La Sima Churun

 

La Sima Churun (SIMA AUYANTEPUY NORTE 2)

Panoramica del Campo 1 pressa a Sima Churun (Foto E. Preziosi)

 Descrizione della piattaforma

La Sima Churun si trova su un pianoro di quota circa 1.450-1.500 metri che si apre sulla destra orografica della valle Aonda; le coordinate geografiche, ricavate tramite GPS, sono: 6°” 01° 13 N; 62° 36′ 02″ W. Il bordo occidentale del pianoro coincide con la scarpata esterna del tepuy, dove questo si affaccia sulla valle dell’Aonda. Ad Est e Sud il piano è limitato da pareti verticali, di altezza stimata attorno al centinaio di metri, oltre cui si estende un terrazzo più alto; da questo terrazzo (piattaforma superiore) scende in cascata. visibile anche in massima magra, un corso d’acqua.
Il campo (“Campo 1”) è stato posizionato su una superficie rocciosa, praticamente priva di vegetazione, per cui è stato necessario fissare i tiranti delle tende a spuntoni di roccia o a tasselli. Il più vicino punto di accesso ad un corso d’acqua (Rio 1”) , era a 5 minuti di cammino (circa 160 metri in direzione SE). La temperatura. rilevata al campo nei primi giorni tra le 6:00 e le 23:00, si è mantenuta in media fra 15 e 27 °C circa; il valore minimo è stato registrato al mattino (14,5 °C), il massimo (26,9 °C) fra le 11 e le 14 del primo giorno.
Nei giorni successivi le piogge continue e la copertura nuvolosa quasi costante hanno mantenuto i valori massimi inferiori ai 23 °C. Il piano è interessato da un intrico di fratture, allargate dall’erosione, larghe da pochi centimetri a un paio di metri e profonde alcuni metri, con direzioni prevalenti NE-SW e NNW-SSE.
In una prima ricognizione è stata raggiunta la base della cascata proveniente dalla piattaforma superiore, posta a Sud-Est del campo. La breve distanza, stimata circa 400 metri. ha richiesto ben due ore di marcia, a causa della vegetazione fitta (boscaglia alta circa tre-quattro metri) e del caos di blocchi ricoperto da muschi, felci e tronchi marcescenti che costringono a lunghi e viziosi giri. L’acqua, alla base del salto, si perde fra blocchi di grandi dimensioni, per poi ricomparire più a valle all’interno di una spaccatura.
Successivamente sono state raggiunte delle piccole cavità alla base della scarpata, all’estremità sud-occidentale del pianoro.
Le cavità, scarsamente concrezionate all’interno, hanno uno sviluppo orizzontale di poche decine di metri. Anche In questo caso il tempo necessario per raggiungerle (circa un’ora) è stato notevole al confronto con la distanza dal campo (stimata attorno ai 700-800 metri).
La piattaforma è interrotta da una profonda ed ampia depressione, di direzione ENE-WSW con un ramo minore in direzione NW-SE, che si apre verso Ovest sulla valle dell’Aonda; più a Sud, individuata nei primi giorni di ricognizione con I’elicottero, si apre una sima (Sima Auyantepuy Norte 2 o Sima Churun), allungata in direzione EW, all’interno della quale scendono in cascata due torrenti che drenano parte delle acque dell’altopiano: è su questa che si sono concentrate le ricerche.

Alla base della cascata nella Sima Churu (sima Auyantepuy Norte 2) (Foto E. Preziosi)

Descrizione geomorfologica della sima

La Sima Churun (Sima Auyantepuy Norte 2) è larga 60 metri, lunga circa 250 e profonda 232 metri all’estremità orientale.
Sul fondo, tra i blocchi di frana, si accede ad un sistema ipogeo sviluppato su fratture di direzione E-W e NNW-SSE, esplorato per 160 metri di sviluppo e 65 metri di profondità. La voragine si sviluppa in una successione quarzarenitica apparentemente omogenea, con colore dal rosso mattone al rosa chiaro, con frequenti laminazioni incrociate, stratificata In livelli di alcuni decimetri di spessore che costituiscono delle bancate di alcuni metri; la successione è interrotta a   circa 60 metri dal bordo da un livello fittamente stratificato.
All’interno della cavità che  si sviluppa al fondo della sima, compaiono  nella roccia frequenti ciottoli di quarzo di  colore bianco o ialino ed un livello con blocchi litici costituiti da arenarie rosse con laminazioni grigie e nere. Le pareti settentrionale e meridionale della cima sono entrambe inclinate di circa 75° verso Nord e leggermente svasate verso l’alto (sezione 6.6′). Sul lato nord-orientale della sima un corso d’acqua scende in cascata, emergendo da una frattura a circa metà altezza della parete.

Durante i primi giorni, che hanno coinciso con una fase di magra del regime idrico, la cascata era alimentata con una portata di pochi litri al secondo. Nei giorni successivi la portata e aumentata progressivamente, in seguito alle piogge, fino a diverse decine di litri al secondo, senza creare problemi all’esplorazione.

La Sima Churun all’alba vista dal bordo della piattaforma (Foto E. Preziosi)

L’ingresso della grotta (indicata nel rilievo come “diramazione Churun”), ben nascosto tra i blocchi di frana, è stato individuato seguendo il rumore dell’acqua.
Si scende inizialmente nella frana. poi si prosegue in un sistema di diaclasi orientate  rca E-W, sino a raggiungere il corso d’acqua sotterraneo (-65 metri dall’ingresso, – 297 metri dal bordo della sima).
L’esplorazione si è fermata a -65 metri. dove il corso  d’acqua prosegue il suo percorso sotterraneo in direzione Ovest infilandosi in una  stretta frattura.

Note tecniche

 La discesa e stata attrezzata nel settore centrale della parete Nord, utilizzando esclusivamente Spit Fix da 8 mm. Nella prima trentina di metri si scende in parete: per evitare che la corda toccasse sugli strati più sporgenti è stato necessario frazionare in 9-10 punti. Quindi la parete comincia a rientrare con dei tetti e la calata prosegue in libera per 90 metri, terminando a -126 su un masso. Di li si può scendere sul lato Nord (un salto di circa dieci metri) fino a -155, terminando ai piedi della cascata del Rio 1. che si infiltra rapidamente nella frana.
Scendendo verso Est si arriva, con un salto da trentacinque e uno da trentadue metri. all’inizio di un cumulo di blocchi; si scende quindi per altri quaranta metri di dislivello sulla frana (le rocce sono molto scivolose). fino al fondo (-232 metri). Dal pertugio che dà accesso alla parte sotterranea si scendono due salti di sei metri ciascuno all’interno della frana (armi naturali); quindi si scende nella diaclasi (tre salti da quindici, otto e dodici metri) fino ad arrivare ad un tratto in galleria. al termine del quale un ultimo salto da dieci metri porta sul corso d’acqua.
La roccia, ottima e compatta all’esterno, presenta all’interno della grotta caratteristiche meccaniche pessime. spesso non sufficienti alla tenuta dei Spit Fix. Per attrezzare le calate è stato necessario, a volte, utilizzare dei massi incastrati o altri sistemi “di fortuna”.
Elisabetta Preziosi, Paris Scipioni