Progressione è la rivista che la CGEB stampa regolarmente dal 1978.
Ecco, dalle parole del primo direttore responsabile, lo spirito con il quale il nostro gruppo ha iniziato a produrre questa testata:
Permane diffusa l’esigenza dell’informazione bibliografica ed ecco i bollettini, i notiziari dei gruppi grotte di maggiori possibilità finanziarie, i quali riescono a dare almeno una parte di quelle notizie che costituiscono patrimonio della cultura speleologica e che i giovani soprattutto leggono con particolare interesse.
La Commissione Grotte “E. Boegan” ha cercato di far conoscere la propria attività più attraverso le altre che con proprie pubblicazioni: “Atti e memorie” ha un indirizzo strettamente scientifico;”Osservazioni meteoriche” della Stazione di Borgo Grotta Gigante è un’elaborazione di dati per specialisti; i vari supplementi valgono quale aggiornamento catastale.
Si è ora voluto dare alle stampe una piccola rivista di informazione affidata ai giovani poiché ai giovani soprattutto è diretta. Il titolo, “Progressione” ha l’ambizione del nuovo proiettato nel futuro e delimita gli argomenti.
Se gli speleologi vi troveranno notizie che interessino, lo scopo sarà raggiunto. “
Carlo Finocchiaro (1978)
Redazione
Direttore responsabile | Mario Privileggi |
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Direttore di redazione | Serena Senes |
Redattori | Piero Gherbaz – Domagoj Korais – |
Per ottenere la rivista contatta boegansag(at)gmail.com
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PROGRESSIONE 100
Nata nel 1978 per dare notizie delle varie attività che non trovavano spazio sulla nostra rivista scientifica Atti e Memorie, PROGRESSIONE ha avuto in breve un’evoluzione che ha forzato i limiti tematici enunciati da Carlo Finocchiaro nel presentare il primo numero; è stato come aprire una valvola, dalla quale sono scaturiti insospettati sentimenti ed introspezioni altrimenti ignorate, imprevisto effetto collaterale che ci ha fatto conoscere meglio tra noi stessi, rivelando che a taluno riesce più facile scrivere che parlare. La rivista inoltre ha permesso di affrontare alcuni argomenti di fondo, come le motivazioni ed i modi dell’essere speleologo a Trieste e la nostra concezione della simbiosi uomo-grotta; la pubblicazione ha assunto così molte facce, accostando al linguaggio talvolta difficile dei giovani la voce di qualche «vecchio» rievocante le cose d’un tempo, ricordi validi a stabilire un’identità e preziosi per ricostruire una storia della quale siamo a ragione orgogliosi. Sono anche questo riguardo per il passato ed i numerosi ultraquarantenni ancora attivi a fare della Commissione Grotte un gruppo diverso da ogni altro e diversa è risultata di conseguenza la rivista che ne rispecchia fedelmente l’essenza e lo spirito; abbiamo prove sicure che essa piace ed è letta volentieri non solo in Italia e tanto basta a ripagare l’impegno richiesto da una continuità ad un elevato livello qualitative.
All’inizio del 1983 Carlo Finocchiaro aveva stabilito che l’anniversario esigeva un numero speciale, dedicato interamente ad una rassegna della vita sociale e delle opere compiute in cento anni. L’articolo di apertura è il suo ultimo scritto, un invito a guardare indietro prima di continuare cammino con la certezza che i momenti più difficili sono ormai alle spalle; le oltre 570 uscite – un record – di quest’anno sono il segno confortante che la progressione non si ferma, restando il problema di coordinare una potenzialità operativa così rilevante in modo da trarne il massimo profitto.
Lo speleologo giuliano non è di norma persona troppo seria, nel senso che prima, dopo ed anche durante il suo lavoro sotterraneo egli ama aprire parentesi dedicate al divertimento, allo scherzo, alla burla talvolta geniale al punto da essere tramandata da una generazione all’altra; ciò è dovuto sia ad un’indole scanzonatamente dissacrante che alla necessità di rompere la tensione emotiva di un’attività dove i pericoli sono tanti e solo in apparenza presi alla leggera. Non deve quindi sorprendere che i lavori frutto di lunghe ricerche d’archivio ed a quelli che riepilogano risultati di studi ed indagini siano seguiti da brani di tutt’altro contenuto, cronache di episodi spassosi e bozzetti vivaci di periodi particolari della nostra esistenza; ne traspare la vera anima della speleologia, disciplina nella quale hanno trovato forse massima espressione le doti migliori di una gente per altri aspetti scettica e fatalista.
In questa occasione che potrebbe divenire irripetibile abbiamo voluto ricordare – con le inevitabili omissioni – tutti quelli che hanno dato un contributo sia pur minimo alle sorti della Commissione Grotte, magari senza farne parte; le persone note sono poche, mentre le altre appartengono alla vasta schiera di modesti lavoratori che hanno lasciato tracce !abili od anonime, ma senza i quali molte opere importanti non sarebbero state realizzate. Un altro pensiero di gratitudine lo rivolgiamo infine ai soci più anziani, la cui presenza al nostro fianco conferma la validità di una scelta ed è un imperativo a portare avanti quello che ci hanno trasmesso.
Dario Marini