RINASCE IL MUSEO SPELEOLOGICO IN GROTTA GIGANTE.
Il Museo Speleologico della Grotta Gigante venne inaugurato nel lontano 1963 e fu il primo di questo genere in Italia. All’inizio degli anni 2000 si decise la sua demolizione per far posto ad una nuova struttura che è stata denominata “Centro accoglienza visitatori Grotta Gigante” ed inaugurata nel 2005. Nel progetto, una parte del centro venne predisposta per dar posto all’esposizione di parte del materiale del vecchio Museo, dall’altra integrandola con le moderne tecnologie multimediali. Ma a causa di mancati finanziamenti pubblici causati principalmente dalla crisi economica il tutto è rimasto lettera morta.
Su iniziativa della direzione e di alcune guide della Grotta Gigante si è dato vita nuovamente alla storica esposizione, utilizzando in parte il materiale esposto nella vecchia struttura ed in parte con nuove esposizione provenienti sia da collezioni private che pubbliche. I temi trattati sono quelli del carsismo ed in particolare della formazioni delle grotte e dell’idrologia sotterranea; segue una bella esposizione con materiale proveniente dal Civico Museo di Storia naturale riguardante la variegata fauna sotterranea delle grotte del Carso triestino. Quindi una breve storia dell’illuminazione in Grotta Gigante dalla candela alla luce elettrica passando per le lampade a carburo con un esposizione di quest’ultime, anche in pezzi rari. Si prosegue con una breve storia delle speleologia delle nostre zone con l’esposizione di molti cimeli storici appartenuti a tutte le epoche, dalla scala di corda e pioli in legno sino alle moderne corde e bloccanti; su un diorama è stato sistemato il “trabaccolo” telaio in ferro fatto costruire dalla Comm. Grotte negli anni ‘20 per agevolare la calata ed il recupero delle pesanti scale di corda lungo i pozzi più accidentati. Nella sala d’aspetto un interessante studio sui pipistrelli illustrante le loro principali caratteristiche biologiche, il tutto corredato da foto di questo speciale mammifero volante. E’ stata pure esposta una “bat box”, moderno rifugio di pipistrelli studiato da alcuni specialisti dell’Università di Firenze per poter dare casa anche nelle nostre affollate città a questo particolare mangiatore di insetti, a tutto beneficio di un buon mantenimento della biodiversità.
Un grande plastico riproduce la zona delle bocche del Timavo al tempo dell’impero Romano, sicuramente una delle zone di maggior interesse del Carso Triestino sia dal punto di vista geologico – idrologico che archeologico e storico. Alcuni pannelli di grandi dimensioni posti nella sala d’aspetto trattano i temi della ricerca scientifica in Grotta Gigante con particolare riferimento ai pendoli geodetici dell’Università di Trieste, i sismografi dell’Osservatorio Geofisico di Trieste e la stazione per il misuramento della dissoluzione delle rocce carbonatiche. Ed infine un pannello illustra tutte le varie fasi delle esplorazioni effettuate dagli speleologi in Grotta Gigante.
Questa nuova esposizione ha sicuramente dato un primo risultato; molte persone, che poi scendono in grotta per la visita turistica, dimostrano un maggior interesse su quelli che sono i temi della speleologia e del carsismo e ci si accorge nelle domande che vengono poste alle guide. Questo, per il momento piccolo museo, fornisce al visitatore un contributo dal punto di vista culturale su dei tempi che riguardano il mondo sotterraneo, forse il Settimo continente della nostra terra.
Inoltre al I piano del centro accoglienza visitatori sono state allestite varie mostre. Dopo quella sul Centenario delle viste turistiche in Grotta Gigante, è seguita una bella mostra fotografica organizzata in collaborazione con Foto Nord Est, con il tema “8 ore di scatti in Grotta Gigante”. Seguita dalla mostra di “Terre di Mare” organizzata in Collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste dipartimento di Storia e Culture dall’Antichità al Mondo Contemporaneo illustrante attraverso vari pannelli e diorami gli insediamenti Romani dalla zona dalle Bocche del Timavo sino alla Costa Istriana. Curatrice della mostra l’archeologa Rita Auriemma. Ed infine, di recente inaugurazione, la mostra “Gioie della terra” in Collaborazione con i Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste; una splendida esposizione di gemme ricavate da svariate pietre dure con vari tipi di incisioni risalenti dal IV secolo a.c. sino alle più recenti del XIX secolo. Curatrice della mostra la conservatrice dei Civici musei di storia ed arte di Trieste, Marzia Vidulli e l’archeologa Annalisa Giovannini.
Anche se qualcuno non è molto convinto, attraverso queste mostre e l’esposizione museale, si mette in maggior evidenza l’intera struttura della Grotta Gigante sia dal punto di vista strettamente turistico che quello conoscitivo – culturale. In futuro l’idea è quella di proseguire nell’esposizione di altro materiale storico integrandolo anche con le moderne tecnologie digitali.
Fulvio Forti – Fortino