GROTTA INCLINATA PRESSO BATTEI (777/343 FR)
Pubblicato sul n. 46 di “Progressione “ – anno 2002
PREMESSA
La grotta, rilevata per la prima volta da Bruno Alberti il 12 luglio del 1953, è sempre stata nel mirino di chi da anni sta affrontando le ricerche speleologiche nella zona di Pradis di Sotto (ex Gerchia), ma da parecchio tempo la sua localizzazione era rimasta un grosso mistero in quanto mai più ritrovata.
Da dati inseriti nel Catasto Regionale e in quello della Commissione Grotte, la sua posizione era alquanto insicura (con coordinate polari tramutate in geografiche) e la descrizione del percorso per raggiungere l’imbocco era del tutto insufficiente. Unico dato importante nella parte descrittiva era che si trovava in una piccola depressione del terreno a pochi metri dalla strada, oltrepassato il centro abitato di Battei, dal paese di Gerchia in direzione Campone.
Dopo numerose ricerche in tutti gli avvallamenti del terreno sul lato destro e sinistro della strada superato Battei fino a quasi Tunulins, si concentrarono le attenzioni in un pozzo a cielo aperto di circa otto metri davanti a Sandrins. Questo, occluso sul fondo da un grosso deposito di materiale da risulta, rifiuti di vario genere e grossi massi, era quindi reso inesplorabile salvo un grosso lavoro di disostruzione, quasi impensabile per la mole di lavoro da effettuare.
Ultimamente, dopo ulteriori battute di zona, si seguì da dietro Battei una vecchia mulattiera, ora risistemata e pulita dai numerosi sterpi che vi crescevano per mano degli appassionati di mountain bìke, fino ad arrivare ad un’ampia depressione non precedentemente notata, con al fondo un pozzo. Si capì quasi immediatamente che la strada indicata dall’Alberti non era quella che oggi si percorre in automobile, ma era la mulattiera ora ritransitabile.
Alla base del pozzo d’accesso ci si rese conto che era proprio questa la Grotta Inclinata che per tanti anni, almeno noi, non avevamo più localizzato ed esplorato.
DESCRIZIONE
Sul fondo di una grossa dolina prati-va, con le caratteristiche tipiche di inghiottitolo delle acque che si convogliano dai terreni parzialmente ricoperti da flysch più a monte (versante Nord), si apre il pozzo d’accesso della cavità (P.to 0).
Questo, suddiviso a metà da un grosso ponte naturale, con orientamento NESW, ha una profondità di 17 metri. Allasua base (P.to 1) ben si notano le morfologie principali, caratterizzate fondamentalmente dal notevole flusso d’acqua che precipita al suo interno durante i periodi piovosi.
Alla base della parete posta sul lato SE, un basso pertugio immette nella grossa faglia che vedrà interessata tutta la cavità fino alla sua parte finale. Questa, con orientamento NNW-SSE e un’inclinazione media di 700, viene normalmente percorsa alla sua base nella parte iniziale da acque di percolazione provenienti dal pozzo d’accesso e dai piccoli camini posti nella prima parte (P.to 2).
Durante periodi nei quali la piovosità esterna risulta elevata, il flusso d’acqua èda ritenersi certamente di molto superiore se non addirittura in grado di raggiungere portate simili ad un piccolo torrente; questo in relazione ai numerosi pezzi di legno e foglie rinvenute anche a più di un metro d’altezza dal suolo e sulla normale linea di scorrimento delle acque.
La cavità, oltre ai primi grossi massi di crollo (P.to 2), prosegue con un breve salto di 3,5 metri, superabile esclusivamente con l’utilizzo di una corda.
Sotto questo, l’ambiente si fa più ampio causa il parziale distacco di grossi massi del piano di faglia della parte più alta della volta (P.to 3) ed uno di questi, di grosse dimensioni, venutosi ad incastrare alla base, dev’essere superato con una breve arrampicata.
Proseguendo nella discesa, si incontra un successivo salto di 3,5 metri (P.to 5) da superare anche in questo caso con un pezzo di corda. Ora la grotta si innalza bruscamente nel suo lato NE, seguendo la direzione di inclinazione della faglia, fino a raggiungere nella parte più alta (P.to 15 e 16) un ampio terrazzo. Questo ha sul suo soffitto in direzione Nord un caratteristico meandro con il pavimento sfondato, segno evidente di un arrivo secondario di vie d’acqua, oggigiorno quasi certamente non più attivo.
Tutta la parete prospicente risulta però completamente levigata dal lavorio corrosivo ed erosivo dell’acqua, cosa che fa supporre, durante i periodi piovosi, un forte afflusso idrico che si convoglia alla base del terrazzo e tramite uno stretto meandro scenda in profondità sino a raggiungere la via principale alla base del pozzo interno di 7 metri (P.to 11). Questa stretta via è solo parzialmente visibile a metà della risalita verso il terrazzo (P.to 14) in un pozzo cieco di 5 metri con alla base un breve cunicolo in direzione Nord ed uno in direzione SSE.
Sul lato posto a Sud del terrazzo, con una arrampicata su una cengia instabile causa grossi massi e depositi asciutti d’argilla, si arriva quasi sulla volta della cavità; qui, attraverso un basso passaggio (P.to 17), si sbuca in una successiva cavernetta di metri 12x4x6. Questa, orientata in direzione NE-SW, ha fra i grossi clasti presenti al pavimento, uno stretto passaggio verticale (P.to 19) che risulta difficilmente superabile date le sue ridotte dimensioni nonostante il lavoro di allargamento che è stato intrapreso. Al di sotto della strettoia due piccoli rami laterali occlusi, l’uno da massi, l’altro da argilla, non permettono di proseguire lungo la parte alta della faglia.
Sulla parte posta sul versante SE, alcuni terrazzi ingombri di massi ed un successivo basso passaggio, fanno congiungere questa parte di cavità con quella più bassa fino a raggiungere un terrazzo di argilla (P.to 9).
Ridiscendendo dalla parte alta della cavità fino a raggiungere nuovamente la base della faglia (P.to 6), in corrispondenza di un grosso ponte naturale, si notano ampi segni di crollo, anche recenti, quasi certamente provocati da svuota-mento da parte delle acque di depositi di argilla che mantenevano cementate le pietre.
Proseguendo in discesa, si arriva ad un ultimo salto di 7 metri (P.to 10), particolare per la sua caratteristica forma di levigatura della parete Nord da parte dell’acqua: sono messi in risalto in modo evidente le presenze di fossili dei ”calcari a Rudiste”.
Sotto questo la cavità assume una fisionomia “a meandro” (P.to 11) fino a sbucare in una caverna di dimensioni 7x6x9 metri. Particolare in questo punto sono le concrezioni calcitiche presenti sulla volta e sulla parete a SW, di lunghezza media attorno ai 30-50 cm. Una decina di metri sopra la sala, in corrispondenza del lato SSE della faglia, si trova un breve meandro concludentesi su di un tappo d’argilla.
Sul pavimento (P.to 12), in mezzo a delle pietre, un basso cunicolo porta alla conclusione della cavità (P.to 13) caratterizzata da depositi di argilla e nei quali l’acqua si ferma. Una breve diramazione laterale in direzione Ovest, pure questa ricolma d’argilla, non dà adito al proseguo della grotta.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Viste le particolarità morfologiche della Grotta Inclinata presso Battei, si è pensato di riportare sul rilievo topografico in modo sufficientemente preciso ed in una scala a non elevato fattore di riduzione (1:250), disegnando inoltre cinque sezioni trasversali in scala 1:100.
Il tutto è sicuramente di maggior aiuto per uno studio generale della zona carsica di Pradis, in correlazione con le altre importanti cavità quali le Grotte di La Vai, la non distante Fossa di Noglar e l’inghiottitoio a Ovest di Battei ubicato a non più di 50 metri dall’ingresso di questa.
Furio Bagliani
DATI CATASTALI
GROTTA INCLINATA Di BATTEI (777 REG / 343 VG)
CTR 1:5000 – Clauzetto – 048151 -Long.: 12° 52’ 31” 15 Lat.: 46° 14’ 57”50
Coordinate chilometriche: 2356152 – 5123875
Quota ingresso: m 608 slm Profondità: m 74,5
Sviluppo planimetrico: m 207
Pozzo d’accesso: m 17 – Pozzi interni: m 3,5 – 2,5 – 3,5 – 5 – 7
Rilievo: 24.5.1998
F. Bagliani (CGEB), R. Corazzi (AXXXO), G. Concina, E. Jeram (GSPradis),