Piercarlo Caracci

 

PIERCARLO CARACCI (1921 -1998)

Piercarlo Caracci

Pubblicato sul n. 38 di PROGRESSIONE – Anno 1998
La ruota della vita gira e per ogni nuovo amico che viene ad arricchirlaci un altro se ne va. Con la differenza che mentre per accorgerti di aver trovato un amico, un amico vero, che ti è vicino anche nei momenti di tristezza e che ti aiuta a superare le difficoltà, passa sempre molto tempo per cui ti trovi ad averlo senza neppure capire quando sia successo, la sua perdita ti colpisce con una immediatezza brutale.
Nel febbraio di quest’anno la Commissione ha perso un amico, uno speleologo che ci è stato vicino anche e soprattutto nei momenti più duri, nei giorni più bui: si è spento a Udine, dopo lunga e penosa malattia, Piercarlo Caracci, Presidente del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano dal 1966 al 1976 e suo presidente onorario da quella data alla morte. Studioso di preistoria e di folklore ha lasciato parecchi scritti in ambedue i campi è approdato al Circolo nel 1958, allora diretto da Michele Gortani, con la vicepresidenza di un altro grande amico della Commissione, il farmacista Cesare Dall’Acqua. Alla prematura scomparsa di questi Caracci prese il suo posto, a fianco del Gortani, alla guida del più importante gruppo speleologico friulano. Nel 1966, alla morte del senatore Gortani, assunse la presidenza del Circolo, dedicandovici con abnegazione e signorilità per oltre un decennio. Sotto la suaguida il Circolo vide rinascere Mondo Sotterraneo, la più antica rivista di speleologia italiana (il primo numero risale al 1904), crescere e svilupparsi quella forte squadra di esploratori creata da Luciano Saverio Medeot prima di partire per l’ennesima volta per il sudamerica, organizzare il secondo congresso regionale (Udine marzo 1975), rendendolo capace di farne poi un altro regionale (il quinto, Udine 1983) ed uno nazionale (il XVI, Udine settembre 1990). Inoltre durante la sua gestione venne istituito il “Premio Cesare Dall’Acqua”, che venne assegnato a vari speleologi della nostra regione nei primi anni ’70. Per la sua attività a favore della speleologia friulana e regionale nel 1990 gli venne a sua volta assegnato il Premio San Benedetto, giunto alla sua decima edizione.
Era ormai vecchio e stanco, minato nel fisico da un male cattivo come sanno esserlo certi mali, e forse per lui la morte può essere stata una liberazione. Per noi, e per tutta la speleologia regionale, è però una grave perdita: anche se non andava più in grotta da anni, anche se non poteva partecipare ai congressi e convegni, era sempre per la speleologia del FriuliVenezia Giulia un punto di riferimento, un aggancio al passato, un ponte che ci legava alla speleologia che fu, ad un mondo che scompare e che non riusciamo più a fermare completamente nei ricordi.
                                                                                                          Pino Guidi