La LINGUA Dl CERVO (Phyllitis scolopendrium (L.) Newm. sul Carso Triestino
Pubblicato sul n. 33 di PROGRESSIONE – Anno 1995
GENERALITA
La Lingua di Cervo (Phyllitis scolopendrium (L.) Newm.) e una caratteristica Felce che si sviluppa nelle voragini, nei pozzi, nei baratri e talvolta in alcune profonde doline di crollo del Carso triestino. L’inconfondibile forma allungata della brillante fronda verde, con la base cuoriforme e I’apice acuto, la rende ben presto riconoscibile e familiare anche agli speleologi che ne ravvisano la presenza soprattutto sulle umide e fresche pareti delle profonde cavità carsiche durante le impegnative ma entusiasmanti discese effettuate con la corda o la scaletta. Se ci si attiene alle osservazioni ed ai rilievi speleobotanici del secolo scorso, ma anche a quelli dei decenni appena decorsi ed a quelli degli ultimi anni, si deduce come la Lingua di Cervo risultasse tempo addietro sicuramente più diffusa nelle cavità carsiche; ora essa si sviluppa, a volte in modo abbondante ma sempre più spesso con presenza scarsa e sporadica, in appena un ridotto numero di cavità, poco più di una quarantina. II clima carsico, sempre più secco e meno continentale, con le temperature invernali meno rigide e con minor quantità di precipitazioni anche se meglio distribuite risulterebbe essere una delle maggiori cause della progressiva rarefazione o, in alcuni casi, della totale scomparsa di Phylitis scolopendrium dalle cavità dell’altipiano. E sono effettivamente ancora in numero minore -appena una ventina le cavità ove la Felce trova attualmente condizioni buone o pressochè ottimali per un rigoglioso sviluppo vegetativo.
CARATTERI MORFOLOGICI ED ECOLOGlCl
Phyllitis scolopendrium (L.) Newm. (=Scolopendrium officinarum Swartz; Asplenium Scolopendrium L.; Scolopendrium vulgar. Sm.), con denominazioni italiane più usuali di Lingua di Cervo. Lingua Cervina, Lingua da Pozzi, Scolopendria comune e Milzaia, e una Pteridofita (Ordine Filicales) appartenente alla Famiglia delle Aspleniaceae (=Polypodiaceae). Colonizza boschi umidi, rupi e pareti rocciose di imboccature di pozzi, di voragini e di caverne, soprattutto calcaree. La si rinviene dal livello del mare sino a circa 1000 m d’altitudine. II periodo di sporificazione può variare durante I’anno in dipendenza delle particolari topoclimatiche e microclimatiche: generalmente esso si attiva tra i mesi di giugno e di ottobre.
La Lingua di Cervo è specie emicriptofita, cioè perennante per mezzo di germogli disposti alla superficie del terreno e protetti, nella stagione fredda, dai residui della porzione morta. E’ specie circumboreale mediamente sciafila, che predilige siti di media umidità e suoli mesotrofici (pH compreso fra 5,5 e 8) di clima suboceanici e di zone collinari-montane.
La lunghezza della fronda verde lucente varia generalmente fra 15 e 60 cm, anche se in alcuni pozzi carsici sono state individuate e misurate fronde di lunghezza superiore, aggirantesi sugli 85-90 cm; come ad esempio nella 3763 VG (Baratro a N di Bristie) e nella 4286 VG (Grotta del Monte Napoleone) che risultano peraltro le due cavità carsiche con maggior abbondanza e rigogliosità della specie, in rapporto alla superficie occupata.
Phyllitis scolopendrium appartiene di norma all’associazione della “Lingua cervina e della Plagiochila delle caverne (“Phyllitido- Plagiochiletum cavernarum Tomazic 46. razza carsico-litoranea).
Plagiochila delle caverne (Plagiochila asplenioides f. cavernarum) è una briofita (Classe Hepaticae) a simmetria dorso-ventrale che in questa associazione assume il ruolo di specie caratteristica; Phyllitis scolopendrium vi figura, assieme al Polipodio sottile (Polypodium inteqectum) ed a Moehringia muscosa (Moehringia muscosa), quale specie ancora caratteristica, ma d’alleanza.
Questa associazione e generalmente presente nella zona subliminare delle cavità ipogee ove può giungere, soprattutto nelle profonde voragini carsiche, sino a circa 25m. A quote inferiori subentrano Muschi vari, tra cui piuttosto comune risulta Thamnium alopecurum.
Nell’ambito di una serie di studi ecoclimatici, risalenti agli anni ’80 e relativi alla variabilita del Polipodio comune (Polypodium vulgare), e stato precisato pure il comportamento della Lingua di Cervo. Considerando quali parametri ecoclimatici la temperatura, I’umidita relativa e la radiazione luminosa, si è notato come quest’ultima specie tendesse ad occupare, nelle cavità carsiche considerate, un’area compresa fra i 15 ed i 25 m di profondità e come essa mirasse a concentrarsi soprattutto sui versanti orientale e meridionale. A profondità maggiori risultavano presenti soltanto pochi ed isolati indi individui, intesi quali possibili “forme giovanili”. Questo comportamento della Lingua di Cervo è stato più volte notato e verificato, anche in tempi molto recenti, in tutte quelle cavità, non necessariamente profonde, ove essa risultava presente con rigoglioso ed ampio sviluppo vegetativo. Il numero cromosomico della specie è 2n =72.
In passato la Lingua di Cervo godeva di notevole considerazione nella medicina popolare. lnfatti essa rappresentava un elemento costitutivo di miscele per tisane ed espettoranti in caso di bronchiti e di tubercolosi polmonare. Talvolta veniva utilizzata quale rimedio per combattere i catarri intestinali cronici e per alleviare i dolori alla milza ed al fegato. Attualmente viene impiegata per le sue proprieta diuretiche, mucillaginose ed astringenti in sostituzione della Cedracca (Ceterach officinarum).
DISTRlBUZlONE PASSATA ED ATTUALE

La Lingua di Cervo (ted.: Hirschzunge; slov.: Jelenov jezik) è specie originaria delle zone circumboreali dalle quali si e progressivamente irradiata verso quelle temperate, sia europee che asiatiche, africane e sudamericane. Nella nostra Penisola essa e frequente sulle Alpi; scende tuttavia nella Padania e, a latitudini più basse, sino in Sicilia, in Sardegna ed in Corsica.
Nel Friuli-Venezia Giulia la specie è distribuita dal Friuli sub-montano alla zona Carnica inferiore, nelle valli del Natisone e nel Goriziano. Scarseggia invece nel Tarvisiano. In Slovenia e presente in numerose cavità situate poco oltre I’attuale confine di Stato (dintorni di Obrovo, di Marcossina, di Scadaussina, di Odolina, di Dwaccia, di San Canziano, di Sesana, di Comeno e di Bre- stovizza) e,nella zona dell’Alto Carso, nelle Selve di Tarnova e di Piro.
Sul Carso triestino la Lingua di Cervo e stata segnalata sin dalla fine del secolo scorso dagli autorevoli botanici locali, quali il Marchesetti ed il Pospichal, ma sempre in modo piuttosto generico, mai ben particolareggiato; ciò è evidentemente dovuto sia all’allora scarsa conoscenza della precisa ubicazione delle cavità, sia alla difficoltà di accedere in quelle conosciute.
Marchesetti citava peraltro frequente la specie sulle pendici muscose ombreggiate e nelle vallecole del Carso di Gabrovizza, di Nabresina (Aurisina), di Opicina, di Orleg, di Sesana,di Divaccia, di San Canziano, di Rodig (Roditti) e di Odolina. Della specie Pospichal dava una più ampia distribuzione regionale e, riferendosi specificatamente all’altipiano carsico, la ricordava presente nella Conca di Orleg ed in alcune doline di Lipizza e di Corgnale. Ne menzionava pure una stazione rigogliosa, non però logicamente spontanea, nel parco di Miramare di Trieste. Negli anni 30 Antonio Ivancich, considerando con particolare attenzione la flora cavernicola carsica sia nel “Duemila Grotte” che in vari altri contributi, citava a più riprese la Lingua di Cervo fornendo di essa un adeguato profilo ecologico. Ma è Friedrich Morton, uno dei massimi e più attivi speleobotanici del territorio carsico che, soprattutto negli anni ’30 -’40, delineò dettagliatamente, oltre a quella delle altre speleospecie, la distribuzione di Phyllitis scolopendrium. Nei suoi vari contributi, anche a carattere monografico, relativi alle numerose cavita carsiche attualmente in territorio sloveno (Grotte di San Canziano, Grotta di Caste! Lueghi, Grotta di Postumia, Cavernone di Planina o di Caccia, Doline e Grotte del Rio dei Gamberi, Grotta Nera, Abisso della Piuca) citava infatti, in copiosi e minuziosi rllievi, la presenza della Lingua di Cervo con le diverse associazioni nelle quali la specie esisteva. Alcune relazioni dell’illustre studioso riguardano pure significative cavità del Carso Triestino, come ad esempio la Grotta dell’orso (7 VG) e I’Ercole (6 VG), cavità nelle quali la Lingua di Cervo allora si sviluppava rigogliosa Come gia inizialmente rilevato, Phyllitis swlopendrium e ora presente nelle cavità carsiche in quantità ridotte ed in condizioni meno floride rispetto a quelle passate. Fra le diverse possibili cause della sua rarefazione o totale scomparsa, plausibile – come già ipotizzato – sembra essere quella relativa alla variazione climatica in atto.
E particolarmente sensibile risulta, anche sull’altipiano carsico, la diminuzione della quantità delle precipitazioni e la variazione del regime pluviometrico. Le precipitazioni sono in effetti diminuite, in questi ultimi decenni, in media del 10% e, fatto significativo, le massime diminuzioni si sono registrate nelle stagioni primaverili ed autunnali, cioe proprio in quelle che precedentemente risultavano statisticamente di massima piovosità. Esse sono peraltro aumentate nella stagione invernale, comportando una loro più equa distribuzione annuale. Tutto ciò potrebbe aver influito su Phyllitis swlopendrium limitandone la distribuzione e lo sviluppo vegetativo. Da indagini bibliografiche effettuate su rilievi speleobotanici d’inizio secolo e da osservazioni svolte nelle cavità carsiche nel corso di questi ultimi decenni, riportiamo nella tabella N. 1 alcune cavità, fra le più note, nelle quali la presenza della Lingua di Cervo risultava certa e dalle quali essa è progressivamente scomparsa. Nella sottostante tabella N.2 vengono invece riportate le cavità del Carso triestino ove la Lingua di Cervo risulta attualmente presente. Di ogni cavità, oltre al numero catastale è indicata la relativa quota d’ingresso, la località prossima e la presenza (+ scarsa. ++ discreta, +++ buona, ++++ molto abbondante e rigogliosa) di Phyllitis scolopendrium.
TAB. N. 1 | ||
VG | Denorninazione della cavità | Località prossima |
2 | Grotta Gigante | Borgo G.Gigante |
7 | Grotta dell’orso | Gabrovizza |
39 | Grotta delle Torri di Slivia | Slivia |
62 | Grotta dell’Alce (Tilde) | Gabrovizza |
99 | Spaccatura presso Borgo Grotta Gigante | Borgo G.Gigante |
160 | Abisso del Colle San Primo | Prosecco |
242 | Grotta di Ternovizza | Ternova Piccola |
834 | Pozzo a N di Trebiciano (P. del Guardiano) </t d> | Trebiciano |
1103 | Pozzo a NE di Basovizza (Globocak) | Basovizza |
1778 | Grotta del Bersaglio Militare | Prosecco |
2432 | Grotta del Frassino | Fernetti |
2837 | Baratro di Basovizza (Sterpacevo) | Basovizza |
3921 | Antro presso Prosecco | Prosecco |
________________________________________________________________

Dall’esame delle 43 cavità carsiche attualmente ospitanti la Lingua di Cervo, indicate nella tabella N. 2, si può notare come la più bassa in quota di esse sia la 368 VG (Pozzo presso I’ex stazione di Duino) con I’ingresso posto a soli 60 m sul livello del mare, mentre quella di maggior altitudine sia invece la 816 VG (Grotta ad W del M. Voistri) con I’apertura situata a 457 m.
La cavità più ad ovest e ancora la 368 VG con una longitudine di 1°9’54” E, mentre quella più ad est e la 294 VG (Voragine di San Lorenzo) con longitudine di 1°25’28″ E. Questa stessa cavità e anche la più meridionale con latitudine di 45°37’46″30 N. Per contro, quella più a nord è la 2710 VG (pozzo presso Precenico) con latitudine di 45°48’50” N. Periodici sopralluoghi alle 43 sopracitate cavità, con i relativi rilievi speleobotanici e topoclimatici, potranno nel prossimo futuro meglio chiarire, al variare della situazione climatica, la distribuzione e la specifica ecologia della Lingua di Cervo.
Elio Polli
TAB. N. 2 | |||||
VG | Denominazione della cavità | Quota | Loc. pross. | Presenza |
|
6 | Grotta Ercole | 230 | Gabrovizza | + |
|
23 | Grotta Plutone (Jama Dol) | 362 | Basovizza | ++ |
|
27 | Grotta presso Trebiciano (v Mancach) | 337 | Trebiciano | + |
|
46 | Abisso (1) di Gropada | 412 | Gropada | ++ |
|
54 | Pozzo di Gropada | 392 | Gropada | ++ |
|
83 | Grotta presso Trebiciano | 350 | Trebiciano | +++ |
|
89 | Grotta Nemez | 148 | Aurisina | +++ |
|
90 | Grotta Noe | 200 | Bristie | ++++ |
|
97 | Grotta dei Cacciatori (=I032 VG) | 185 | Slivia | +++ |
|
118 | Burrone presso Basovizza | 372 | Basovizza | +++ |
|
139 | Pozzo dei Colombi di Santa Croce | 155 | Santa Croce | ++ |
|
155 | Abisso della Volpe | 275 | Fernetti | +++ |
|
157 | Abisso fra Fernetti e Orle | 326 | Fernetti | +++ |
|
162 | Pozzo tra Gabrovizza e Sgonico (Jablenza 2) | 253 | Sgonico | ++ |
|
163 | Grotta Jablenza (Grotta del Diavolo) | 260 | Sgonico | +++ |
|
185 | Abisso presso Opicina Campagna (fovea Penefone) | 307 | Opicina Camp. | +++ |
|
273 | Pozzo presso Gropada (“Pignatdn”) | 386 | Gropada | +++ |
|
294 | Voragine di San Lorenzo (Jama “Oslinka”) | 380 | San Lorenzo | +++ |
|
368 | Pozzo presso I’ex stazione di Duino | 60 | Duino | + |
|
592 | Pozzo II di Fernetti (‘Pocle” =1272) | 325 | Fernetti | ++ |
|
816 | Grotta a W del Monte Voistri (Jama Nemceva) | 457 | Colludrozza | ++ |
|
822 | Fovea Maledetta (Dovrebi Jama) | 210 | Bristie | +++ |
|
823 | Pozzo di Gabrovizza (Berlova Jama) | 224 | Gabroviua | +++ |
|
827 | Pozzo a NE di Villa Opicina (Jesenova Dolina) | 293 | Villa OpiCina | +++ |
|
844 | Grotta Luksa (pozzo a N di Prosecco) | 244 | Prosecco | ++ |
|
851 | Grotta Verde | 227 | Gabrovizza | + |
|
1216 | Grotta a S di Monrupino | 322 | Zoila | ++ |
|
1475 | Pozzo press0 Prosecw (Luksa 2) | 245 | Prosecco | ++ |
|
2156 | Gmtta presso Zolla (pozzo Rosica, Grotta Scarica) | 315 | Zolla | ++ |
|
2710 | Pozzo presso Precenico | 192 | Precenico | ++ |
|
2955 | Fovea delle Rocce | 260 | Prosecco | + |
|
3763 | Baratro a N di Bristie (‘Baratro Phyllitis”) | 236 | Bristie | ++++ |
|
3824 | Pozzo dei Tronchi (Jarna v Borsticu) | 315 | Sales | ++ |
|
3913 | Grotta della Fornace (Jama Jepavkna) | 208 | Aurisina | ++ |
|
3926 | Pouo VI presso Prosecco | 246 | Prosecco | + |
|
4000 | Grotta della dolina del Francese | 257 | Prosecco | ++ |
|
4109 | Baratro degli Orsi (Piccola Lepineux) | 288 | B.Grotta Baita | + |
|
4203 | Caverna a NW di Fernetti (‘Perle 2″) | 322 | Fernetti | +++ |
|
4286 | Grotta del Monte Napoleone | 135 | Slivia | ++++ |
|
4328 | Baratro a NO di Baita | 235 | Slivia | +++ |
|
4444 | Baratro presso Monrupino | 317 | Zolla | +++ |
|
4989 | Baratro del Casello ferr. di Opicina Campagna | 310 | Opicina Camp. | +++ |
|
5617 | Baratro sotto il Piccolo Lanaro | 427 | Rupingrande | + |
|