Carso Classico

 

INDICAZIONI STORICHE E GEOGRAFICHE SUI LIMITI DI COMPETENZA DEL “CARSO CLASSICO”

Pubblicato sul n. 46 di “Progressione “ – anno 2002

PREMESSA

La speleologia triestina dovrebbe pren­dere una posizione in difesa del nome “Carso”, che è stato da sempre identificato con l’altopiano calcareo che sta alle spalle della città di Trieste. In seguito questo ter­ritorio è stato chiamato ‘Triestiner Karst”, poi “Carso Triestino” ed attualmente Carso Classico”. A questa area storicamente ap­partiene il nome Carso che le è stato tra­mandato dalle antiche civiltà preindoeuro­pee e che non va identificato con altri territori. Può certamente esistere un “Carso della Carniola” un “Carso lstriano”, ma aree diverse non potranno mai portare il nome di “Carso Classico”.

 UNA NUOVA PROPOSTA

F.    Sustersic (2000) – “Speleogenesis in the Ljubljanica River Drainage Basin, Slove­niat nel volume Speleogenesis — Evolution of Karst Aquifers, edito a cura della “Natio­nal Speleological Society’, ci racconta che il Carso Classico in Slovenia è considerato una figura geometrica a forma di triangolo, dove ai vertici si trovano le città di Lubiana, Fiume e Gorizia, mentre proprio al centro è posto l’istituto di Studi Carsici di Postumia. L’area viene divisa in: Basso Carso e Alto Carso, con una separazione lineare che da Gorizia per Postumia arriva a Fiume. Tutte le acque del Basso Carso sono tributarie del Mare Adriatico, mentre quelle dell’Alto Carso vanno in direzione del Mar Nero.
Il Sustersic ribadisce tale concetto trian­golare, in occasione del 10° lnternational Karstological School “Klassical Karst’: Types of Karst, Postojna, 25-28 June 2002.
Trattando dei: Types of Notranjska Karst, ci da una riconferma di queste sue intenzioni propositive affermando: ….. L’area del Carso Classico in Slovenia è considerata come un triangolo, ai cui vertici vi sono le città di Lubiana, Fiume e Gorizia. Una di queste sue linee di gravità corre da Lubiana a Trieste e l’attuale centro degli studi carsici a Postu­mia, si trova nel centro di gravità del trian­golo. Tradizionalmente l’area è stata suddi­visa in Basso Carso che si trova a SW di una linea che da Gorizia, attraverso Postu­mia, arriva a Fiume e l’Alto Carso che copre il resto del triangolo…
Dobbiamo ricordare al Sustersic che aI di qua della sua linea Gorica-Postojna­Rijeka, spartiacque tra l’Adriatico ed il Mar Nero, sia gli sloveni che gli italiani di que­ste terre di confine considerano invece che il Kras-Carso-Karst è il solo “Carso Classico”.

 VALUTAZIONI STORICHE

Da una ricerca svolta da A. Marussi (1946), troviamo che dal più lontano pas­sato ci sono stati tramandati dei precisi ri­ferimenti sul territorio carsico che si trova alle spalle di Trieste. Già nella celebre la­buIa Peutingeriana risalente al Il secolo dC., conosciuta da copia dell’originale ro­mano, databile attorno al XI secolo, è stata fatta una netta divisione tra il territorio car­sico che sta alle spalle di Trieste, identifica­to con il bacino del Fiume Timavo e quei territorio che sta oltre alla Soglia di Prevallo (Razdrto) ai Piedi del Monte Nanos, verso Postumia. A. Cucagna (1959), a questo pro­posito ci ricorda che: .. Dei molti fenomeni del mondo carsico della Venezia Giulia uno solo attirò, anzi totalmente polarizzò I ‘atten­zione degli scrittori classici: le risorgenze del Timavo interiore a S. Giovanni di Duino. Nella Tabula Peutingeriana è infatti se­gnata la Via Flavìa che partendo da Aquile­ia, passava per Fons Timavi e conduceva a Tergeste ed in lstria. Sempre da Aquileia, la Via Augusta Postumia invece oltre l’lson­zo ed il Frigido (Vipacco) portava In Alpe lulia nell’area oggi chiamata i-irusica, dai Romani Ad Pirum, località queste che sono di Tergeste, che in seguito è stato chiama­to Carso, Karst, Kras.
Passato il periodo medioevale, A. Cu­cagna (1959) afferma che era ormai pros­sima l’uscita definitiva: …. da un’epoca in cui era radicata convinzione che le opere dei classici bastassero alla conoscenza attua/e della Terra, nè si sentiva il bisogno di inda­gini dirette … I primi progressi, nel nostro caso, li dobbiamo a Pietro Coppo (1470-1555). Nella corografia sull’lstria, ci indica il Timavo come termine della penisola: .. se­cundo Strabone excelente Geographo Gre­co come(n)za dal fiume Timavo aver fonte (come dice Virgilio) che scorre per le fouee de Caciti castello in Cragna (si riferisce alle Voragini di San Canziano) et per subterra­nei meati sbocha dali monti de San Zuan de Duin.
Dalla analisi sulla storia della cartogra­fia giuliana di A. Marussi (1946), rileviamo che il cosmografo austriaco Wolfango La­zio, nel 1561 tra le molte carte geografiche, ha disegnato la: Principat. Goricens, cum Karstio et Chaczeol. Descripcio, in cui con grande evidenza il territorio del Carso è diviso dal rimanente della regione. Nel 1570 Abramo Ortelio nel suo celebre “Theatrum Orbis Terrarum” presenta oltre 70 carte, al­cune delle quali interessano la nostra re­gione tra cui la: Goritiae, Karstii, Chaczeo­lae, Carniolae, Histriae, et Windorum Marchae Descrip. La parola Karst qui com­pare nella parte meridionale del corso del Fiume Vipacco (Wipach), in quella setten­trionale appare la scritta: (Jnder Crain, Kac­zeola. Tra le due aree sono segnati dei monti che si identificano con il Monte Na­nos, da cui esce verso Sud il Frigidus (Vi-pacco). Alle spalle di Tergestum la scritta: S. Rasan, ubi Recca flu. absorbetur, in Ti­mavi fontibus erumpit. E la prima volta che nella stessa area troviamo assieme le paro­le Karst e Recca-TimavO. Negli anni 1569-1590 Gerardo Mercatore presenta la Vene­zia Giulia in una carta dal titolo: Forum lulium, Karstia, Carniola et Windorum Mar­hia, Dopo il 1604, altri cartografi, come Di Hondt e Jansson, pubblicano nuovamente l-listria et Windorum Marchia, ed altre anco­ra con i titoli: Karstia, Carniola, i-Iistria et Windorum Marchia.
Da un’analisi di una di queste carte ‘mercatoriane” e precisamente la Karstia Carniola Histria et Windorum Marchia, si rileva che è chiaramente espressa la pa­rola Karst ad indicare un’area tra il Vipac­co, l’lsonzo e la costiera Triestina, mentre verso NE compare la scritta Unter Crain. In questa carta mercatoriana troviamo im­portante scritta: Timavus flu(vius) in cuius fontes Recca flu(vius) per subterranea erumpit E anche qui riconfermato il lega­me che fin dalla più remota antichità esi­ste tra Timavo e Carso.
Sempre dal lavoro di A. Cucagna (1959), apprendiamo che nel 1611 compare la Nove descrittione della provincia dell’lstria di Ni­colà Manzuoli, dove si trova per la prima volta in un lavoro geografico la definizione del termine Carso. Il Manzuoli afferma che l’lstria confina’  in settentrione con il Friuli e l’Alpi dette Carso, che separano l’italia dalla Pannonia. Questo Carso detto antica­mente anco Giapidia comincia a 5. Giovan­nI di Duino al fiume Timavo e sempre ag­grandendosi vien a farsi una montagna larga, grande e sassosa chiamata dagl’lstriani la Vena e scorrendo arriva fino al monte nomi­nato Caldera, dai Croati Vercha e dai Pae­sani Monte Maggiore. A questo proposito èsempre il Cucagna a suggerirci che: . . certo però che il Carso per eccellenza fos­se, anche allora, l’altopiano ad Est e a Sud-Est di Trieste, quello cioè della Carsia Giulia.
È evidente che già in quei lontani tem­pi, per i geografi e gli studiosi c’era un Carso che diverrà “Triestino” ed un altro il carniolico ed infine l’istriano. E piutto­sto chiaro che il Carso Triestino, noto anche come Carsia Giulia, era il più co­nosciuto a causa del problema Timavo, argomento questo che già dal 10 secolo aO., Strabone così tramandò ai secoli futuri: .. .Posidonius tradit — flumen Time­vus e montibus dilatum voragine terrae adsorbevi sub qua, ubi per CXXX stadia decurrente, eum in mare effluere.

 GLI STUDI DEGLI ULTIMI DUE SECOLI

Già nei primi anni del XIX secolo furono gettate le basi delle conoscenze geologi­che del territorio che sta alle spalle di Tri­este, da parte degli studiosi inviati dall’Uffi­cio Geologico di Vienna. (I territorio venne chiamato “Triestiner Karst” e definita come un’unità geologico-geografica, bacino ipo­geo del Fiume Timavo.
Le guerre mondiali che sconvolsero l’Eu­ropa nel XX secolo, lasciarono in queste terre dei profondi segni nelle cognizioni geografiche. Tra il 1918 ed il 1945 il Triesti­ner Karst ed il Krainer Karst (o Krainer Kalk­Plateau) passarono all’italia e così divenne­ro “Carso Triestine” e ‘Carso Oarniolico’, per indicare rispettivamente l’area carsica costituente l’altopiano calcareo che sta alle spalle di Trieste, e le grandi aree carsiche delle Selve di Tarnova, di Piro e della Piuca.
Già dagli inizi degli anni ‘20, ci fu un notevole impulso per le ricerche speleolo­giche che si svilupparono in tutti questi territori che complessivamente costituirono la Venezia Giulia (le Alpi Giulie, gli altopiani calcarei di Tarnova, di Piro e della Piuca, il Oarso, la Cicceria e tutta l’lstria).
Nel 1924 in occasione del lx Congres­so Geografico Italiano, venne proposta la partizione del “Sistema Alpino” come era stato stabilito anche da tulle le altre nazioni che con le Alpi avevano un rapporto ‘geo­grafico”. Nella divisione in sottogruppi del­le Alpi Orientali, troviamo le Alpi Giulie e le Prealpi Carso.
Le Alpi Giulie sono comprese dal P.so di Camporosso al P.so di Vrata (Ad Est di Fiume – Aijeka). Limiti: P.so di Camporosso (m 797) – 1+ Fella – T. Aesia – P.so di Car­nizza (m 1101) – T. Uccèa – F. lsonzo – Vipacco – P.so di Preval (Aazdrto, m 577) -Depressioni del F, Piuca (Pivka) e del r. Timavo superiore (Reka) – Avvallamento Liburnico – Costa del Carnaro (Fiume-Rijeka) – P.so di Vrata (m 879) – F. Culpa – Depres­sione di Cocèvie e Ribnioa – Conca di Lu­bìana (Ljubljana) – F. Sava di Wurzen – Ftso di Ràtece (m 848) – Conca di Tarvisio – e si chiude al P.so di Oamporosso. La linea dorsale spartiacque, certa nelle Giulie dolomitiche, incerta nelle Giulie calcaree e quindi carsiche, inizia al Rso di Caniporos­so e raggiunge per creste la vetta del M. Tricorno (Triglav, un tempo conosciuto anche come Terglou), sempre per le dor­sali calcaree passa per la Porta di Postu­mia (Postojnska vrata), arriva al M. Nevoso (Sneznik, un tempo Schneeberg, antica­mente Albio) e termina al P.so di Vrata. Le Prealpi Carso e lstria, sono comprese fra il basso corso del F. lsonzo ed il Golfo del Carnaro (RI jecki zaljev); digradano dalle Alpi Giulie fino al mare. Limiti: Tutto il corso del F. Vipacco – P.so di Prevala (Razdrto, m 577) –  Depressioni del F. Piuca (Pivka) e del Timavo superiore (Reka) – Avvallamento Liburnico – Costa istriana e triestina – F. lsonzo – F. Vipacco.
Nel 1945 al termine deila Seconda Guer­ra Mondiale si ebbero delle conseguenze sulle valutazioni geografiche. La maggior parte del territorio della Venezia Giulia pas­sò alla Jugoslavia e dopo il 1990 fu diviso tra Slovenia e Oroazia. In territorio italiano rimase un ristretto lembo del Oarso Triesti­no. Tutti i nomi furono nuovamente cam­biati e lentamente, con grandi difficoltà ri­presero le ricerche ed ebbero inizio anche gli studi carsici su base geologica. Da par­te nostra venne eseguita una ricerca molto dettagliata, su quella piccola parte che ci rimase del Trìestiner Karst. Aprirono questo capitolo Carlo D’Ambrosi e Fabio Forti, chiarendo che si trattava di studi che ri-guardavano il Triestiner Karst nel suo com­plesso geologico e geografico. Così F. Forti & M. Masoli (1969), presentarono per la prima volta una cartina schematica con i limiti del Carso Triestino, che comprende­vano in gran parte anche il territorio ammi­nistrato dalla Jugoslavia. Questi limiti corri­spondevano alla così detta aniticlinale del Carso, dal Monte San Michele, lungo il bordo di sinistra orografica della Valle del Vipacco, la Soglia o Passo di Prevallo (Razdrto), la zona di Vremski Britof, dove il Fiume Timavo (Aeka) entra nei calcari dal Flysch che caratterizza il suo corso supe­riore: il limite si dirige poi verso la VaI Ro­sandra che divide il Carso dall’lstria, segue la costiera triestina, sorgenti del Timavo, Monfalcone, Monte San Michele. Indubbia­mente questo Carso Triestino, erede di nome del Triestiner Karst è anche ma direi sopra tutto, il bacino ipogeo del Fiume Ti­mavo e rappresenta così un altro tipo di unità, quella idreogeologica (Figura 1).
Per quanto riguarda gli studiosi sloveni, M. Plenicar (1960) presenta un impor­tante lavoro: The Stratigraphic Develop­ment of Cretaceous Beds in Southern Primorska (Slovene Littoral) and Notranjska (lnner Carniola). Anche il Plenicar divide nettamente il Litorale sloveno dalla Car­niola Interiore e l’area del Carso Triestino in territorio sloveno (allora iugoslavo) la denominò Trzasko-komensko planota. Nel corso degli anni la parte “slovena” del Carso Triestino, fu chiamata più sempli­cemente Carso Sloveno.
Il prof. France Habe di Postumia, gran­de studioso sloveno di carsismo, ebbe numerosi contatti con il carsista italiano Fabio Forti e assieme proposero verbal­mente” che il termine più appropriato sa­rebbe stato quello di Carso Classico che avrebbe potuto sostituire quello di Triesti­ner Karst al di qua ed al di là del confine di stato. Un po alla volta questa nuova definizione ebbe successo e divenne patrimonio comune per la speleologia e stu­diosi di carsismo.
Per finire, vogliamo considerare anche la proposta geologico-strutturale di L. Pla­cer (1981), che divide il Southern Primor­ska (Slovene Littoral) and Notranjska (In­ner Carniola) in: alloctono delle Selve di Piro e di Tarnova, parautoctono della piat­taforma di Comen (Comeno – nel Carso Classico), struttura embriciata della Cic­ceria, parautoctono della piattaforma di Koper (Capodistria), autoctono della piat­taforma istriana. Come si vede, sono del­le unità geostrutturali diverse appartenen­ti tutte al Sistema Dinarico.

 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Il Classical Karst triangle proposto dal Sustersic, è una figura geometrica e non geografica, una parte anche se minima, ma non per questo meno importate di detto triangolo ricade in territorio italiano. Per le ragioni storico-geografiche prece­dentemente esposte, questa proposta non la consideriamo valida. Ribadiamo la definizione e la descrizione dei “limiti del Carso Classico che sono stati anche re­centemente illustrati da F. Forti (2001).
Il Carso Classico non può essere altro che il territorio indicato come “Karst” dalla geografia seicentesca e “Triestiner Karst” dalla geologia ottocentesca.
Se un “centro” del Carso Classico si deve proporre, questo può essere sola­mente identificato nel sito delle Grotte di San Canziano o Skocjanske jame (dal 1986 parco mondiale dell’UNESCO) …ubi Recca fluvius absorbetur, in Timavi fonti-bus emumpit, e per l’antichità storica, que­sta sì classica: … voragine temrae adsom­bevi sub qua, ubi per CXXX stadia decurrente, eum in mare effluere (Posidonio di Apamea citato da Strabone – 10 secolo a O.).

 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Cucagna A. (1959) — Le conoscenze dei fenomeni carsici della Venezia Giulia sino alla metà del secolo XVII – Univ. Studi Trieste, Fao. Econ. comm., ist. Gecgr, (3): 1-SI, Trieste.
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D’Ambrosi C. (1972) — Il “Metodo della ricerca inte­grale sul carsismo” a proposito dei fenomeni carsici, paracarsici e pseudocarsici con particolare riguardo al Carso di Trieste – Atti dei Museo civico di Storia Naturale di Trieste – 28, (1). (5): 111-136, Trieste, FORTI F. (2001)— Descrizione e limiti del ‘carso clas­sico’- Illustrazione delle ricerche e motivazioni geo­logiche – Alpi Giuiie, 95, (2):24-3S, Trieste.
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Fabio Forti