Sciacca – 84

 

SCIACCA 1984

Gr. Cucchiara: si prepara l’impianto luce. (Foto R. Prelli)

Pubblicato sul n. 14 di PROGRESSIONE – Anno 1985
Si è svolta nell’ottobre 1984 da parte di alcuni soci una breve spedizione a Sciacca, in Sicilia.
L’inaugurazione dell’Antiquarium di Mon­te Cronio, che si trova alle spalle di detta cittadi­na, non poteva non trovare presente una rap­presentanza di chi aveva contribuito in maniera determinante alla sua creazione. Bisogna infatti dire che sono state proprio le esplorazioni effet­tuate a più riprese dalla Commissione Grotte nelle Stufe di San Calogero a permettere la scoperta nelle parti più profonde della grotta di reperti archeologici di notevolissimo interesse. Sono stati quindi sempre nostri soci a mettere in grado gli archeologi di effettuare indagini dirette in un ambiente tanto ostile (39° C).
L’esistenza di altre esplorazioni incompiu­te, dovute soprattutto alla grande distanza da Trieste, è stato inoltre un ulteriore stimolo ad intraprendere il viaggio per la Trinacria.
Oltre alla visita d’obbligo alle Stufe, dove purtroppo le fotografie dei bei vasi ivi deposti da millenni non sono riuscite, la maggior attenzio­ne è stata rivolta alla grotta di Gallo. Per riusci­re ad aprire un varco nella roccia, dove si confi­dava in una prosecuzione, è stato portato un trapano demolitore. collegato da 400 metri di cavo elettrico al generatore posto all’esterno. I risultati purtroppo sono stati del tutto negativi, in quanto il cunicolo da ampliare si esauriva in tanti piccoli pertugi impraticabili.
Il Labirinto Aspirante (o grotta Cucchiara) è stata l’altra meta della spedizione. Qui si è provveduto, soprattutto per ragioni di orgoglio, a recuperare (sempre con una temperatura ambiente vicina ai 39° C) due sacchi riempiti di sabbia che erano rimasti appesi nel vuoto dell’e­norme pozzo Trieste dall’ultima spedizione. La loro utilizzazione, quale contrappeso allo spele­ologo che si era calato nel suo fondo, non fu infatti possibile per «cause tecniche» e furono lasciati lì, turbando il sonno di chi a quella esplo­razione aveva partecipato.
Ma la possibilità di utilizzare il generatore per illuminare con una potente lampada l’intero pozzo è stato il motivo predominante della visi­ta a quella grotta. Tranne la fugace visita dello sfortunato speleologo calatosi nel 1979 fino alla sua base per essere poi precipitosamente recu­perato di peso in condizioni penose (causa l’e­saurimento dell’aria di raffreddamento e per il mancato funzionamento dei contrappesi), nes­suno aveva mai visto le esatte dimensioni di questa «fornace» e tantomeno il suo fondo, seppure dall’alto. La sola, lenta calata con la corda della jodina ha compensato il viaggio in Sicilia. Il pozzo, non più dai limiti indefinibili, si apriva per una larghezza di 20 metri almeno e scendeva quasi cilindricamente per tutti e cen­to, offuscato solo da una leggerissima nebbioli­na.
La sua base, dai chiaroscuri formati dalla luce, sembrava essere formata da una grande china detritica e delle ombre più marcate met­tevano in evidenza almeno due punti dove po­tevano esserci delle prosecuzioni. Il successivo lancio di un razzo illuminante dava una nota pirotecnica ad un ambiente tanto severo, ma il fumo sprigionatosi chiudeva la visione del poz­zo, forse anche con un po’ di sollievo per il ritorno all’aria fresca dell’esterno e certamente con un’insuperabile immagine dantesca del luo­go.
Da ultimo è stato accuratamente setaccia­to il lato sud del Monte Cronio, con la visita ed anche qualche accenno di scavo di tutte le cavità quivi aprentesi. Un bollino di vernice blu è stato pitturato sui loro ingressi.
Hanno partecipato alla spedizione: Giulio Perotti, Bosco N. Bone, Luciano Filipas, Ro­berto Prelli, Glauco Savi e Spartaco Savio.
                                                                                             Roberto Prelli

Microbi e Dei

Microbi e Dei.
Sull’orlo dell’orrido Intessiamo vicende D’immane fatica.
Microbi e Dei.
Strappiamo, a vergini anfratti, L’ansimare segreto
Di perduti millenni.
Esaltandoci,
Lasciamo negli antri, Le paure più intime Dei nostri pensieri.
Siamo microbi e Dei.
Kronio
Stanotte nel sonno
Ho sentito il Kronio
Pulsare sinistro:
Sul fischio del vento
Diceva di sfida, di stupro.
Il vento entrava, passavo, saliva Ne raccoglieva l’affanno;
Ridendo Io sperdeva
Nel cielo.
Oggi sul Kronio Splenderà il sole.
                                                                                                   Mario Schiauato