Eraldo Cecchini

ERALDO CECCHINI – Trieste 27 dicembre 1936 – 24 aprile 1991

Testo pubblicato da Rino Semeraro su Cronache ipogee, 2011/9: 9, Trieste set. 2011

Poche righe, ma molto sincere, per ricordare che vent’anni fa moriva uno tra i più forti speleologi triestini, protagonista di quella Sezione Geo-speleologica della Società Adriatica di Scienze che diede il meglio di sé negli anni Cinquanta: Eraldo Cecchini. Per molti di noi, “Aldo”, rappresentò certamente un modello. Dotato di ottima tecnica, sia a livello di squadra sia individuale (era anche un buon alpinista), è stato presente nelle squadre “di punta” di tutte le maggiori esplorazioni dell’epoca, in grotte che si potevano considerare ancora “di avanzamento”: dalla Spluga della Preta all’Antro del Corchia. Buon rilevatore, uomo rude ma molto intelligente, colto, in grotta era considerato “una sicurezza”, portava un bagaglio di esperienza – per l’epoca assai notevole e di alto livello – che si era formato attraverso un’intensa attività speleologica. Fu uno di quelli, fortunati, che assistettero nel 1953 allo storico superamento del sifone d’entrata nell’abisso di Trebiciano.

Di carattere estremamente gioviale, molto comunicativo, assai “deciso” in esplorazione, andare con lui in grotta era esaltante e al medesimo tempo istruttivo. Si capiva che era “un capo”. Fummo compagni di grotta per molti anni in quei primi sessanta, e amici fraterni, anche se lui (classe 1936) era più vecchio di me.

Qualità indiscusse, che si perdono purtroppo nel tempo, come i suoi molti rilievi topografici presenti nel vecchio catasto grotte della Sezione Geo-speleologica, andati irrimediabilmente perduti ma che io ben ricordo.

Speleologo della “vecchia scuola”, per Aldo esplorare non poteva essere disgiunto dal rilevare e osservare, come del resto i suoi grandi Maestri, Walter Maucci e Luigi de Martini, gli avevano insegnato. Cioè, in grotta, ragionare.

Eraldo morì il 24 aprile 1991, consigliere comunale eletto nelle liste del Partito Socialista Italiano, mentre era assessore all’urbanistica al Comune di Trieste (in carica sotto la giunta Richetti) venne accoltellato per strada da uno squilibrato criminale. Il motivo fu futile e grave allo stesso tempo, odiato mortalmente per la battaglia che condusse in prima persona, senza mai indietreggiare, per finalmente chiudere al traffico il centro storico di Trieste. Battaglia vittoriosa, che diede il via a spazi vitali e arredi che migliorarono il volto e la fruibilità del Borgo Teresiano, ma che all’epoca fu ferocemente contrastata dalla categoria di commercianti e da moltissima gente comune che non comprendeva l’esigenza e la modernità della visione urbanistica e sociale. Aldo, il nostro vecchio compagno di grotta, pagò cara quella forza e quella ferrea volontà che tutti noi sempre gli riconoscemmo. La funzione funebre si tenne nella Chiesa della Beata Vergine del Rosario, a due passi dal Municipio, in quanto Cappella Comunale. Noi speleologi eravamo un piccolissimo numero rispetto la moltitudine, la folla che non riusciva nemmeno a entrare in chiesa, ma sicuramente i più tristi tra quei triestini che quel giorno gli resero omaggio.

Ulteriori notizie su Eraldo Cecchini si possono trovare in:

  • – – , 1991: I fatti del giorno. 2/a edizione, ADNKronos, 1991.04.24
  • Bianchin R., 1991: Accoltellato a Trieste l’assessore scomodo, Repubblica, 25.4.1991
  • Ernè C., 2015: Delitto Cecchini riaperto. Il pm convoca Deganutti, Il Piccolo, Trieste 9 ott. 2015
  • Goruppi S., 1991: Assessore ucciso a coltellate, L’Unità, 25 apr. 1991
  • Marini D. de Canedolo, 2011: Le grotte del Carso triestino dalla preistoria ai giorni nostri, vol. II, Duino Aurisina, 2011, pp. 182
  • Pi. Ra, 2015: Caso Cecchini, l’ennesima sfida di Deganutti, Il Piccolo, Trieste 21 ott.2015
  • Ramacci S., Boccianti E., 2013: Italia gialla e nera, Newton Compton