Enrico Davanzo

ENRICO DAVANZO – (Trieste 31.7.1939 – Canin 5.1.1970)

Testo di Giuseppe Baldo pubblicato su Alpi Giulie, 65: 5-8, Trieste 1970
E’ stato socio della Commissione Grotte dal 1966 al 1970

Il collegamento in ponte radio

Il collegamento in ponte radio, previsto per il 2 gennaio, non era riuscito e le prime notizie sull’andamento delle operazioni all’abisso Gortani – i sette uomini, impegnati nell’esplorazione dal 22 dicembre, avevano raggiunto la profondità di 892 metri, superando così il record italiano; stavano tutti bene ed avevano iniziato le operazioni di recupero – furono portate, insieme a quelle di un tempo splendido sulla zona, da una piccola squadra rientrata in città la sera del 3 gennaio.

Questa squadra, partita da Trieste il giorno precedente, aveva trasportato fino a 90 metri di profondità i materiali per le riprese cinematografiche accompagnando un’altra squadra di tre uomini, Enrico Davanzo, Paolo Picciola e Marino Vianello, che al campo sistemato a quella profondità, avrebbero atteso la risalita dei sette uomini impegnati nell’abisso per effettuare le riprese e collaborare nelle operazioni dei recupero. […]
Scesi nell’abisso i tre pernottarono al campo a -90 ed i giorno successivo 4 gennaio iniziarono il loro lavoro attendendo i compagni che stavano risalendo; gli esploratori giunsero al campo la notte fra il 4 e il 5 e l’intera mattina del 5 fu dedicata alle riprese.
Nel frattempo le condizioni atmosferiche erano andate rapidamente cambiando, la temperatura, che nella serata del 3 si era alzata da -23 a -14. il giorno 4 continuava a salire rapidamente, mentre un forte vento di scirocco aveva sospinto una cupa nuvolaglia su tutta la zon

a; ed una nevicata, iniziata nel pomeriggio, si era presto trasformata in pioggia dirotta.
Piovve tutta la notte e la mattina del 5 Sella Nevea rimbombava del cupo frastuono di valanghe. […] Alle tre del pomeriggio del 5 gennaio, Enrico Davanzo, Paolo Picciola e Marino Vianello raggiunsero la superficie: a quell’ora il grosso del maltempo era già passato lasciando segni evidenti; essi, con tutta probabilità, compresi della stessa preoccupazione che la neve bloccasse l’ingresso, decisero, malgrado tutto, di raggiungere il rifugio per esser pronti, il giorno successivo, ad aiutare i compagni che ritenevano più in pericolo che non loro stessi.
La grossa squadra proveniente da Trieste, cui si erano aggiunti alcuni amici del Gruppo Speleologico della Sezione di Gorizia e del CSIF di Udine, raggiunse, nella tarda mattinata del giorno 6, il rifugio Gilberti, vuoto. All’una si incontrò all’ingresso del Gortani, con gli uomini risaliti in superficie dopo 15 giorni di permanenza nell’abisso e gli uni e gli altri, con immediata, dolorosa angoscia, si avvidero che i tre compagni, i tre amici, loro tre, mancavano, dispersi dal giorno precedente fra le nevi di quell’altipiano che mai, come allora, apparve nella sua tragica desolazione. […] Le loro salme furono ritrovate il 30 giugno da due giovani della Commissione Grotte durante le ricerche, incominciate ormai da un mese dagli speleologi dell’Alpina in collaborazione con i volontari del soccorso Speleologico e del Soccorso Alpino. Furono trovati sotto sella Canin, vicini l’uno all’altro, con addosso tutto il loro equipaggiamento: essi avevano ormai superato i punti più pericolosi del tragitto quando, apparentemente al sicuro sulla via giusta. In vista del rifugio, furono travolti da una slavina di modeste proporzioni. […]

Un grave lutto per la speleologia italiana
Testo pubblicato su Rassegna Speleologica Italiana, 22 (1-4): 54-59, Como 1970

[…]
La sua attività speleologica ha inizio con un gruppo di amici, nel 1957. Il giorno in cui questi – riuniti in un gruppo chiamato “Club dei Sette” (di boeganiana memoria) – decidono di scioglierlo e di confluire nella Commissione Grotte egli non può farlo dovendo trasferirsi a Milano per motivi di lavoro. A Trieste, qualche anno dopo il suo ritorno riprende la sua attività, questa volta in seno alla Commissione Grotte, con un entusiasmo, una perizia ed uno spirito di sacrificio tali da farlo presto considerare fra i migliori uomini di punta. Lo si trova, infatti, nelle squadre che esplorano il Boegan – di cui pubblicherà una descrizione sulla Rivista Mensile del CAI – il Gortani, le grotte degli Alburni, del Cervati, del Mataiur. Scende ad esplorare sino a Manfredonia ed in Sicilia.
Volontario del Corpo Soccorso Alpino, Sezione Speleologica, vi mette a disposizione il suo ingegno e la sua preparazione tecnica studiando sempre nuovi sistemi di argani e carrucole (presenterà a Roma, al X Congresso Nazionale di Speleologia, un tipo di argano modificato da impiegare in grotta). Ultima sua fatica in questo campo è un trasmettitore incorporato in un elmetto, che presenterà al Convegno del Soccorso Speleologico di Trieste, dove otterrà unanimi consensi.
Spirito eclettico, pratica quasi tutti gli sport, dall’equitazione al paracadutismo, dal tiro a segno con carabina e pistola alle immersioni con autorespiratore, allo sci, fermo restando il suo amore per la speleologia cui dedica tutto il tempo libero che riesce a trovare sacrificandovi, in questi ultimi anni, ferie, festività e gran parte delle domeniche.
Istruttore negli ultimi corsi locali di speleologia, nel 1969 ottiene, al I Corso per Istruttori Nazionali di Speleologia del CAI, il brevetto di Istruttore Nazionale, brevetto che la tragica conclusione della spedizione invernale al Gortani, ove si era recato per filmare alcune scene dell’esplorazione, non gli ha concesso di usare neppure una volta. Aveva 31 anni.

Ulteriori notizie su Enrico Davanzo si possono trovare in:

  • 1971: Ricordo di Enrico Davanzo, Notiziario del Centro Radioastronomico “Monte di Ragogna”, n.- 3: 20-21, San Daniele, marzo 1971
  • Baldo G., 1970: Il collegamento in ponte radio, Alpi Giulie, 65: 5-8
  • Del Core P., 2001: Trent’anni dopo, Alpi Giulie, 95/1: 49-54
  • Finocchiaro C., 1970: Relazione dell’attività della Commissione Grotte “E. Boegan” nell’anno 1969, Atti e Memorie CGEB, 9 (1969), Trieste 1970: 9-10
  • Guidi P., 1970: Ricordo di tre amici, Speleologia Emiliana, Notiziario, 2, 2 (1): 3
  • Guidi P., 1970: Enrico Davanzo, Paolo Picciola, Marino Vianello, Le Alpi Venete, 24 (1): 75-76
  • Guidi P., 1970: Un grave lutto per la speleologia italiana, Rass. Spel. It., 22 (1/4): 54-59
  • Marini D., 1970: Abisso Michele Gortani, Alpi Giulie, 65: 9-13
  • Marini D., 1990: Vent’anni, Progressione23: 78
  • R. B. [Bernasconi R.], 1970: Abisso Gortani: record tragique: -882, Stalactite, 20 (1): 39, aout 1970
  • Bibliografia speleologica
  • 1967: L’Abisso Eugenio Boegan sul Monte Canin, Rivista Mensile del CAI, 86 (10): 365-366
  • 1967: Abisso a Sud-Ovest del Monte Mataiur N. 389 Fr, Alpi Giulie, 62: 70-75
  • 1967 (con Guidi P.): Grotte del versante Nord-Est del Monte Cervati, Atti e Memorie della CGEB, VII: 117-122
  • 1968: La Grotta Scaloria, Alpi Giulie, 63: 54-58
  • 1968: Argano leggero, X Congr, Naz. di Speleologia, Roma 1968 (testo non pubblicato)
  • 1968: Sistemi di ponte radio tra abissi e sede centrale, X Congr, Naz. di Speleologia, Roma 1968 (testo non pubblicato)
  • 1969: Conclusa l’esplorazione dell’abisso Eugenio Boegan, Rivista Mensile del CAI, 90 (11): 492-494
  • 1969: Alburno 1968, Alpi Venete, 23 (1): 62
  • 1969: Il ponte radio fra il Canin e la sede, Alpi Giulie, 64: 103-104
  • 1969: Spedizione 1968 all’Alburno, Rass. Spel. It., 21 (1/4): 117-118
  • 1969: Radiocomunicazioni in cavità ad uso del Soccorso. Progetto di radiotelefoni per collegamenti in cavità, Atti 1° Conv. Naz. Socc. Spel. CNSA, Trieste 1969, Tip. Mosetti, Trieste 1971: 147-152
  • 1969 (con Zorn A.): Sistemi di soccorso in cavità con mezzi di fortuna, Atti 1° Conv. Naz. Socc. Spel. CNSA, Trieste 1969, Tip. Mosetti, Trieste 1971: 129-137