AUSTRIA – UNA GROTTA SOMMERSA: KESSELHOHLE
Pubblicato sul n. 22 di PROGRESSIONE – Anno 1989
Ai piedi del massiccio calcareo del Dachstein, in territorio austriacb, del quale ricordiamo le rinomate grotte di ghiaccio «Eisriesenwelb>, si estende il lago di Hallstatt. Quest’ultimo è un nome che evoca avvenimenti antichi. La sua fama è dovuta alla scoperta della necropoli contenente reperti archeologici dal 750 al 350 a.C., epoca in cui nell’Europa centrale il ferro stava subentrando come nuovo materiale al bronzo. Tale periodo è indicato come Epoca di Hallstatt.
A quell’antico passato risale il primo sfruttamento delle miniere di sale della zona.
Il lago di Hallstatt è sito a 508 m sul livello del mare ed ha una profondità massima di 125 metri. Nelle sue limpide acque sono stati trovati reperti dell’epoca medioevale fino alla seconda guerra mondiale. Una ricca vita lacustre, sia animale sia vegetale, si offre per immagini di grande effetto.
Proseguendo dalla città di Hallstatt con direzione Bad Ischi – una delle résidenze della famiglia d’Asburgo, prima di Obertraum – a 50 metri dalla strada statale, sul lato destro, si trova la cavità sommersa: Kesselheihle.
Il sifone si trova ai piedi di una ripida parete calcarea. Vi si accede con una facile arrampicata di un paio di metri. La grotta si presta all’immersione in coppia, in quanto il sedimento è quasi assente e la visibiiità rimane ottima anche al ritorno. Una caratteristica curiosa è la colorazione giallastra dell’acqua. Sembra proprio di immergersi nella birra, affermano scherzosamente i colleghi austriaci. La grotta si presta ottimamente per realizzare interessanti immagini speleosubacquee.
Il percorso sommerso ha una lunghezza di circa ottanta metri. A metà galleria c’è una strettoia da superare nuotando il più vicino possibile al soffitto, cioè in corrispondenza del canale di volta. Dopo gli ottanta metri subacquei si emerge in una stanzetta che presenta pareti concrezionate. La grotta prosegue, seguendo lo stesso orientamento della galleria, con una fessura attualmente impraticabile.
Molto probabilmente, oltre la strettoia, la cavità si sviluppa lungo la faglia generatrice della grotta. La non eccessiva profondità, circa sei-sette metri, e l’ottima visibilità non devono comunque farci dimenticare le norme di sicurezza. La temperatura dell’acqua è di un paio di gradi sopra lo zero, l’ambiente è alquanto angusto e c’è sempre il pericolo che si scateni nell’esploratore impreparato una crisi di claustrofobia. La visibilità è sì ottima, ma a condizione di utilizzare un’illuminazione adeguata. Nella galleria c’è una sagola fissa della quale però è bene non fidarsi ciecamente, sia per il materiale utilizzato, sia per come è fissata.
Dopo l’immersione, è opportuno andare, soprattutto se effettuata in inverno, di corsa a riscaldarsi nelle accoglienti ed ospitali Stuben di Hallstatt, dove oltretutto si può gustare dell’ottimo pesce di lago appena pescato.
Per qualsiasi tipo di immersione nella zona di Hallstatt si consiglia di rivolgersi al centro subacqueo «Zauner», che è il primo centro subacqueo austriaco sorto in zona alpina. La sua sede è presso l’albergo «Tauchergasthof Zauner» in riva al lago, quasi in centro ad Halstatt.
Ecco il suo indirizzo:
Tauchergasthof Zauner – A & G. Zauner Seestrasse 113
A – 4830 Hallstatt / Osterreich
tel. 06134/286
Organizzando un’immersione nella zona di Hallstatt, un supporto indispensabile risulta la guida subacquea (edita in lingua tedesca), che tratta specificatamente della regione Salzakammergut, dove appunto sorge Hallstatt.
HERBERT FREI, Tauchfilihrer Salzkammergut, Edition Freizeit und Wissen). L’autore dedica un interessante capitolo alle immersioni nelle grotte del Salzkammergut, sottolineando che «ogni subacqueo che ha l’ambizione di accedere all’eterna oscurità delle grotte, deve sempre chiedere a se stesso, perchè, per quale motivo e per quale scopo vuole svolgere questa attività. Riconoscere la propria paura per l’immersione in una grotta è il vero coraggio».
A.F