Marcello Marovelli

 

MARCELLO MAROVELLI (1900-1990)

Pubblicato sul n. 24 di PROGRESSIONE – Anno 1990
La morte del vecchio e affezionato socio Ado Steffè è stata seguita dalla scomparsa di un altro amico della Commissione. Nel mese di maggio se ne è andato, infatti, Marcello Marovelli (allora Maroevich), forse l’ultimo degli speleologi che hanno vissuto i drammatici giorni della tragedia di Raspo.
Lo troviamo socio dell’Alpina nel 1919; l’anno seguente inizia a far attività, sempre nel­l’ambito dell’Alpina, con il gruppo “La Cortina” (Malusà, Novelli, Bucher ecc.) entrando succes­sivamente (1921) a far parte della Commissione Grotte, struttura in cui rimane per una decina d’anni. In questo periodo svolge una notevole attività sul Carso triestino (riesplora l’abisso pres­so la stazione di Opicina 8 VG, che trova ostruito a -30, apre, esplora e rileva la grotta di San Lorenzo, 606 VG, rileva la 103 VG), a Marcossina ed in Istria, ove partecipa all’esplorazione della Grotta Buco (un pozzo di 180 metri in un unica campata); fra le tante cavità in catasto che risul­tano rilevate da lui c’è pure l’abisso di Martinesi, grotta complessa profonda oltre cento metri. Del­l’attività svolta dà spesso notizia sulla rivista so­ciale.
Non lavorò solo nella Commissione Grotte: le sue doti di organizzatore poterono meglio espli­carsi in varie commissioni dell’Alpina, quali quella per le escursioni, quella per la biblioteca, quella per i segnavia e le vedette; negli anni ’40 e ’50 lo vediamo membro della giuria in quasi tutte le mostre fotografiche dell’Alpina, Società cui diede la sua opera pure quale membro del Direttivo. La sua vita operosa però non si fermava qui: funzio­nario della Cassa di Risparmio, trovava il tempo per svolgere le mansioni di Console del Touring Club Italiano come pure di membro del consiglio d’amministrazione dell’Università Popolare.
Anche se da tanti anni non scendeva più nelle grotte, è stato sempre vicino alla Commissione, cui fu sempre prodigo di consigli e incoraggia­menti. Con lui è scomparso uno degli esponenti di un’epoca, un amico, un deposito di ricordi della nostra storia. Alla sua memoria la Commissione rende reverente omaggio.
                                                                                                           Pino Guidi