Luigi de Martini

 

LUIGI DE MARTINI – Trieste 1927 – Milano 2005

Tratto dal testo pubblicato da SD e RS (Sergio Dambrosi e Rino Semeraro) sul n.121 -dic. 2006 della Gazzetta dello speleologo

[…] Luigi de Martini (“Barba” per i suoi vecchi compagni d’esplorazione) nasce a Trieste nel 1927.
Nell’ultimo periodo della Seconda Guerra Mondiale, dalla sua città occupata dalla Germania nazista, è inviato ad un campo di lavoro presso Fiume (ora in Croazia). Successivamente è assunto, come geometra, all’Ufficio Tecnico del Comune di Trieste. Giovanissimo, quindi anch’egli nella più pura tradizione triestina, alla conclusione del conflitto, ancora in un “difficile” Carso per chi voleva andare in grotta, con le foibe “ancora calde” come si diceva allora, inizia a praticare la speleologia, andando a formare il nucleo di quelli che, nei primi anni a seguire, saranno i protagonisti della ripresa della speleologia triestina (alcuni tuttora in attività), separatamente nei diversi gruppi grotte che si costituiranno o che riprenderanno l’attività dopo il conflitto, come i vari Pinzani, Forti, Skilan, Mosetti, Leani, Tommasini, Bartoli, Ortolani, Pipan, Caranzulla, Nicon, Mottola, Benedetti e così avanti.
Luigi de Martini, in pochissimi anni grazie ad innegabili doti, tecniche e culturali, praticando la speleologia dapprima con amici poi accostandosi, per un breve periodo, nel 1949, alla Commissione Grotte che nel 1948 aveva ripreso ufficialmente ad operare, dove conosce i fratelli Maucci (Arrigo, Walter e Corrado), diviene un “uomo del futuro” per la giovane, quasi “rinata”, speleologia triestina del dopoguerra. Nel 1950 sposa Vera Remonti, sua compagna anche nell’attività speleologica.
Immediatamente attratto dalle potenzialità di una speleologia tecnica e scientifica moderna, propugnata dal suo compagna di esplorazioni Walter Maucci, s’incammina senza indugio lungo quella via, ed è così tra i fondatori della Sezione Speleologica della Società Adriatica di Scienze nel dicembre 1950, dove assume l carica di Direttore tecnico, mentre il prof. Sergio Morgante ne diverrà Presidente e il prof. Walter Maucci Vicepresidente. Luigi de Martini, nella Sezione Speleologica (che diverrà Sezione Geospeleologica nel 1951) avvierà, di concerto con Maucci un vasto programma d’esplorazioni finalizzate alla realizzazione di ricerche di geomorfologia e idrogeologia carsica, sul Carso e nei maggiori abissi d’Italia dell’epoca. Infatti, immediatamente, nel 1951, organizza, congiuntamente al Gruppo triestino Speleologi ed al promotore Gruppo Speleologico Comasco, una spedizione alla Grotta Guglielmo (Monte Palanzone, Como), dove si esegue una parziale esplorazione, accompagnata da un accurato rilievo congiunto ad osservazioni geomorfologiche, che fu interrotta da un’alluvione interna seguita ad una situazione meteorologica disastrosa.
Praticamene tutte – o quasi – le iniziative della Sezione Geospeleologica nel decennio 1950-60 furono da lui organizzate o seguite nei minimi dettagli. Sotto la sua guida tecnica, la Sezione Geospeleologica e Maucci in particolare poterono conseguire straordinari risultati nel campo degli studi, senza tralasciare (anzi, valorizzando!) l’aspetto esplorativo, tanto che una “generazione” di valenti speleologi si formò, cimentandosi con le più difficili e profonde cavità allora sconosciute. De Martini puntò sempre alla formazione dei giovani speleologi: nella “Adriatica” di allora, non era concepibile che un giovane, oltre ad acquisire la tecnica di grotta, non s’istruisse bene nella topografia e nel rilievo sotterraneo e non avesse cognizioni di carsismo (lo testimoniamo noi due, della generazione  speleologica immediatamente successiva!). Non solo, nella “Adriatica” di Luigi de Martini si favoriva gli elementi più qualificati, facendoli partecipare ai congressi nazionali ed ai convegni, come pure si favoriva – caso forse unico dell’epoca a Trieste – l’aperta collaborazione nelle spedizioni invitando speleologi d’altri gruppi grotte triestini. Luigi de Martini fu colui che organizzò le esplorazioni ed i rilevamenti per lo studio degli inghiottitoi fossili del Carso (1950-53), che pianificò le prime esplorazioni subacquee del Timavo (1951-53), le quali sfociarono nel superamento del sifone d’entrata del fiume nell’Abisso di Trebiciano, che organizzò la grande spedizione alla Spluga della Preta (Monti Lessini) nel ’54, che organizzò le tre storiche spedizioni della seconda metà anni ’50 (1956-58-59) all’Antro di Corchia (Alpi Apuane) che raggiunse i 585 metri di profondità (poi, com’è noto, nel ’60 il fondo del Corchia fu toccato da una spedizione leggera mista bolognese-milanese – che aveva goduto delle indicazioni fornite in buona fede dal Maucci – la quale però sovrastimò di molto la sua reale profondità). […] Trasferitosi definitivamente nel 1963 vicino a Milano per ragioni di lavoro [—] si stacca progressivamente dalla speleologia, rimanendo solo in contatto e amicizia con alcuni di coloro che avevano condiviso la sua attività, come Walter e Corrado Maucci e con Stefano (Steno) Bartoli. […]
Luigi de Martini ha iniziato veramente molto giovane ad andare in grotta: il 3 maggio 1943 è accettato quale socio della Società Alpina delle Giulie, con la cui Commissione Grotte farà attività alla fine degli anni ’40. Allorché Walter Maucci (socio della stessa sin dal 1938) è costretto ad andarsene de Martini lo segue con parecchi dei giovani grottisti che si stavano formando; secondo quanto raccontavano i vecchi soci della “Boegan” la sua scelta fu determinata alla contrarietà della maggioranza dei soci all’entrata nella Commissione delle donne (la sua fidanzata e futura moglie, Vera, era una grottista provetta, all’altezza dei problemi speleo di allora).

Bibliografia speleologica

  •  1950 (con Giuseppe Pinzani): N. 185 VG – Abisso presso la stazione ferroviaria di Opicina Campagna, Alpi Giulie, 51: 24-26, Trieste 1950
  • 1962 (con Walter Maucci): Risultati preliminari di alcune ricerche sul corso ipogeo del Timavo (agosto-settembre 1952), Boll. della Soc. Adriatica di Scienze Naturali, 46: 61-74, Trieste 1952
  • 1952: Osservazioni sopra tre inghiottitoi fossili della zona di Gabrovizza (Carso triestino), Boll. della Soc. Adriatica di Scienze Naturali, 46: 91-97, Trieste 1952
  • 1954: Sonda geofonometrica per ricerche di idrografia sotterranea, Atti del VI Congr. Naz. di Speleologia, Trieste 1954, Trieste 1956: 292-293; pure su Le Grotte d’Italia, s. III, I: 292-293
  • 1957: Una moderna spedizione speleologica. Relazione tecnica sulla spedizione alla Spluga della Preta svolta dalla Sezione Geo-Speleologica della Società di Scienze Naturali con la collaborazione del Comando Militare Territoriale di Bolzano, Rassegna Speleologica Italiana, 9 (2-3): 65-73, Como 1957

 Ulteriori notizie su Luigi De Martini si possono trovare in:

  • Dambrosi S., Semeraro R., 2009: Luigi de Martini: ricordo dello speleologo e della sua azione, in Dambrosi S., Semeraro R., in Dambrosi S. & Semeraro R. (a cura di), Walter Maucci (1922-1995): speleologo scienziato triestino. Scritti memorialistici e celebrativi, Società Adriatica di Speleologia ed., Trieste 2009, pp. 150
  • SD e RS (Sergio Dambrosi e Rino Semeraro) In ricordo. Luigi de Martini, Gazzetta dello speleologo, n.1215-6, Trieste  dic. 2006