LA GROTTA DELLE TORRI DI S. PELAGIO – 4205 VG

Pubblicato sul n. 38 di PROGRESSIONE – Anno 1998
Questa interessante cavità s’apre con un piccolo ingresso, tra rocce ed arbusti, che spesso risulta difficile da trovare. Il foro s’apre in un lieve awallamento tra campi solcati, circondato da cespugli e da una piccola quercia ricoperta d’edera. Ci si può aiutare anche con una linea elettrica che passa nelle vicinanze. La grotta infatti si trova ad un’ottantina di metri a NN0 da un evidente pilone.
S’inizia a scendere in modo malagevole passando sotto una caratteristica quinta di roccia. Ci si trova così in un pozzo ovale di quasi un metro per due, avente le pareti ben levigate. Dopo 5 metri di discesa si sbocca dall’alto, quasi alI’improvviso, in un’ampia sala. La discesa prosegue nel vuoto fino alla profondità di m 10, ove si tocca un terrazzo. Dopo altri 3 metri si giunge sul fondo detritico. La grotta è costituita principalmente da una sala di m 15 x 25, alla quale si arriva tramite il pozzo d’accesso dal lato NE. Il suolo è trasversalmente inclinato da NE verso SO ed è ricoperto nella parte centrale da grossi blocchi. Dei grandi gruppi colonnari, ovvero delle potenti colate calcitiche che hanno collegato il suolo con la volta e che giustificano il nome alla cavità, sono ubicati perlopiu sul lato N e S. Sul lato N infatti troviamo un enorme gruppo colonnare che crea due camere distinte ubicate su piani diversi. Dalla camera di NE, alla quale si giunge col pozzo d’accesso, è possibile tramite due strette ed alte fessure tra le colonne, giungere dall’alto alla camera di NO, cita ad un piano inferiore. Sempre nella camera di NE, dal terrazzo che si tocca con la discesa del pozzo d’accesso, tramite due fori, si giunge in una cavernetta, che porta in breve sull’orlo di due pozzi. Uno di essi, dopo poco, si divide in due fessure che diventano ben presto inaccessibili; l’altro, dopo una decina di metri, immette in un secondo pozzo, pure esso di m 10, ma la cui visita riesce tutt’altro che facile a causa di un’impegnativa strettoia orizzontale posta al suo inizio. Dalla camera di NO si sviluppa una bassa galleria di m 12 che termina con due cavernette in salita.
Molto articolate e complesse si presentano alcune diramazioni che si estendono al lato sud della sala. In prossimità di una grande colonna è possibile scendere in una successione di due pozzetti che presentano tre brevi cavernette laterali. Poco più avanti, dopo un breve tratto in salita, si può scendere in un pozzo ben concrezionato, con due impegnative strettoie, rispettivamente alla profondità di 2 e 9 metri. Esso termina con un meandro lungo una decina di metri. Alla metà di questo pozzo si può imboccare una finestra che, tramite un cunicolo di 3 metri, conduce ad una cavernetta inclinata terminante con uno stretto pozzetto. Ritornando alla sommità del pozzo, nell’estremo angolo sud della sala, si può imboccare un altro cunicolo che si innesta lateralmente in un’ampia e bassa cavernetta dal suolo inclinato.
Un’ultima diramazione si può raggiungere tramite un’arrampicata di quasi 4 metri al lato sud-ovest della sala. Raggiunto così un evidente foro che si nota quasi sulla volta, si possono visitare altre due cavernette separate da una strettoia e per uno sviluppo complessivo di m 20.
Dati catastali:
CTR 1:5000 S. Pelagio 13″40’57″7-45″45’52″9,
IGM 1 :25.000 Duino 1°13’48”-45°45’47”,
quota ingresso m 202, sviluppo m 214, profondità m 32, profondità pozzo accesso m 12,8, pozzi interni m 3,8/ 10/ 10/ 4,5/ 2,8/ 5,5/ 12,5,
rilievi precedenti Bussani, Guidi 25-21963, Marini, Cocevar 15-2-1970, rilievo attuale Mikolic 22-1 -1995.
Umberto Mikolic