SPELEORADUNO ETNA ’88
Pubblicato sul n. 20 di PROGRESSIONE – Anno 1989
Come annunciato l’anno precedente al Congresso di Castellana, si è tenuto nel settembre scorso il raduno che aveva lo scopo di far conoscere non solo le grotte laviche ma anche le caratteristiche geologiche e vegetazionali che si incontrano sulle pendici del più grande vulcano d’Europa.
Il Centro Speleologico Etneo prevedeva un massimo di 30 partecipanti, ma il ritardato invio delle circolari aveva fatto sì che gli iscritti fossero poco meno della metà: catanesi, emiliani e triestini. Ciò, d’altra parte, ha facilitato la soluzione dei problemi logistici ed ha permesso un maggior contatto con gli organizzatori, tempestati di domande da noi che conosciamo solo il calcare e dagli emiliani esperti in gessi.
Il giro è iniziato dalla zona del Rifugio Sapienza e si è svolto sui versanti Sud – Ovest -Nord attraversando, in tre giorni, colate laviche recenti e bellissimi boschi di roverella, faggio, pino lancio, ecc. ed ammirando notevoli endemismi come la betulla etnea e la ginestra etnea. Sono state visitate la Grotta degli Archi, canale di scorrimento con tratti a cielo aperto, la Grotta di Monte Nunziata, altro canale di scorrimento con vasti crolli ed ambienti molto alti, la Grotta del Gelo, nella quale il ghiaccio copre suolo e pareti creando effetti fantastici, la Grotta di Aci, ampio tubo di scorrimento lungo 800 metri, con ambienti spettacolari e finestroni di crollo, la Grotta dei Lamponi, anch’essa con finestroni di crollo, la Grotta degli Inglesi, un po’ più complicata delle altre, infine la Grotta delle Palombe che, trovandosi in una colata più antica ed avendo sopra di sé un folto bosco, è l’unica ad essere fangosa quasi come i nostri buchi carsici.
Per i tre pernottamenti si è usufruito delle casermette che la Forestale ha gentilmente messo a disposizione; la Direzione del Parco aveva autorizzato inoltre uno degli organizzatori a raggiungerci ogni sera con un fuoristrada che portava i materassini, i sacchi a pelo, nonchè una scorta d’acqua.
Il quarto giorno si è saliti a quota 2900 con un veicolo della STAR (una delle due società che portano i turisti fino a tale quota) con l’intenzione di arrivare al cratere centrale, ma il tempo, che la sera prima si era guastato, peggiorava ancora, sicché tra vento, nebbia, pioggia e grandine, a metà strada fu necessario rinunciare e scendere sulla pista della SITAS (l’altra società per il trasporto dei turisti), raggiungendo in un paio d’ore il Rifugio Sapienza. Un giro turistico per i paesi che circondano l’Etna, una escursione alla Valle del Bove ed una scappata alle Gole dell’Alcàntara hanno riempito i tre giorni seguenti; due proiezioni sui fenomeni vulcanici hanno ampliato le nostre cognizioni in materia.
La visita all’Etna è da consigliare a speleologi, naturalisti, amanti della montagna in genere; gli itinerari sono parecchi ed offrono una meravigliosa varietà di paesaggi, dai folti boschi delle pendici al deserto lavico della sommità; noi abbiamo fatto base al Campeggio Etna, pulito ed ordinato, che si trova circa due chilometri a monte di Nicolosi, ma il paese stesso, essendo località di villeggiatura, offre possibilità di alloggio; la cartografia è carente, poichè ogni eruzione modifica i rilievi; chi abbia l’intenzione di recarvisi può chiedere notizie ed aggiornamenti al Centro Speleologico Etneo (via Cagliari 15 – 95127 Catania) i cui soci, preparati e disponibili, ci hanno fatto trascorrere una settimana indimenticabile.
Egizio Faraone