i luoghi raggiungibili in bici nel corso di una giornata. Iscritto ad ambedue i sodalizi, nel 1912 (a 15 anni) pubblica i primi articoli su Mondo Sotterraneo. L’anno seguente è vice segretario del CSIF, pubblica suoi scritti sia su Mondo Sotterraneo che sulla rivista della SAF “In Alto” e inizia pure ad essere presente nella sezione recensioni, sezione a cui collaborerà sino al 1924 e che dal 1914 descrive pure lavori apparsi su riviste estere (francesi, statunitensi). Prima di partire per la guerra conduce una campagna di scavi nella stazione preistorica presente nel Ciondàr des Paganis, 57 Fr, scavi condotti con criteri allora modernissimi (divisione dell’area da indagare in settori numerati ecc.) ed i cui risultati pubblica su Mondo Sotterraneo.
Nel 1919 rientra da Firenze e nel Circolo assume l’incarico di Segretario (Presidente Musoni e Ardito Desio Cassiere) e dal 1920 la sua firma appare su prestigiose riviste scientifiche nazionali: Rivista Geografica Italiana, Bollettino della Società Geologica Italiana, Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque.
Gli anni 1919/1921 è impegnato negli scavi paletnologici al Foràn di Landri, 46 Fr: i risultati saranno esposti sul numero di quell’anno di Mondo Sotterraneo (32 pagine); il numero successivo della rivista verrà praticamente dedicato tutto ad una monografia sul Ciaorlecc (PN): esempio di studio completo in cui le grotte sono viste come parti di un tutto da esaminare e studiare globalmente. Il 1924 partecipa alla spedizione della SAG di Trieste all’esplorazione del Bus de la Lum, 153 Fr: sue osservazioni, spedite ormai dall’Argentina, verranno pubblicate verso la fine degli anni ’20 sulla rivista “Le Grotte d’Italia”.
Rientrato definitivamente in patria, ancorché impegnato per lavoro all’Università di Torino, a Udine riporta a nuova vita il Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, raccogliendo attorno a sé vecchi soci e nuovi appassionati.
Sua intenzione sarebbe stata di ricreare lo spirito e l’atmosfera che fece grande la speleologia friulana dei primi decenni del secolo, ma nel 1954 la morte improvvisa non gli ha permesso di veder realizzato questo sogno: l’ultima sua fatica, “La regione carsica di Villanova”, dedicata alla zona carsica della Bernadia, può essere considerata un chiaro indirizzo sulla strada da seguire.
Gli speleo friulani lo hanno voluto ricordare dedicandogli una grande e bella grotta scoperta proprio nell’ultima zona da lui studiata e descritta: la Grotta Egidio Feruglio, Fr 2175, oltre sei chilometri di sviluppo su di un dislivello di 158 metri (al marzo 2012).
Bibliografia speleologica
Per non appesantire troppo il testo la cospicua bibliografia di Egidio Feruglio è stata inserita nella sezione “Bibliografie”, a cui si rimanda il cortese lettore.
Ulteriori notizie su Egidio Feruglio si possono trovare in:
- 1950: Circolo Speleologico e Idrologico Friulano. Resoconto morale e finanziario dell’anno 1949, Del Bianco, Udine 1950, pp. 16
- Agarinis Magrini B., 2011: Egidio Feruglio: figura di grande rettitudine morale e onestà intellettuale, in “Visentini P. (a cura di), 2011: Hic sunt leones. Esploratori, geografi e viaggiatori tra Ottocento e novecento”, Museo Friulano di Storia Naturale, Udine 2011: 248-253
- Finocchiaro C., 1971: Caverne e grotte della regione Friuli Venezia Giulia, Enc. Monografica. del Friuli Venezia Giulia, vol. I, Il Paese: 173-190
- Galli M., Mosetti F., 1985: Geologia, in “La ricerca scientifica. 1° aggiornamento dell’enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia”, Udine 1985, pag. 38
- Gortani M., 1954: L’opera scientifica di Egidio Feruglio, Boll. Soc. Geol. It., LXXI, pp. 14
- Gortani M., 1957: La vita operosa di Egidio Feruglio, Atti del I Conv. Friulano di Sc. Naturali, Udine set. 1955; Udine, Del Bianco 1957: 1-16
- Grossutti J. (a cura di), 1997: Egidio Feruglio. L’attività scientifica e gli altri doveri verso la Patria (1897-1954), Atti della giornata di studio nel centenario della nascita (Feletto Umberto 24 aprile 1897), Tavagnacco 1997
- Grossutti J. (a cura di), 2010: Egidio Feruglio. Patagonia e Terra del Fuoco, Udine, Forum 2010
- Grossutti J., 2011: La Patagonia e la Terra del Fuoco di Giovanni Battista de Gasperi e di Egidio Feruglio, in “Visentini P. (a cura di), 2011: Hic sunt leones. Esploratori, geografi e viaggiatori tra Ottocento e novecento”, Museo Friulano di Storia Naturale, Udine 2011: 239-247
- Grossutti J., 2011: Feruglio Egidio, geologo, in “Scalon C., Griggio C., Bergamini G. (a cura di), 2011: Nuovo Liruti – Dizionario Biografico dei Friulani. 3. L’età contemporanea” Forum, Udine 2011: 14621470
- Martinis B., 1956: L’attività e l’opera scientifica di Egidio Feruglio con particolare riguardo al Friuli, In Alto, 50 (1955-1956): 22-33
- Micelli F., 1997: Egidio Feruglio e la scuola geografica friulana, in Grossutti J. (a cura di), 2010: Egidio Feruglio. Patagonia e Terra del Fuoco, Udine, Forum 2010
- Micelli F., Vaia F. (a cura di), 2000: Egidio Feruglio. Scritti di geografia e geologia, Comune di Tavagnacco, 2000
- Sello U., 1983: Documenti inediti e biografie per una storia della speleologia (Friuli-Venezia Giulia). Il Bus de la Lum fra storia e leggenda, Mondo Sotterraneo, n.s., 6 (1-2): 15-46
- Sello U., 2011: Esploratori e geografi friulani dagli archivi della Società Alpina Friulana e del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, in “Visentini P. (a cura di), 2011: Hic sunt leones. Esploratori, geografi e viaggiatori tra Ottocento e novecento”, Museo Friulano di Storia Naturale, Udine 2011: 172-177
- Valussi G., 1973: L’attività scientifica del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano (1897-1972), Mondo Sotterraneo, n. u. 1972-1973: 7-29