2015 – Davorjevo brezno

DAVORJEVO BREZNO, NEI “RAMI DI MARCO AURELIO”

Tratto mediano dei nuovi rami “Marco Aurelio”(foto S. Savio)

Presta attenzione di continuo all’indagine ed esercitati in questa materia, perché niente è altrettanto fattore di magnanimità (Marco Aurelio)
Il Davorjevo Brezno sino a pochi mesi fa si trascinava verso una mesta “fine esplo­razioni”, giacché tutto era stato visto, ribal­tato e rovistato, il possibile e l’improbabile. Abbandonato dai “signori degli abissi” (è ironico, sia chiaro). Solo qualche solitario ci bazzicava ancora dentro...same old song and dance cantavano gli Aereosmith.
Tra le varie, due zone avevano un po’ calamitato l’ultimo interesse esplorativo: delle risalite/traversi nel dimenticato amonte delle sala “Arkadna Dvorana”, e l’individuazione di un camino oltre il lago-sifone finale. L’amonte della sala portò in dote un 100m in più di sviluppo, chiudendo sotto un camino stretto, rilevato e in parte documentato dopo mesi di oblio (Augusto trovò i dati di rilievo per caso dentro alla memoria di un Distox.). Più articolata la risalita del camino al fondo, un tubo di 45m completamente spalmato di fango tenero e cosmetico per gli ultimi 30m, tappato in cima. Risalirlo in artificiale coperti di fango e con addosso la muta in neoprene in 5mm mi ha ricordato non so quale memoria (forse di cartoni animati) di elefanti che oscillano su un filo equilibrandosi con un ombrellino in mano…
Quindi chiudeva? Non si poteva pensare ad ulteriori viaggi sotterranei oltre al lago di -280? Pareva proprio di no. Tendo a non fare nomi, per dare un senso esplorativo collegiale e di sodalizio a cosa facciamo, ma qui devo dire che fu Spartaco Savio che volle andare a vedere la frana assoluta con la quale chiudeva l’amonte del ramo “Ocetov Meander”, dato per l’appunto co­me invalicabile da chi lo aveva visto. Dal termine apparente del meandro, usciva acqua e aria, non conoscenza però: una gita al volo, mentre altre squadre compivano lavori minori, una tornitura al taglio preciso e bagnato dall’occhio giusto, due massi che cadono e un varco che si apre: 26 aprile 2014, data di nascita dell’imperatore Marco Aurelio… pazienza e conoscenza innanzitutto! Sembrava il minimo dedicare a lui il ramo, dopo vari nomi di battezzi a richiamare madonnine e feste cristiane (piissimi sti’ soci CGEB!).
Molto semplice, se banalizziamo, la de­scrizione del ramo, ma anche complessa allo stesso tempo.
Per il semplice: si tratta di un asse univoco di scorrimento idrico seguito per circa 2 km contro corrente, lungo disconti­nuità orientate prevalentemente ENE e poi –  105  metri totalmente NNE, su un unico piano di pro­gressione, che si sdoppia in un meandro a tre livelli, tutti e tre adibiti alla progressione comoda per i primi 200m del loro sviluppo, dopo che ci si alza di quota e si abbandona l’acqua al fondo. Nella parte finale il me­andro diventa monostruttura, più tecnico e “alpino”, sino a condurre in una larga sala formata da evidenti discontinuità tettoniche, in vuoti vasti, ancora da indagare.
Per il complesso: da dire pure che lungo tutta questa via, ci sono almeno tre zone in cui delle arrampicate attendono di essere svolte, arrampicate che drenano – anche a bassi regimi – delle consistenti quantità d’acqua, cascate che ipotizziamo arrivino da abissi o prosecuzioni ancora inesplorate; nel primo tratto poi, innalzandosi di 20-25m sul piano di camminamento in arrampicata libera, attendono di essere esplorati, topografati e fotografati degli ampi ambienti fossili appe­na intravisti, quasi per sbaglio. Mettiamoci ancora che c’è da iniziare tutta una fase di studio scientifico su idrografia, mineralogia, struttura geologica, se qualcuno lo vorrà o se saremo noi capaci di sfruttare questa immensa finestra del mondo ipogeo che ci è stata donata dal fato, dalla natura e un po’ dalla nostra capacità. Io credo che per qualche dozzina di mesi il Davorjevo Brezno ci vedrà ancora clienti fissi…
Qualche dato topografico aggiornato, per le cronache future: tutta la prima parte e la parte mediana del sistema sono state nuovamente topografate utilizzando il DistoX, strumento che abbatte in modo consistente gli errori umani di lettura degli strumenti. La profondità massima è stata rivista di 10m, quindi arriviamo a -270m a bordo lago – si­fone finale, e -301 m a fondo sifone. Ampliati invece i dati di sviluppo planimetrico topo-grafato, al 2015 siamo attestati a 3808m, l’esplorato si aggira agevolmente ai 4000m, da ampliare ulteriormente.
                                                                                                     Riccardo Corazzi

IL RILIEVO AL 2015