FORTI Fabio (27.06.1927 – 14.09.2019)
Presidente dal 20 luglio 1983 al 22 maggio 1991
Inizia le esplorazioni speleologiche sul Carso triestino nel 1945, visitando la Grotta del Monte Gurca, 249 VG. L’anno seguente fonda con Ugo Baschiera l’Associazione Speleologica Triestina, gruppo minore che nel 1947 si scioglie passando con gli scout del GEI. Oltre ad esplorare e rilevare varie cavità del carso triestino, con Baschiera inizia le ricerche nella zona carica di Pradis di Gerchia (Clauzetto), zona che qualche anno dopo diventerà terreno privilegiato di lavoro della Commissione Grotte dell’Alpina.
Nel 1949 entra, assieme ad altri tre amici, nella Commissione Grotte di cui viene ben presto chiamato a far parte del Consiglio Direttivo. Con il suo gruppo di lavoro, che opera in maniera autonoma nell’ambito della Commissione, si interessa subito di carsismo e meteorologia ipogea presentando nel 1950 un programma di studi sulla Grotta Gigante e dintorni. Inizia così, con Tullio Tommasini, una serie di ricerche i cui risultati verranno poi pubblicati sia sulle riviste sociali che sugli atti di congressi. Le ricerche di meteorologia ipogea, condotte sotto la guida del prof. Silvio Polli, vengono dapprima effettuate nella Grotta Gigante poi, dal 1957, nella Grotta Costantino Doria, 3875 VG, cavità appositamente attrezzata quale stazione di ricerca ipogea (di cui nel marzo 1960 viene nominato “Direttore Amministrativo”) e successivamente nella Grotta di Padriciano, 12 VG, lunga e profonda cavità che viene chiusa con una robusta cancellata e parzialmente attrezzata con lavori in muratura.
Gli studi sul carsismo lo portano, verso la metà degli anni ’50 ad elaborare nell’ambito degli studi carsici il concetto di ”ricerca integrale”, concetto che viene fatto proprio con entusiasmo dal prof. Carlo D’Ambrosi, geologo istriano profondo conoscitore dei problemi carsici. Negli anni ’60 inizia a collaborare come esterno (con lezioni specifiche e assistenza ai laureandi con tesi sul carsismo) con l’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Trieste, ottenendo nel 1976 il titolo di “cultore della materia in carsismo”. Dalla fine del secolo XX è impegnato quale docente, sempre in materia di carsismo, nell’Università della terza età.
E’ presente a molti congressi e convegni – in parecchi dei quali è chiamato a far parte del Comitato Scientifico – con relazioni e studi. La sua attività gli valse, nel 1985, l’assegnazione del Premio San Benedetto, assegnatogli da Comitato Regionale per la difesa dei Fenomeni Carsici: “per gli alti meriti acquisiti nella ricerca scientifica nei campi della carsologia e geologia in generale, contribuendo in tal modo a dare alla speleologia regionale dignità e riconoscimenti internazionali”. Buon parlatore, per oltre quarant’anni tiene lezioni e conferenze a tutti i livelli, illustrando così a pubblici estremamente diversificati i misteri del carsismo e del magico mondo delle grotte.
Negli anni ’80 si fa parte attiva, assieme ad altri studiosi e con l’appoggio della Federazione Speleologica Triestina da poco fondata, del gruppo di lavoro che opera per la realizzazione di una Legge speleologica nazionale, iniziativa che purtroppo non va in porto a causa dell’instabilità della situazione politica nazionale in quanto ad ogni nuova legislatura la legge doveva ricominciare il suo iter, con la difficoltà di chiarire ai nuovi politici l’importanza della regolamentazione corretta della materia.
La sua capacità di operare lo porta a dirigere dapprima la Federazione Speleologica Triestina, quindi – alla morte di Carlo Finocchiaro – la Commissione Grotte che negli anni della sua presidenza ottiene i suoi maggiori successi esplorativi, anche attraverso campagne di ricerca all’estero: quattro spedizioni in Messico (1984/85, 1986, 1987, 1988,), due in Brasile (1990, 1991), una nel Caucaso russo (1991), in Slovenia (Veliko Sbrego, 1990-1991: – 1198). Poi per alcuni mandati ricopre pure la carica di presidente della Società Alpina delle Giulie, la sezione di Trieste del CAI.
Per qualche decennio ricopre la carica di direttore della Grotta Gigante, che valorizza notevolmente; durante la sua gestione la Grotta Gigante vedrà il massimo dell’affluenza di visitatori paganti, che supera nel 1986 le 116.000 presenze, risultato mai eguagliato. La sua attività di direttore del comprensorio turistico gli permette di farsi conoscere nell’ambiente speleo turistico al punto che viene dapprima chiamato a presiedere l’Associazione Italiana Grotte Turistiche e quindi nominato rappresentante per l’Italia nel seno dell’Associazione Mondiale Grotte Turistiche.
Negli ultimi decenni si occupa soprattutto degli studi sulla dissoluzione superficiale dei calcari; a tale scopo ha allestito, in Carso, nel Friuli e nel Veneto, una cinquantina di “Stazioni di misura per la dissoluzione carsica”, stazioni che fanno riferimento alla maxi stazione approntata presso il comprensorio turistico della Grotta Gigante.
Se ha lasciato un profondo segno nella speleologia non è stato da meno nella vita civile, combattente nel 1945 nel Corpo Volontari della Libertà, negli ultimi anni è stato chiamato a presiedere questa Associazione, considerata la legittima rappresentante della Resistenza italiana a Trieste; per la sua opera in questo settore il Presidente della Repubblica Napolitano con decreto del 27 dicembre 2008 lo ha nominato “Ufficiale della Repubblica Italiana” mentre il Comune di Trieste gli ha fatto omaggio di una targa con la dicitura: “A Fabio Forti – Presidente A.V.L. di Trieste – per l’impegno di allora e di oggi in nome della Libertà – Con riconoscenza l’Amministrazione Comunale”. Consigliere comunale, negli anni ’80, per un certo periodo ha ricoperta la carica di Assessore al Decentramento e agli Affari Generali (e per un certo periodo pure a quello dell’Ecologia) del Comune di Trieste.
Scrittore estremamente fecondo – ha al suo attivo oltre 160 studi sul carsismo – è autore di alcuni libri di divulgazione geologica e speleologica, di guide della Grotta Gigante, di una grande quantità di articoli di carattere esplicativo o didascalico.
E’ socio della Commissione Grotte dal 1949
Ulteriori notizie su Fabio Forti si possono trovare in:
Forti F., 2009: Quando conobbi Walter Maucci,
in “Walter Maucci (1922-1995): speleologo e scienziato triestino. Scritti Memorialistici e celebrativi”, a cura di S. Dambrosi e R. Semeraro, Soc. Adr. di Spel., Trieste 2009: 83-85
Galli M., Mosetti F., 1985: Geologia, Enciclopedia Monografica del Friuli Venezia Giulia, 1° aggiornamento, Udine, 243-276
Guidi P., 1995: Fabio Forti, cinquant’anni di ricerche sul Carso, Progressione 32: 63
Semeraro R., 1985: La rinascita della speleologia regionale, Enciclopedia Monografica del Friuli Venezia Giulia, 1° aggiornamento, Udine (pag. 292-301)
Sfregola P., 1985: Premio San Benedetto: a Fabio Forti, studioso del carsismo, Triestenaturaturismo, 2, 16: 7
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Pubblicato su Speleologia 82 da Pino Guidi
La speleologia italiana nel 2019 ha perso un altro suo esponente di rilievo: il 19 settembre di quest’anno ci ha lasciato Fabio Forti, cultore di studi carsici molto conosciuto nell’ultimo quarto del secolo passato, sia in Italia che in Europa.
Nato a Trieste il 26 giugno 1927, aveva cominciato ad andar per grotte nel 1946, dapprima con un gruppo fondato con alcuni coetanei, poi con gli scout dei Giovani Esploratori Italiani ed infine, dal 1948, con la Commissione Grotte “E. Boegan” della Società Alpina delle Giulie, la sezione di Trieste del CAI. Struttura a cui rimase fedele per tutta la vita dedicandole il suo impegno già dal 1949, dapprima come membro del suo Consiglio Direttivo, per vari decenni come Direttore della Grotta Gigante (la cavità turistica di proprietà della SAG ma gestita dalla Commissione Grotte), quindi – alla prematura scomparsa di Carlo Finocchiaro – dal 1983 al 1991 come presidente della stessa. La sua attività quale Direttore della Grotta Gigante gli aveva permesso di farsi conoscere anche nell’ambiente speleo-turistico nazionale, ove era stato dapprima chiamato a presiedere l’Associazione Italiana Grotte Turistiche e più tardi nominato rappresentante per l’Italia nell’Associazione Mondiale Grotte Turistiche.
Sin dai primi passi nel mondo delle grotte aveva iniziato ad interessarsi alla conoscenza del Carso e dei fenomeni a questo correlati: speleogenesi, incarsimento, dissoluzione dei calcari, meteorologia ipogea, indirizzando quindi, dopo un breve periodo dedicato all’esplorazione e rilievo di nuove cavità, il suo interesse e le sue indagini sul carsismo. Interesse che dal 1960 lo portò a collaborare, come esterno, con lezioni specifiche e assistenza ai laureandi aventi tesi sul carsismo, con l’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Trieste, ottenendo nel 1976 il titolo di “Cultore della materia in carsismo” e firmando i lavori pubblicati in quel periodo “Fabio Forti – Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Trieste”. Dalla fine degli anni ’80 del secolo XX sino al primo decennio di quello successivo è stato impegnato quale docente, sempre in materia di carsismo, nella locale Università della terza età.
Nella metà degli anni ’50 aveva, assieme a Tullio Tommasini, allestito la stazione di meteorologia ipogea nella Grotta Costantino Doria, 3875 VG, e negli anni ’60 iniziato ad attrezzare quale stazione di ricerca la Grotta di Padriciano, 12 VG, senza per questo tralasciare gli studi dettagliati su varie zone carsiche del Nord Italia. Da quell’anno iniziò a esporre i risultati delle sue ricerche pubblicando su riviste tecniche e scientifiche nonché su atti di congressi locali, nazionali e internazionali. Dal primo lavoro, lo Studio sul sistema di grotte N. 3876 VG -3875 VG – 21 VG presentato su Alpi Giulie 1950, all’ultima sua fatica Un omaggio ed un ricordo di Eugenio Boegan da parte di un carsista che si ritiene un suo continuatore in tali studi apparso nel 2019 sul n. 65 di Progressione, sono oltre trecento gli scritti che portano la sua firma. Ma oltre alle pubblicazioni di taglio scientifico Forti si è rivolto ad un pubblico più vasto con una mezza dozzina di libri di taglio divulgativo.
L’interesse per i vari aspetti del fenomeno carsico si palesa già dai primi lavori pubblicati; dopo il lavoro sul sistema di grotte della C. Doria nel 1954 presenta al 6° Congresso Nazionale di Speleologia Le doline di crollo da cavità preesistenti nel Carso Triestino: la grotta e la dolina non vengono viste come fenomeni a sé stanti ma come pezzi di un mosaico ben più complesso. Mosaico che qualche anno dopo cercò di inquadrare elaborando nell’ambito degli studi carsici il concetto di”ricerca integrale”, concetto che con entusiasmo verrà fatto proprio dal prof. Carlo D’Ambrosi, geologo istriano profondo conoscitore dei fenomeni carsici.
Il campo cui si era dedicato con più passione è stato quello della dissoluzione carsica, settore che lo ha impegnato sino ai suoi ultimi giorni: il primo dei suoi lavori in questo ambito, “Modelli di dissoluzione carsica”, pubblicato nel numero unico 1974-1975 di Mondo Sotterraneo, è stato seguito da tutta una serie di contributi riportanti i dati raccolti nelle numerose stazioni di misura ubicate non solo sul Carso ma anche nel resto della regione, sulle Dolomiti e in Istria.
Attivo nella politica (è stato assessore al Comune di Trieste per più lustri), negli anni ’70 aveva partecipato alla battaglia ecologista battendosi contro la Zona Franca Industriale sul Carso triestino e sloveno prevista dal Trattato di Osimo.
Per la sua attività nella speleologia il Comitato Regionale per la difesa dei Fenomeni Carsici gli aveva conferito, nel 1985, il Premio San Benedetto: “ … per gli alti meriti acquisiti nella ricerca scientifica nei campi della carsologia e geologia in generale, contribuendo in tal modo a dare alla speleologia regionale dignità e riconoscimenti internazionali”. Combattente, nel 1945, nel Corpo Volontari della Libertà (la cui Associazione a fine secolo era stato chiamato a presiedere), con decreto del 27 dicembre 2008 era stato nominato dal Presidente della Repubblica Napolitano “Ufficiale della Repubblica Italiana”. Infine il Comune di Trieste aveva voluto ricordare il suo contributo quale consigliere comunale prima e assessore poi con una targa: “A Fabio Forti – Presidente A.V.L. di Trieste – per l’impegno di allora e di oggi in nome della Libertà – Con riconoscenza l’Amministrazione Comunale”.