Tullio Piemontese

TULLIO PIEMONTESE – (TS 2.4.1945 – 25.10.1985)

Bivacco alla Grava del Fumo: Tullio è il primo a destra.

Pubblicato su Progressione 14: 50, Trieste 1985
E’ stato socio della Commissione Grotte dal 1960 al 1969.
Come tutti noi, aveva iniziato ad andare in grotta assieme ad altri amici, ma, immediatamente acceso dalla passione, nell’agosto 1959 si era iscritto al 1° Corso Nazionale di Speleologia del CAI.
Alla fine del corso, decise di continuare l’attività in seno alla Commissione Grotte e fu allora, quando cominciai ad averlo come nuovo compagno di esplorazioni, che lo conobbi. Dopo un tirocinio breve ma intenso, imparammo ad apprezzarlo per le sue doti di rilevatore, fotografo e scavatore, ma soprattutto come amico.
Assieme iniziammo quello che fu un lungo periodo di vita movimentata, fatta di imprese non necessariamente importanti, ma sempre entusiasmanti. Ne sono esempio gli scavi che ci permisero di trovare le prosecuzioni alle grotte del Monte Kosten, Scariza, del Monte San Paolo e della Fornace. E che dire delle esaltanti esplorazioni del 1960 alla Preta e al Polidori? E subito dopo l’inizio delle tantissime spedizioni sugli Alburni, con le avventure delle Grave dei Gatti, di Melicupolo, del Fumo, di Fra’ Gentile, ecc. Quindi l’Abisso del Bifurto e le prime spedizioni in Canin all’Abisso Boegan ed in quelli che poi si sarebbero chiamati Davanzo, Picciola, Gortani.
Erano ancora gli anni della speleologia “eroica”, quella cioè caratterizzata da speleologi straccioni, abbruttiti da montagne di sacchi di scalette e corde da trasportare; erano ani in cui gran parte dell’attrezzatura era auto costruita ed in montagna le strade non erano asfaltate, né esistevano le comode funivie d’oggi.
Ma erano anche gli anni in cui si cementavano amicizie indistruttibili, e per un amico in pericolo si rischiava la vita. Così prese parte ai più grossi interventi di soccorso per cui fummo chiamati, fra cui quello di Donini e Pelagalli a Roncobello. Logica conseguenza, quindi, fu la sua adesione al Soccorso Speleologico sin dalla sua costituzione.
Ma, come succede a tanti di noi, ad un certo punto a Tullio le grotte non bastavano più, ed anche il suo carattere piuttosto chiuso stentava sempre più a legare con l’ambiente “grezzo” della speleologia. Così, nel 1967, si staccò da noi e passò al mondo della roccia e dello sci-alpinismo, dove si affermò sempre di più anche quando, dopo essersi laureato in geologia (1969), per motivi di lavoro dovette sempre più frequentemente recarsi all’estero.
Accanto all’amore per la montagna Tullio aveva, come la maggior parte dei triestini, quello per il mare: fortissimo nuotatore (si curava, per allenamento, una cinquantina di vasche il pomeriggio) si era appassionato di wind-surf, passione che nel tardo pomeriggio del 26 ottobre permise ad un fatale incidente di stroncargli la vita.
                                                                                      Mario Gherbaz

Bibliografia speleologica

-1961 : Grava II di Sarrauto, Campagna speleologica sul monte Alburno, agosto 1961, Trieste 1961: 16
-1962 : III Corso della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI, Trieste, 19/28 agosto 1962, Rass. Spel. It., 14 (4): 379-381
-1963 : La Grava dei Gatti, Atti del IX Congr. Naz. di Speleologia, Trieste, sett.-ott. 1963, Como 1965
-1964 : La Grava del Confine e sua relazione col reticolo idrografico del Paleoauso, Atti del VI Conv. di Speleologia dell’Italia Centro Meridionale, Firenze 1964: 176-183
-1965 : La Grotta della Fornace (3913 VG) e l’antico reticolo idrografico del Solco di Aurisina, Atti e Memorie della Comm. Grotte “E. Boegan”, V: 73-91
-1965 (con Vianello M.): Campagne esplorative della Commissione Grotte “E. Boegan” sull’altipiano del Monte Canin nell’anno 1964, Rass. Spel. It., 17 (1/4): 89

Ulteriori notizie su Tullio Piemontese si possono trovare in:

Meng G., 1985: Tullio Piemontese, Alpi Giulie79/2: 69-70